Negli ultimi mesi, un fenomeno controverso ha catturato l’attenzione internazionale, soprattutto quella degli analisti dei diritti umani. Influencer e marchi di moda stanno contribuendo, direttamente o indirettamente, alla propaganda cinese che nasconde la repressione della minoranza uigura.
Da un lato, noti influencer viaggiano nella regione dello Xinjiang, famosa per la sua storia di violazioni dei diritti umani, promuovendola come una meta turistica da sogno nei loro vlog, che omettono qualsiasi riferimento al lavoro forzato o ai campi di “rieducazione”. Sebbene non ci siano prove di compensi per loro da parte del governo, le loro narrazioni si allineano perfettamente alla strategia cinese di controllo della percezione globale.
In un contesto digitale in cui il racconto personale può facilmente sovrastare le denunce ufficiali, la loro popolarità diventa un potente strumento di disinformazione.
Clicca sulla foto per approfondimenti. Foto crediti: Kuzzat Altay – Parole chiave: propaganda cinese uiguri Xinjiang influencer moda
La repressione degli uiguri nello Xinjiang: lavoro forzato e diritti negati
Anche la moda sotto il mirino degli attivisti
Questi due fenomeni, quello degli influencer e la risposta del governo cinese all’industria della moda, sono parte di una più ampia strategia di propaganda e controllo narrativo. La Cina sta cercando di mantenere il silenzio internazionale sulle violazioni dei diritti umani, mentre promuove un’immagine positiva della sua politica interna. Gli influencer, spesso inconsapevolmente, diventano complici di questa strategia, mentre i brand devono bilanciare l’etica e le relazioni commerciali in uno scenario geopolitico sempre più complesso.
La questione di fondo resta: come possiamo, come viaggiatori e consumatori, evitare di diventare complici di queste dinamiche e sostenere pratiche più etiche e informate?
Piccoli passi verso il cambiamento 👣
Non possiamo ignorare il potere delle nostre scelte quotidiane.
Informarci sulle pratiche etiche dei prodotti che consumiamo e sostenere marchi che rispettano i diritti umani è fondamentale. Dobbiamo anche guardare con spirito critico il lavoro degli influencer che, in cerca di facili visualizzazioni, promuovono narrazioni fuorvianti. Il boicottaggio consapevole e il supporto a campagne contro il lavoro forzato in Xinjiang possono fare la differenza.
Un’altra piccola cosa che possiamo, oltre a rimanere informati, è unirci alle petizioni globali e utilizzare la nostra voce per chiedere trasparenza e giustizia.
Foto gallery: il popolo degli Uiguri
Fonti:
- https://www.telegraph.co.uk/world-news/2024/09/21/british-travel-bloggers-sugarcoating-china-uyghur-problem/
- Influencers Uyghur Propaganda
- China Hits Back at Fashion Crackdown
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