Bluesky punta su un design essenziale e intuitivo, eliminando distrazioni come pubblicità invasive, notifiche continue e metriche ossessive. È un ritorno a un’esperienza più “umana” di socializzazione online.
Gli utenti possono unirsi o creare “istanze”, cioè spazi autonomi con regole proprie. Questo favorisce la diversità di esperienze, ma anche un maggiore controllo su ciò che viene condiviso e con chi.
Bluesky si basa su una filosofia open source, il che significa che la community può contribuire al miglioramento della piattaforma e verificarne il codice, garantendo una maggiore trasparenza rispetto ai social tradizionali.
“Skeet”
Uno degli aspetti più curiosi e divertenti di Bluesky è il nome scelto per i post: “skeet”. Mentre la maggior parte delle piattaforme social utilizza termini più neutri o immediati (come “tweet” su Twitter o “post” su Facebook), Bluesky ha deciso di differenziarsi con una scelta linguistica fuori dal comune.
Ma perché “Skeet”?
Il termine è nato come una fusione giocosa tra “Sky” (dal nome del social) e “Tweet” (in riferimento a Twitter). Tuttavia, la parola ha un significato gergale ben noto nei paesi di lingua inglese, in particolare negli Stati Uniti, dove può riferirsi a connotazioni volgari o legate al mondo della cultura pop.
Quando il termine è stato annunciato, ha immediatamente scatenato risate e meme sui social. Molti utenti hanno sottolineato l’ironia e l’ambiguità del nome, trasformando involontariamente “skeet” in un piccolo fenomeno virale. Il fatto che il team di Bluesky abbia deciso di mantenere il termine, nonostante le reazioni, dimostra un atteggiamento autoironico e disinvolto che ha conquistato una parte del pubblico.
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