Sulla Strada della Morte… ma sempre con il sorriso: “Mom, I’m fine”. 🚵‍♂️

Sulla Strada della Morte… ma sempre con il sorriso: “Mom, I’m fine”. 🚵‍♂️

Avvolti dalla nebbia e da un silenzio rotto solo dalle ruote sul fango, Jonathan e il suo gruppo di ciclisti celebrano l’impresa con uno scatto spettacolare lungo la leggendaria “Strada della Morte”, in Bolivia. Tra pareti rocciose e strapiombi da brivido, un cartello familiare torna a dire, con ironia surreale, che va tutto bene. Il contrasto tra la pericolosità del luogo e la serenità del messaggio crea un effetto potente: qui il “Mom, I’m fine” è quasi una sfida al destino, un inno alla vita che scivola veloce tra curve e precipizi. Ma sempre con il casco ben allacciato.

La Strada della Morte in Bolivia, ufficialmente chiamata Yungas Road, è uno dei percorsi più famosi – e famigerati – del mondo. Si trova tra La Paz e la regione tropicale dei Yungas, nel nord del paese. Fu costruita negli anni ’30 da prigionieri di guerra paraguayani e collega l’altopiano andino con la foresta amazzonica. Per decenni è stata l’unica via di comunicazione tra la capitale e le zone basse, ed era tristemente nota per il numero impressionante di incidenti: centinaia di morti ogni anno. Da qui il nome “Camino de la Muerte”.

La strada è stretta, sterrata, senza guardrail, e spesso incastonata nella montagna con strapiombi profondi fino a 600 metri. In certi tratti non supera i tre metri di larghezza, e si percorre sotto pioggia, nebbia o fango. Il traffico era particolarmente pericoloso anche perché, a differenza del resto del paese, qui si guida a sinistra: una regola adottata per permettere al conducente del veicolo in discesa di avere una visuale migliore del ciglio.

Oggi la Strada della Morte non è più la principale via commerciale (è stata sostituita da una più moderna e sicura), ma è diventata una delle attrazioni turistiche più estreme della Bolivia. Migliaia di ciclisti da tutto il mondo la percorrono in discesa – dai 4700 metri del Passo La Cumbre fino ai 1200 di Coroico – vivendo un’esperienza mozzafiato, letteralmente. Tra curve cieche, cascate che bagnano il percorso e un panorama che cambia dalla tundra andina alla giungla tropicale, è un viaggio che mescola adrenalina e bellezza.

Leggi l’articolo completo 👇🏻

Mom, I’m fine! Il messaggio del viaggiatore alla sua mamma


Leggi racconti e storie di Viaggiatori a tempo indeterminato 🚀🧳🥾

 

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*