Colin Turner: l’irlandese che sfida il denaro.

Il viaggiatore moneyless
Foto tratta da Wiki

Si dice che i soldi facciano girare il mondo, ma è possibile girare per il mondo senza spendere soldi?Dicono che i soldi fanno girare il mondo, ma è possibile girare per il mondo senza soldi?Continue reading the main story Non siamo gli unici a esserne convinti. L’irlandese Colin Turner, quarantenne originario di Dublino, crede che un mondo senza soldi non solo è possibile ma anche preferibile e necessario all’umanità per progredire. Per dimostrarlo si è messo in viaggio con chitarra e zaino in spalla, deciso a vivere senza utilizzare denaro.

Moneyless traveller
Colin Turner

Ha iniziato a piedi dalla sua casa, una domenica mattina. Ha raggiunto prima il nord d’Irlanda, poi ha proseguito per la Scozia. Senza soldi per pagarsi i trasporti, il cibo e gli alloggiamenti, Turner ha confidato nelle sue sole capacità, ma anche nella generosità di altre persone incontrate lungo il percorso. Come risultato, già dal primo lunedì successivo alla partenza è riuscito a raggiungere Glasgow: “Voglio fare la mia parte per dimostrare che la vita senza denaro non solo è possibile ma anche  necessaria”. Ha dichiarato. “Per questo voglio viaggiare intorno al mondo senza spendere soldi facendo affidamento sulla buona volontà della gente e le mie capacità.

Turner è un musicista professionista nonché il fondatore di un movimento chiamato Freeworld Charter (pagina in italiano). Questo movimento consiste in dieci princìpi che secondo Turner avrebbero la capacità di “liberare il mondo dalla povertà e dall’avidità e migliorare la vita sulla terra per tutte le specie viventi”. Attraverso la sua odissea intorno al mondo, è convinto di poter fare a meno dei soldi ovunque egli si trovi, e dimostrare che è possibile vivere secondo queste regole. “Per la prima volta nella storia abbiamo la tecnologia e le risorse per creare abbondanza nel mondo, liberarci dalla scarsità e tutte le sofferenze associate ad essa attraverso l’uso effettivo della tecnologia.  Proprio ora ad esempio potremmo costruire una fattoria completamente automatizzata in una zona afflitta dalla fame, per nutrire centinaia di persone. Le risorse ci sono, il problema è che mancano i soldi. Non abbiamo bisogno di soldi per costruire una società futuristica e prosperosa, dobbiamo solo avere una visione chiara e iniziare a lavorarci insieme per realizzarla”.
Turner ha quindi lasciato la sua carriera musicale come chitarrista, cantante e produttore a Dublino, ma è anche pronto a suonare e cantare in cambio di un pranzo e di un posto letto durante il suo viaggio intorno al mondo.

La Free-economy. Turner è determinato a non comprare beni o pagare per cene e alloggiamenti nel classico modo che conosciamo. Sembra che ci siano parecchie persone pronte a seguire le sue orme. “Ho già ricevuto centinaia di proposte di aiuto da gente completamente sconosciuta da tutto il mondo. Mi offrono un letto gratuito, del cibo, e anche un passaggio gratis in macchina. Un aiuto che, devo ammettere, mi crea qualche difficoltà, mettendomi a disagio a volte”. L’irlandese non nasconde di esser stato influenzato dal film di Peter JosephZeitgeist”, e dal progetto Venus di Jacque Fresco e Roxane Meadows.

Non è la prima persona che prova a sopravvivere senza denaro: Mark Boyle, subito dopo essersi laureato in economia nel 2009, ha vissuto la sfida di vivere senza soldi per due anni e mezzo. Vivendo in un caravan in una fattoria vicino a Bath, Boyle ha coltivato la terra, si è auto-prodotto il cibo e si è messo a riciclare rifiuti recuperabili dalla discarica. Considerato un po’  il guru della free-economy Mark ha esortato altre persone ad aiutare il compagno irlandese: “Se incontrate Colin per strada, accoglietelo a braccia aperte. Il lavoro che sta facendo con il movimento del Free World Charter è di grandissima importanza” ha detto.

Colin Turner ha già raggiunto l’Italia, e girando l’Europa. Ha dichiarato che bisogna imparare a fidarsi della gente e a lavorare insieme alle persone in un progetto comune. “C’è molto lavoro da fare. Dobbiamo prima di tutto “umanizzarci”, imparare a comprendere i nostri bisogni e a relazionarci tra di noi. Solo allora potremmo iniziare il progetto affascinante di una società che funziona senza denaro. 

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