Celebrità che salvano animali: eroismo e conseguenze ecologiche

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Nel corso degli anni, diverse personalità famose, sia italiane che internazionali, si sono distinte per aver salvato animali imprigionati in gabbie, spesso con l’intento nobile di liberarli in natura. Queste azioni però, seppur mosse da buone intenzioni, non hanno esiti positivi. Prima di liberare un animale dobbiamo capire se il posto in cui lo stiamo abbandonando al suo destino è adatto per lui in primis, ma anche per la flora e la fauna che vivono lì. Pensiamo al caso della nutria negli Stati Uniti: questi roditori originari del Sud America furono inizialmente introdotti per la loro pelliccia, ma successivamente liberati quando il mercato crollò. Liberati però in ecosistemi non nativi, dove hanno cominciato a devastare le zone umide, causando gravi problemi ambientali​.

Diverso tempo fa, un giovane di nome Elias Pereira, era salito alle cronache per aver salvato una tartaruga di mare bloccata su una spiaggia, riorientandola verso il mare. Questo intervento ha probabilmente avuto un impatto positivo immediato, il problema è che altre operazioni simili, specialmente se non coordinate con esperti, possono disturbare gli equilibri naturali delle specie marine.

Anche personalità del mondo dello spettacolo hanno compiuto gesti eroici nei confronti degli animali, senza però pensare alle conseguenze.

Risale a pochi giorni fa la notizia di Salmo, noto rapper italiano, che avrebbe salvato un’aragosta rilasciandola in mare. Durante una cena in un ristorante della Costa Smeralda, ha deciso di acquistare e liberare l’aragosta in mare piuttosto che mangiarla, affermando di non essere riuscito a guardarla negli occhi e lasciarla morire. Questo gesto, documentato e condiviso sui social, ha suscitato molte reazioni. Ma liberare animali allevati in ambienti controllati in natura può essere rischioso, sia per l’animale stesso che per l’ecosistema marino​.

 

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Non è la prima volta che un’aragosta viene salvata dalle torture della pentola di uno chef. Diverso tempo fa una donna aveva ordinato un’aragosta viva da 215 dollari per poi rilasciarla in mare senza pensare alle conseguenze.

Il gesto di liberare un’aragosta in mare, sebbene benintenzionato, è tuttavia problematico. Gli esperti sottolineano che l’aragosta potrebbe non sopravvivere fuori dal suo habitat naturale e potrebbe introdurre malattie. Inoltre, gli animali allevati in cattività possono avere difficoltà ad adattarsi alla vita selvatica.

Anche Licia Colò, qualche anno fa, aveva compiuto un simile errore.

Famosa conduttrice televisiva italiana e grande amante degli animali, Licia ha spesso utilizzato la sua notorietà per sensibilizzare il pubblico sul tema del maltrattamento degli animali. Tra i suoi numerosi interventi, ha salvato diversi granchi destinati a finire in pentola, liberandoli in mare. Anche se l’intento è lodevole, come per il caso di Salmo, sarebbe stato meglio se questa azione fosse stata compiuta sotto la supervisione di esperti per evitare danni all’ecosistema locale.

In America, è diventata famosa per un simile abbaglio anche Miley Cyrus.

Per chi non la conosce si tratta di una cantante e attrice americana che ha adottato numerosi cani randagi e ha sostenuto diverse campagne per il salvataggio degli animali. Anche lei enfatizza l’importanza di un’adozione responsabile e dell’educazione del pubblico sui rischi ecologici legati al rilascio di animali non autoctoni in natura. Tuttavia​ è stata criticata per aver posato su un albero di Joshua, un’azione che potrebbe danneggiare queste piante protette. Il Mojave Desert Land Trust ha chiesto alla cantante di rimuovere la foto dai suoi social media per evitare che altre persone emulassero il suo gesto, danneggiando ulteriormente gli alberi.

Un esempio di come a volte, pur partendo da buone intenzioni, le azioni possono avere conseguenze inaspettate e potenzialmente dannose per l’ambiente.

L’introduzione di animali non autoctoni può avere conseguenze devastanti. Ma cosa dicono le leggi e le normative vigenti?

La normativa italiana e comunitaria è molto chiara su questi temi.

La Legge 157/1992 regola la protezione della fauna selvatica e prevede sanzioni severe per chi causa danni ecologici con l’introduzione di specie alloctone. Inoltre, il Codice dell’Ambiente, con gli articoli dal 311 al 318, disciplina il risarcimento dei danni ambientali, obbligando chi causa tali danni a porre in essere misure di riparazione.

Quindi come “salvare gli animali” correttamente?

È lodevole che alcune persone, famose o meno, si preoccupino per la salute e il benessere degli animali.

Per chi desidera aiutare gli animali, è fondamentale però seguire linee guida scientifiche ed essere in contatto con organizzazioni competenti. Azioni di salvataggio dovrebbero essere coordinate con enti che hanno le competenze necessarie per gestire le specie in modo appropriato, per evitare di arrecare danni agli ecosistemi. All’estero, tra le organizzazioni che operano in questo ambito vi sono l’American Humane, che promuove il benessere e la sicurezza degli animali, e la Fondazione Petco, che sostiene adozioni e programmi di sterilizzazione per ridurre la popolazione di animali selvatici​.

Per chi desidera aiutare gli animali in Italia, ci sono diverse associazioni che operano nel paese per proteggere il benessere degli animali e promuovere pratiche sostenibili.

Tra queste, LAV (Lega Anti Vivisezione) e ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) sono tra le più attive nella promozione dei diritti degli animali e nella gestione di rifugi per animali abbandonati. OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC) offrono assistenza e supporto per cani e gatti randagi, promuovendo campagne di sensibilizzazione e sterilizzazione. Anche WWF Italia e LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) sono impegnati nella tutela della fauna selvatica e degli habitat naturali, lavorando per garantire una convivenza sostenibile tra uomo e natura.

Si tratta di ottimi punti di riferimento per chi vuole contribuire alla salvaguardia degli animali in modo responsabile.

Sebbene il desiderio di salvare animali in difficoltà sia lodevole, è importante che tali interventi siano effettuati in modo consapevole e coordinato. Solo così si può garantire il benessere degli animali senza compromettere l’equilibrio ecologico. Le celebrità e i cittadini comuni devono essere informati e collaborare con esperti per evitare di trasformare una buona azione in un problema ecologico.


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About Silvia S. 7 Articles
Silvia è laureata in Scienze Biologiche con un'innata passione per la natura e la biologia. Profondamente coinvolta nell'esplorazione del vivente, ama condividere le sue conoscenze e scoperte, credendo fermamente nel potere della condivisione e dell'educazione.

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