L’inglese che non salì sull’ aereo (ma fece ugualmente il giro del mondo)

E’ britannico  il primo uomo al mondo ad aver visitato 201 nazioni senza mai prendere l’aereo

Graham Hughes, 33 anni, ha viaggiato con mezzi di ogni tipo: autobus, taxi, treni, oltre a camminare. Ha percorso ben 257.000 km  in un viaggio durato 1.426 giorni. Totale spese viaggio: 100 dollari (93 euro) a settimana! Poi è finalmente riuscito ad arrivare a Juba, capitale del Sudan del Sud, ultima tappa del suo epico viaggio iniziato a Liverpool, sua città natale, il 31 dicembre 2009. Ha trascorso quattro giorni su un’imbarcazione sgangherata per raggiungere Capo Verde, è stato in carcere per una settimana in Congo, è stato salvato dai fondamentalisti islamici da un travestito filippino. Il momento più triste del viaggio: la morte della sorella Nicole. Ha detto: “Ho voluto dimostrare a tutti che il mondo non è un luogo immenso che fa paura, ma che in realtà è pieno di persone disposte ad aiutarti.”

 

giro del mondo senza aerei
Il percorso: partenza dall’Uruguay e arrivo nel Sudan del Sud. Graham ha attraversato i confini di tutti i 193 paesi membri delle Nazioni Unite, più il Taiwan, Città del Vaticano, la Palestina, il Kosovo, il Sahara occidentale e le quattro nazioni costitutive del Regno Unito, senza mai volare.
Piedi per terra: Hughes è salito su autobus, taxi, treni ed ha camminato, percorrendo 257.000 km in esattamente 1.426 giorni, il tutto spendendo solo 100 $ a settimana

Il globetrotter Graham Hughes ha certamente fissato un nuovo record: durante i suoi viaggi ha sempre tenuto saldamente i piedi a terra. Il giovane avventuriero di 33 anni, nato a Liverpool, è diventato il primo uomo ad aver visitato tutti i 201 paesi del mondo senza mai prendere l’aereo. Hughes è salito su autobus, taxi, treni, ed ha usato le gambe, percorrendo 160.000 miglia in esattamente 1.426 giorni – il tutto spendendo la ridottissima cifra di 100 $ a settimana. Ha attraversato l’oceano aperto su un’imbarcazione che caricava acqua da tutte le parti. Ha raggiunto Capo Verde, ha passato una settimana in prigione in Congo perché accusato di spionaggio, è stato arrestato per aver cercato di passare la frontiera russa illegalmente, è stato salvato dai fondamentalisti islamici da un travestito filippino di nome Jenn.  Si è così concluso questo epico viaggio durato quattro anni con l’arrivo a Juba, capitale del Sudan del Sud, un paese che, al  momento della partenza, il giorno di capodanno del 2009, sulle mappe ancora non esisteva  “Amo viaggiare e l’ho fatto per dimostrare che era un’impresa realizzabile con pochi soldi”, ha detto al Christian Science Monitor. “Ho anche voluto dimostrare che il mondo è pieno di persone disposte ad aiutarti, anche se sei un estraneo.”

Ha attraversato i confini di tutti i 193 paesi membri delle Nazioni Unite, più il Taiwan, Città del Vaticano, la Palestina, il Kosovo, il Sahara occidentale e le quattro nazioni costitutive del Regno Unito, senza mai volare. Il Guinness dei primati ha confermato che Hughes, che ha filmato la spedizione per farne un documentario i cui introiti saranno donati al WaterAid, ha ottenuto il record mondiale per il “maggior numero di paesi visitati in un anno utilizzando mezzi terrestri pubblici o comunque non previsti per lo scopo”. “Sono immensamente grato verso tutte le persone che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui, dandomi passaggi, offrendomi un divano su cui dormire, o anche solo indicandomi la strada”, ha aggiunto Hughes.  
Traguardo raggiunto: Hughes dice che la gente si meraviglia di come abbia fatto ad attraversare paesi come la Corea del Nord, l’Iraq e l’Afghanistan, ma lui risponde che non ha avuto problemi.

Tutti i mezzi terrestri dovevano essere su ruota o trainati da animali  o, quando si trattava dei suoi piedi, dotati di robuste suole di gomma. I tratti a lungo raggio sono stati percorsi per lo più grazie a passaggi su navi da cargo. E’ persino riuscito a scroccare un passaggio su una nave da crociera diretta verso la Repubblica Dominicana. I momenti più memorabili del viaggio comprendono una danza con gli highlandersdella Papua Nuova Guinea, l’amicizia con gli orango del Borneo, una traversata dei calanchi in Kenya su un camion con 18 ruote, l’incontro con il primo ministro di Tuvalu e una lezione a una scolaresca afghana su ‘come stare alla larga dagli uomini con la barba’.

La parte più difficile è stata quando ha dovuto trattare con gli indigeni di piccole nazioni insulari come Nauru, nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, le Maldive e le Seychelles “dove è stato persino minacciato dai pirati”. Racconta anche di aver avuto momenti di sconforto, come quando era seduto in una stazione di autobus in Cambogia all’una del mattino o si trovava su qualche camion lungo strade dissestate, “in quei momenti ho pensato: perché lo sto facendo?” Il momento più drammatico è stato la perdita della sorella Nicole, morta di cancro a soli 39 anni. Ha interrotto il viaggio e si è precipitato a casa da lei. “Ero arrivato a 184 paesi e me ne mancavano solo 17; ho pensato di abbandonare l’impresa ma lei mi ha detto: non fermarti”. Al rientro, ha dichiarato che per il momento un viaggio in aereo non è nei suoi piani. Intende mantenere vivo lo spirito di avventura che ora lo anima. Viaggerà ancora un po’ per l’Africa prima di prendere il traghetto che lo riporterà a casa dall’Irlanda, poco prima di Natale.

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About Emanuela Ciocchetti 10 Articles
Laureata in Lingua e cultura di impresa lingue inglese e francese . Attestato Corso di traduzione letteraria presso Fondazione Universitaria San Pellegrino di Misano Adriatico.(RN). Cambridge Proficiency in English. Sono traduttrice da Inglese a Italiano e viceversa di testi dal contenuto estremamente vario e di articoli per blog e magazine on line. Mi occupo anche di video captioning e sono stata traduttrice volontaria per la Rosetta Foundation di Dublino. Per me tradurre rappresenta qualcosa a cui non so resistere: una sfida del processo di comunicazione.

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