Il volto nascosto del turismo in Xinjiang: tra influencer e moda, si rafforza la propaganda cinese

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Negli ultimi mesi, un fenomeno controverso ha catturato l’attenzione internazionale, soprattutto quella degli analisti dei diritti umani. Influencer e marchi di moda stanno contribuendo, direttamente o indirettamente, alla propaganda cinese che nasconde la repressione della minoranza uigura.

Da un lato, noti influencer viaggiano nella regione dello Xinjiang, famosa per la sua storia di violazioni dei diritti umani, promuovendola come una meta turistica da sogno nei loro vlog, che omettono qualsiasi riferimento al lavoro forzato o ai campi di “rieducazione”. Sebbene non ci siano prove di compensi per loro da parte del governo, le loro narrazioni si allineano perfettamente alla strategia cinese di controllo della percezione globale.

In un contesto digitale in cui il racconto personale può facilmente sovrastare le denunce ufficiali, la loro popolarità diventa un potente strumento di disinformazione.

Clicca sulla foto per approfondimenti. Foto crediti: Kuzzat Altay – Parole chiave: propaganda cinese uiguri Xinjiang influencer moda  


La repressione degli uiguri nello Xinjiang: lavoro forzato e diritti negati

Gli uiguri sono una minoranza etnica prevalentemente musulmana che vive nella regione autonoma dello Xinjiang, in Cina. Negli ultimi anni, secondo rapporti delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni per i diritti umani, il governo cinese ha avviato una repressione sistematica contro questa popolazione. Gli uiguri sono spesso sottoposti a sorveglianza di massa, internamenti in campi di “rieducazione”, lavoro forzato e abusi. L’industria tessile, in particolare la produzione di cotone, è stata associata a pratiche di lavoro forzato, con stime di milioni di persone sfruttate in queste condizioni.
foto crediti: Chrisna Senatus – parole chiave: propaganda cinese uiguri Xinjiang influencer moda

Anche la moda sotto il mirino degli attivisti

Parallelamente, anche l’industria della moda in Cina è sotto pressione, con richieste sempre più forti per garantire trasparenza e rispetto dei diritti umani.
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Dopo che diverse aziende hanno espresso preoccupazione per il possibile utilizzo di cotone raccolto con il lavoro forzato in Xinjiang, la Cina ha reagito con boicottaggi mirati e critiche ai brand occidentali. Le aziende che hanno preso posizione contro l’uso del cotone proveniente dalla regione hanno subito pesanti contraccolpi, non solo in termini economici ma anche di immagine. Alcuni marchi, per esempio Schlein, H&M e Nike, sono stati oggetto di una vasta campagna di boicottaggio orchestrata dalle autorità cinesi e amplificata sui social media.

Questi due fenomeni, quello degli influencer e la risposta del governo cinese all’industria della moda, sono parte di una più ampia strategia di propaganda e controllo narrativo. La Cina sta cercando di mantenere il silenzio internazionale sulle violazioni dei diritti umani, mentre promuove un’immagine positiva della sua politica interna. Gli influencer, spesso inconsapevolmente, diventano complici di questa strategia, mentre i brand devono bilanciare l’etica e le relazioni commerciali in uno scenario geopolitico sempre più complesso.

La questione di fondo resta: come possiamo, come viaggiatori e consumatori, evitare di diventare complici di queste dinamiche e sostenere pratiche più etiche e informate?

Piccoli passi verso il cambiamento 👣

Non possiamo ignorare il potere delle nostre scelte quotidiane.

Informarci sulle pratiche etiche dei prodotti che consumiamo e sostenere marchi che rispettano i diritti umani è fondamentale. Dobbiamo anche guardare con spirito critico il lavoro degli influencer che, in cerca di facili visualizzazioni, promuovono narrazioni fuorvianti. Il boicottaggio consapevole e il supporto a campagne contro il lavoro forzato in Xinjiang possono fare la differenza.

Un’altra piccola cosa che possiamo, oltre a rimanere informati, è unirci alle petizioni globali e utilizzare la nostra voce per chiedere trasparenza e giustizia.

Foto gallery: il popolo degli Uiguri


Fonti:


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About Silvia S. 8 Articles
Silvia è laureata in Scienze Biologiche con un'innata passione per la natura e la biologia. Profondamente coinvolta nell'esplorazione del vivente, ama condividere le sue conoscenze e scoperte, credendo fermamente nel potere della condivisione e dell'educazione.

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