La scena è una sala museale con i Giganti di Mont’e Prama. Le figure emergono dalla penombra come dopo un lungo sonno: teste e busti in arenaria retti da supporti metallici che ricompongono ciò che per decenni è stato solo un mosaico di frammenti.
Queste statue, alte oltre due metri, arrivano dalle colline del Sinis vicino a Cabras. Rappresentano arcieri, guerrieri e pugilatori; gli occhi a cerchi concentrici sono la loro firma più famosa. La datazione cade tra IX e VIII secolo a.C. e colloca Mont’e Prama tra i massimi esempi di scultura monumentale del Mediterraneo protostorico.
L’arenaria locale si lascia leggere in controluce: colpi di scalpello, abrasioni, fratture antiche. Il montaggio su telai non è un vezzo scenografico, è una scelta trasparente che racconta la ricerca e il restauro. Ogni tassello ritrovato aggiunge un dettaglio alla storia della Sardegna nuragica, dove la memoria degli eroi passa attraverso la pietra.
Davanti a questi volti il tempo si fa concreto. Non si osservano solo statue, ma l’incontro tra una comunità e il suo paesaggio: cave di sabbia, vento di maestrale, riti e identità. Il museo offre luce e silenzio per ascoltare ciò che la pietra prova a dire da quasi tremila anni.
All’interno del museo, i visitatori possono esplorare una serie di reperti che vanno dal neolitico all’epoca romana. Tra questi ci sono ceramiche, utensili, gioielli e armi, che offrono una visione dettagliata della vita quotidiana, delle abilità artigianali e delle pratiche religiose delle antiche culture sarde.
Il museo presenta anche una collezione dedicata alla civiltà nuragica, famosa per i suoi enigmatici nuraghi – torri di pietra che punteggiano il paesaggio sardo. Attraverso i reperti, si può apprezzare l’ingegnosità e l’organizzazione sociale di questa civiltà. Le esposizioni includono oggetti ritrovati in vari siti archeologici, come nuraghi, tombe dei giganti e pozzi sacri.
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