Sprofondato nei fondali del Mar Egeo per oltre duemila anni, un antico ingranaggio arrugginito ha gettato nel caos tutto ciò che credevamo di sapere sulla tecnologia del mondo antico. La Macchina di Anticitera, ritrovata nel 1901 da un gruppo di pescatori di spugne, è un artefatto a dir poco misterioso, una finestra su una civiltà capace di innovazioni che sembravano impossibili. Definito da molti il “primo computer analogico della storia”, il meccanismo risale al II secolo a.C. (tra il 150 e il 100 a.C.) ed è in grado di prevedere con incredibile precisione eventi astronomici e cicli lunari.
Chi lo ha costruito? E come potevano gli antichi Greci padroneggiare una simile complessità meccanica in un’epoca in cui si pensava che il sapere tecnologico fosse rudimentale? Preparatevi a un viaggio attraverso i segreti di un dispositivo che continua a sconvolgere scienziati, archeologi e appassionati di misteri.
Il meccanismo di Anticitera: i frammenti rimasti
Il meccanismo di Anticitera è oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene, in Grecia.
Qui è esposto come una delle attrazioni principali, protetto da teche trasparenti che permettono di osservare da vicino i suoi frammenti, accuratamente restaurati.
Le parti visibili, ricoperte da una patina verde dovuta all’ossidazione del bronzo, rivelano l’incredibile complessità di questo dispositivo risalente a oltre 2000 anni fa. L’allestimento del museo permette di apprezzarne sia la struttura originale sia le ricostruzioni moderne che aiutano a comprenderne il funzionamento.
Il ritrovamento del relitto di Anticitera
Intorno alla Pasqua del 1900, vicino all’isola di Anticitera, pescatori di spugne provenienti da Symi scoprirono per caso un importante relitto antico. Stavano navigando verso la costa settentrionale dell’Africa e tentarono di ancorare sulla costa orientale dell’isola, vicino al porto di Potamos. Il relitto si trovava a soli 25 metri dalla costa, a una profondità di circa 50 metri. Le operazioni di recupero iniziarono alla fine dello stesso anno in condizioni difficili e durarono molti mesi.
Gli oggetti recuperati dal relitto erano tesori greci provenienti da vari siti. Comprendevano il carico di una nave che probabilmente salpava da Delo o da una città della costa dell’Asia Minore verso l’Italia, quando fu spinta fuori rotta a causa di un clima estremamente avverso e affondò in mare. I reperti includevano sculture in bronzo e marmo, oltre a vasi di terracotta e frammenti di mobili. Il primo oggetto recuperato dal fondo del mare fu il braccio destro di una statua in bronzo del III secolo a.C. raffigurante un filosofo. Si tratta della statua del Filosofo di Anticitera, esposta nella GALLERIA 29 della Collezione di Sculture del Museo Archeologico Nazionale, dove si trova anche la famosa statua in bronzo del Giovane di Anticitera, attribuita a Eufranore, scultore del IV secolo a.C., o alla sua scuola. Le statuette in bronzo provenienti da Anticitera sono creazioni classiciste del II secolo a.C., influenzate dalle sculture del periodo classico. Tra i bronzi più impressionanti vi sono il Meccanismo di Anticitera, la lira e parti di divani. Le statue in marmo sono attualmente esposte nell’ATRIUM del Museo.
I pezzi principali del dispositivo, con ingranaggi e componenti in bronzo, sono esposti in teche trasparenti per permettere una visione dettagliata. I frammenti mostrano chiaramente i segni del tempo e l’ossidazione, ma rivelano la straordinaria complessità tecnologica del dispositivo.
I sette frammenti rinvenuti
Il Meccanismo di Anticitera è costituito da sette grandi frammenti principali (A-G) e 75 pezzi più piccoli, tutti realizzati in bronzo, sebbene non sia certo che tutti i frammenti minori appartengano effettivamente al dispositivo. Originariamente, il meccanismo conteneva almeno 30 ingranaggi, quadranti, scale, assi e indicatori, accompagnati da iscrizioni greche che fornivano indicazioni per calcoli astronomici e calendari, oltre a istruzioni per l’uso. Era racchiuso in una custodia con struttura in legno, probabilmente ornata con placche di bronzo sul fronte e sul retro.
Il Meccanismo di Anticitera e il suo rapporto con la Luna
Nell’antichità la Luna era un punto di riferimento fondamentale per diverse attività umane, come la pesca e la caccia, che dipendevano dalle sue fasi. Per questo motivo, gli antichi svilupparono calendari piuttosto precisi basati sull’anno solare di 365,5 giorni e sul mese lunare di 29,5 giorni.
Il meccanismo include diversi calendari luni-solari, come il ciclo quadriennale delle Olimpiadi e l’Oktateride, un periodo di otto anni che equivale a 99 mesi lunari e cinque periodi di Venere. Questi cicli regolavano eventi importanti come i Giochi Olimpici e altre festività religiose.
Rappresentare le fasi della Luna era una delle funzioni principali del meccanismo: dalla Luna Nuova alla Luna Piena, in modo da mostrare il progresso del mese lunare. Il dispositivo tracciava anche la posizione della Luna intorno alla Terra, seguendo il mese sinodico di 29,5 giorni.
Il calcolo della posizione lunare avveniva attraverso un sistema basato su quattro ingranaggi. Questi ingranaggi, leggermente decentrati e con raggi diversi, simulavano la velocità variabile della Luna lungo la sua orbita: più veloce al perigeo (il punto più vicino alla Terra) e più lenta all’apogeo (il punto più lontano). Un meccanismo a perno collegava gli ingranaggi, permettendo un movimento realistico.
La fase lunare invece veniva indicata da una piccola sfera argentata, che rappresentava simbolicamente la Luna nel dispositivo. Dettaglio che riflette l’attenzione degli antichi greci nel coniugare scienza e simbolismo nella loro comprensione del cosmo.
Illustrazione (fronte e retro) di una ricostruzione della macchina di Anticitera
Immagini realizzate da “AUTH” (Aristotle University of Thessaloniki), ossia l’Università Aristotele di Salonicco. Questa università è uno dei centri principali coinvolti nello studio e nella ricostruzione del Meccanismo di Anticitera. Gli studiosi e i tecnici di questa istituzione hanno lavorato su modelli accurati del meccanismo, sia in formato fisico che digitale, utilizzando i dati ottenuti dalle scansioni tomografiche e dalle ricerche archeologiche.
Il pannello frontale include una rappresentazione dettagliata delle funzioni principali, come:
- La scala zodiacale: mostra le posizioni dei segni zodiacali, collegata alle osservazioni astronomiche dell’epoca.
- Il calendario egiziano: registra i mesi secondo il calendario egiziano antico, utile per sincronizzare i cicli stagionali.
- Il quadrante lunare: illustra le fasi della Luna e il suo moto apparente.
- La lancetta del Sole (Sun Pointer): indica la posizione del Sole lungo il percorso eclittico.
- I pianeti: un sistema complesso che simula il movimento visibile dei pianeti conosciuti (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno).
Il pannello posteriore include:
- Il calendario Metonico: basato su un ciclo di 19 anni, calcola la corrispondenza tra anni solari e lunari.
- Il quadrante di Callippo: rappresenta un ciclo di 76 anni per maggiore precisione rispetto al calendario Metonico.
- Il ciclo di Saros: utilizzato per prevedere eclissi solari e lunari, coprendo un periodo di 223 mesi lunari.
- Il ciclo Exeligmos: perfeziona il ciclo di Saros, aggiungendo informazioni per un calcolo più accurato delle eclissi.
In quanto combina matematica, scienza e artigianato in un’unica opera straordinaria, la macchina di Anticitera è senza ombra di dubbio un capolavoro di conoscenze astronomiche dell’antichità.
Leave a Reply