Un viaggio lento e multimediale tra cultura, natura e innovazione
“Un mix tra un carnet de voyage d’altri tempi e un’esperienza multimediale innovativa”, Malesia Express è una mostra virtuale che vi porta nel cuore del Sud-Est asiatico. Tra mega-città e foreste pluviali, storie di sostenibilità e l’arte dell’incontro, scopriamo in questa intervista come un disegnatore (Fabio Cioffi) ha trasformato il suo viaggio in un racconto immersivo tutto da esplorare. 🚂
Ciao Fabio, da dove nasce l’idea di “Malesia Express” e cosa ti ha ispirato maggiormente nella sua realizzazione?
“Malesia Express” omaggia i treni intercontinentali che permettono lunghi spostamenti attraverso le nazioni. Allo stesso modo, la mostra porta i visitatori verso altri luoghi.
Gli spunti di partenza sono stati letterari e storici: suggestioni legate ai romanzi d’avventura e alla cinquecentesca “rotta delle spezie”, la via marittima verso Oriente aperta dai navigatori europei fino all’arcipelago indonesiano, miste alla curiosità di vedere coi miei occhi quale forma stesse assumendo il progresso “laggiù” nel Sud-Est asiatico.
Da disegnatore, sono partito portando matite, taccuino e bagagli con l’idea di fare un “reportage” da luoghi così lontani e diversi, per cultura, ambiente, aspetto e tradizioni, raccontandoli in una narrazione dal respiro più ampio rispetto ai racconti di viaggio oggi molto diffusi sul web o sui social. Qualcosa che fosse simile a un libro, un “carnet de voyage” d’altri tempi o magari un documentario, in cui racchiudere i diversi aspetti e risvolti del viaggiare.
Sia quello impattante ed emozionale, fatto di stupore e meraviglia, sia approfondendo la storia e le diversità di questi posti “esotici e lontani”. E questo richiede chiaramente tempo e anche una forma diversa da un video o un post social, in cui tende a prevalere il “mordi e fuggi” da rendere virale.
Ho pensato quindi a una mostra che potesse far “viaggiare” in modo interattivo i visitatori.
Quali sono i messaggi principali che vuoi trasmettere attraverso la mostra? Come pensi che l’approccio multimediale possa amplificare questi messaggi rispetto a un racconto tradizionale?
Il senso è principalmente quello di raccontare un paese lontano e poco conosciuto, o considerato poco rilevante, mostrandone l’affascinante varietà di volti e la contemporaneità, ciò che lo rende diverso da un paese occidentale e che può essere anche di ispirazione nelle scelte e nei comportamenti personali.
Più che lanciare messaggi, quindi, suggerire e far scoprire.
Il fatto che il percorso espositivo sia multimediale, cioè costruito con contenuti di vario tipo, è stato per me un modo di rendere più completa e, mi auguro, coinvolgente la narrazione, proprio perché si può interagire con le opere. Il visitatore può scegliere se leggere un testo, sfogliare delle foto, attivare un video e così via, costruendo da sé il proprio percorso.
“In attesa a Kuala Lumpur” – Un’illustrazione di Fabio Cioffi tratta da Malesia Express
Puoi raccontarci un episodio o un’immagine che simboleggia al meglio il contrasto tra le mega-città e la natura locale?
Questa fusione di natura esuberante e metropoli salta subito agli occhi visitando i centri principali della Malesia. A Kuala Lumpur, che è la capitale del Paese, la vegetazione e le palme spuntano alla base di grattacieli lucenti tra i più alti al mondo, e una macchia di foresta pluviale si estende per chilometri nel centro urbano.
Più dissonante è l’effetto di questa convivenza a Johor Baru, città sulla punta meridionale della penisola malese, dove la pianificazione urbana mi è parsa più rozza e queste torri da primato puntellano i campi fitti di piante e animali selvatici.
Il quartiere indiano di Kuala Lumpur – foto crediti: Fabio Cioffi /Malesia Express
Che ruolo giocano i temi di sostenibilità e rispetto per l’ambiente nel vostro progetto?
L’ambiente naturale in Malesia è considerato una risorsa e un patrimonio da proteggere e valorizzare. Non solo quando si può: è una priorità, nonostante anche lì ci siano interessi contrastanti e contraddizioni.
L’azione legislativa e politica, da quel che ho raccolto, non ha bisogno di manifestazioni e cortei per essere stimolata. Nella mostra riporto alcune delle misure che hanno adottato e che mi hanno più colpito.
“Sostenibilità” è diventata una parola ombrello anche di molte iniziative al sapore di “fuffa”, come le compensazioni di CO2 per le spedizioni continue di corrieri e pacchi, magari piantando un albero in Colombia.
Trovo invece che frequentare la natura, continuare a conoscerla, ci spinga in modo spontaneo a rispettarla e a “sostenerla”, modificando abitudini e comportamenti. Prestando ascolto, chiaramente, anche alla “voce della Scienza”.
Nel percorso “Malesia Express” ci sarà parte della ricchissima varietà di flora e fauna malese da scoprire. Ed essendo una mostra virtuale, sarà una visita davvero a chilometro zero, sostenibile almeno per quanto riguarda gli spostamenti.
Cacatua nero delle palme (dettaglio) – illustrazione di Fabio Cioffi /Malesia Express
Come coinvolgete gli altri viaggiatori? Ci sono modi specifici in cui il pubblico può contribuire o interagire con la mostra?
Si interagisce sul piano sensoriale, muovendosi tra i contenuti in mostra con le dita e con gli occhi, cliccando e scrollando, attivando video e ascoltando suoni. E si potrà anche lasciare messaggi e propri commenti “sotto” le opere (chiaramente con garbo).
Sul piano più strettamente economico, invece, per contribuire si può pre-acquistare un biglietto d’ingresso con una donazione minima di 5€ attraverso la raccolta fondi “Malesia Express, alla scoperta del Sud-Est asiatico” in corso su Eppela.com. Chi decide di sostenere il progetto con un importo più alto, oltre al link per l’accesso alla mostra, riceverà una serie di opere originali come ringraziamento.
Come sta andando la raccolta fondi su Eppela? Avete ulteriori progetti in programma per il futuro?
Se alcuni hanno da subito sostenuto il progetto, a qualche settimana dall’avvio stiamo cercando di amplificare la visibilità dell’iniziativa e raggiungere altre persone per ingranare una marcia più alta.
Invito quindi anche chi ci legge a salire a bordo del “Malesia Express” e contribuire. Riprendendo il titolo di un celebre album, “la vita è l’arte dell’incontro” e, anche se a volte non è proprio chiaro cosa questo voglia dire, è pur vero che dal confronto con altre persone e altre culture spesso si trovano spunti per meglio coesistere. Anche senza uno spritz in mezzo.
Progetti futuri?
Sì, ne ho, ma sposo la filosofia di “un passo alla volta” e, per il momento, li lascio in cantina ad affinarsi come il vino nuovo.
Piantagioni di tè nelle Cameron Highlands (illustrazione e foto) – crediti immagini: Fabio Cioffi /Malesia Express
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