Le cronache di Gnagna – Ep. IV

Cronache di Gnagna

Avete presente il film “Basilicata coast to coast”? Ecco l’idea di  Sarah e della sua amica Elena era più o meno quella, ma loro sono partite per la Toscana, nell’Argentario, e hanno deciso di campeggiare per dieci giorni low cost, spostandosi soltanto a piedi, con mezzi pubblici, chiedendo passaggi e facendo autostop.

Così sono nate le “Cronache di Gnagna”, una serie di brevi racconti tragicomici che narrano le loro piccole avventure quotidiane, che potrete  leggere da  per sette lunedì su viaggiare con lentezza

Per chi si fosse perso i primi episodi li può leggere qui e qui

Le Cronache di Gnagna #4

Giornata strana.
Indefinibile energia nell’aria.
Nel dubbio sempre in spiaggia. La diurna dose di iodio.
Gli amici raggiungono il campeggio. Hanno la macchina.
Ovazione.
Niente più autostop. Niente più attese infinite. Freedom to move.
Oggi montaggi.
Chi monta in casa by Ikea.
Chi monta in campeggio by Decathlon.
Chi monta in spiaggia by Lidl.
Come una banda improbabile di ragazzi romani.
Homo sapiens lo chiamavano.
Sarà. Ma dù ore pe’ montà ‘na capanna co’ teli e bastoni so’ troppe.
Vento. Svariati tentativi. Svariati fallimenti. Svariati svarioni.
Due bandiere dei pirati piantate nella sabbia. All’ingresso una paperella galleggiante.
Quel tocco in più alla scenografia. “Anvedi ahò”.
Un’allettante proposta di falò sulla spiaggia. Dai. Sì.
“Ci vediamo stasera”.
Ora di pranzo. Ritorno all’accampamento.
La tenda degli amici: un duplex con la vostra.
Maremma maiala. Maiodico. Già si è stretti.
Fraintendimenti. Spostamenti. Assestamenti.
In compenso, gli amici premurosi: pasto pronto. Graditissimo.
Tempi dilatati. La siesta.
Fantasie con la macchina. Cazzo, abbiamo la macchina.
Destinazione: ovunque.
Trasferta in spiaggia. Qualcuno resta in campeggio.
Meditazione sull’itinerario.
Diverse telefonate. Obiettivo: noleggio gommone.
Certo. Sotto ferragosto. Pieno così di gommoni.
Unica opzione: catamarano. Ma domenica.
Il budget vi ride dietro.
Tensione nel gruppo. Discussioni. Analisi.
Spore di negatività. Sussulti nella forza.
Bagno per rinfrescare le idee. La condivisione dei dubbi.
Le perplessità.
“Va bene. Vada per il catamarano”.
Doccia. L’estinzione dei gettoni per la doccia calda.
La preparazione psicologica per una doccia fredda.
Basta chiedere.
Il ragazzo in fila “C’è ancora un po’ di acqua calda. Vuoi andare tu?”
“Grazie”.
Intanto assale la speranza che la voglia di cucinare ti violenti.
E’ già buio. Strazio.
Basta chiedere.
Gli amici sorprendono. La cena è servita.
“Grazie”.
Risate. Birra. Catarsi.
Sfumature thriller alla serata.
Houston abbiamo un problema. Vaneggiamenti di un componente dell’equipaggio.
La calma è la virtù dei forti.
Suspance da oscar. Dialoghi surreali.
Il ricordo del falò co’ i romanacci. Il tentativo di raggiungerlo.
Spiaggia. Ma niente. L’ abbandono della missione.
Il membro dell’equipaggio è compromesso.
La sua rotta è verso casa. Non al campeggio eh. Casa.
Stay bamboocha. Stay bamboocha. Stay bamboocha.
Ehvabbò. C’amma fà?. Jamm’.
Mezzanotte.
Buio pesto. Il momento ideale per smontare una tenda.
Rischio di morte elevato.
La sfida: sgonfiare il materasso gonfiabile.
L’amica. Il genio. Tuffo a stella sopra. Frattura al bacino scomposta evitata per miracolo.
L’intensità della fatica ha il mood epico della pubblicità del Montenegro:
“L’antico vaso andava portato in salvo…Sembrava impossibile, ma ce l’avevamo fatta”.
Momento gipsy.
Carichi come muli. Zompettamenti al parcheggio. Saluti e baci.
Silenzio.
S’ha da metabolizzare.
In sintesi: niente più macchina, niente più amici. Sgomento. Tristezza. Incredulità.
E attenziò, concentraziò, ritmo e vitalità.
“Bhe birretta in spiaggia?” “Birretta”.
Le tradizioni – anche quelle di soli 4 giorni – vanno rispettate.
Maledetta empatia. Che le cose si sentono davvero. Soprattutto dopo periodi disconnessi dal mondo.
Forse più connessi con sé stessi.
Il mood fluttuante.
Al campeggio per recupero birra.
Un lampione. Sotto un ragazzo. Fermo. Illuminato.
In una mano una vaschetta di alluminio.
Attimi di tensione. Cos’altro deve succedere?
“E’ un killer. Nella vaschetta ha gli organi delle sue vittime. Fingiamoci già morte come con gli orsi. Magari non ci vede.”
“Scusate…”
“Eccallà…Mò moriamo”.
“Avreste mica una sigaretta? Posso barattarla con un po’ di fritto misto”.
La tenerezza.
L’amica diventa Gollum. Dalla sera prima bramava la frittura.
‘Il mio tesssoro’.
Basta chiedere. Arriva. Addirittura a domicilio.
Affare fatto.
E’ il ritorno dell’energia positiva.
“Grazie”. “No, grazie a voi.” “No, no, credici, grazie a te”.
Direzione spiaggia. Di nuovo.
Meta pedalò. Con frittura mista.
“Speriamo che l’universo ci mandi altri segni buoni và”.

E’ S. Lorenzo.
Lo sguardo al cielo, smarrito nella via lattea.
Una pioggia di desideri.
Spettacolo.
In lontananza il falò.
Dei lampeggianti. Forse una macchina della polizia.
Alla faccia del segno.
“Non so te, ma a emozioni forti sarei a posto.”
Si resta così. Sdraiate su un pedalò. A contemplare l’immenso. Con la puzza di fritto. Che ha comunque il suo perché.

E anche oggi ci facciamo arrestare domani.
Oh, alla fine, basta chiedere.

Cronache di Gnagna

Le foto delle cronache di Gnagna, dal primo episodio fino a oggi:

About Sarah Melania Pendolino 7 Articles
Videomaker e fotografa. Nata curiosa, osservatrice, ascoltatrice e sognatrice. Appassionata di dettagli, cose genuine e bizzarre. Aspiro a diventare una cacciatrice di bellezza e storyteller. Raccontare storie attraverso immagini, viaggiare, scrivere, condividere è ciò che più amo fare. Vivo di tragicomiche avventure quotidiane. Accompagnate da improbabili colonne sonore. Adoro esplorare ed esplorarmi. Perdermi. Ritrovarmi. Scoprire. Ripartire. Abbraccio l'etica della reciprocità. Amo la natura, le persone, i confronti costruttivi, gli scambi. Litigo spesso con il tempo, i numeri, i ragni. Vado d'accordo con la lentezza, il cioccolato e i sorrisi. Disordinata cronica, trovo equilibrio solo nel caos. Nel dubbio continuo a lasciarmi ispirare girovagando per il mondo.

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