Chaharshanbe Suri

Chaharshanbe Suri

Chahārshanbe Suri, che in persiano significa “mercoledì rosso” o “mercoledì di festa”, è una celebrazione tradizionale iraniana che si tiene l’ultima sera del martedì prima del Nowruz, il capodanno persiano. Le sue origini risalgono all’epoca zoroastriana, quando il fuoco era considerato sacro e simbolo di purezza e luce.

Durante questa festa, le persone accendono dei piccoli falò per strada o nei cortili e vi saltano sopra ripetendo una formula rituale: “Zardi-ye man az to, sorkhi-ye to az man”, che si traduce in “Il mio pallore a te, il tuo rossore a me”. Questo gesto simboleggia il desiderio di abbandonare la malattia e la negatività dell’anno vecchio per accogliere l’energia e la salute del nuovo anno.

Nel tempo, Chahārshanbe Suri è diventata anche un’occasione rumorosa e vivace, con l’uso di petardi e fuochi d’artificio, specialmente nelle città. Non mancano le usanze popolari legate alla divinazione, alla musica tradizionale e ai dolci distribuiti tra i vicini, in un’atmosfera di comunità. In molte famiglie si prepara una zuppa chiamata Ash Reshteh, insieme a frutta secca e noci, cibi che portano fortuna.

Chahārshanbe Suri rappresenta così un momento di purificazione, di speranza e di festa che segna la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, preparando il cuore e la casa all’anno nuovo.

Nell’immagine: Un individuo sta roteando un oggetto infuocato – molto probabilmente lana d’acciaio ardente o un altro materiale pirotecnico – creando un effetto scenico a pioggia di scintille. Questa tecnica, spesso usata in spettacoli notturni durante la festa, produce uno straordinario cerchio luminoso al centro e una scia di scintille che si irradiano in tutte le direzioni.

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