Dai belvedere di Allerona lo sguardo corre lontano, scivola tra dorsali morbide, pieghe d’argilla, uliveti disegnati a scacchiera. Qua e là affiorano casali in pietra, piccoli cipressi a segnare i crinali, una strada bianca che scompare dietro una collina. È l’Umbria di confine: in poche pedalate sfiori Toscana e Lazio, ma il ritmo resta quello di campagna, lento, regolare come il ronzio dei trattori in primavera e il profumo di legna in inverno.
È un territorio da vivere senza fretta: sentieri che partono dal borgo, anelli facili tra poderi e vigne, soste in frantoio quando l’olio nuovo è appena uscito dal separatore.
Chi arriva qui spesso lo fa per “staccare”: si parcheggia, si cammina mezz’ora, si fotografa la trama dei filari e si ascolta il silenzio, interrotto da una campana lontana. Non servono attrazioni urlate: bastano i dettagli – un muretto a secco, un orto curato, il fumo di un camino – per capire perché questi paesaggi, discreti e veri, rimangono negli occhi più di qualsiasi cartolina.
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L’Umbria che non ti aspetti: itinerari non turistici per viaggiatori lenti
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