Vespa velutina 🐝

Vespa velutina 🐝

foto crediti: Freddy (via pixabay –

Il calabrone asiatico (Vespa velutina) è un imenottero originario del sud-est asiatico, diffuso in paesi come India, Indocina, Cina e Giava.

Si distingue per le dimensioni leggermente inferiori rispetto al calabrone europeo (Vespa crabro) e per la colorazione più scura, con una banda giallo-arancione verso il pungiglione e le estremità delle zampe di colore giallo.

Nel 2004, Vespa velutina è stata accidentalmente introdotta in Europa, precisamente nella regione dell’Aquitania in Francia, probabilmente attraverso merci di origine cinese. Da lì, si è rapidamente diffusa in diversi paesi europei, tra cui Spagna, Portogallo, Belgio, Germania e Italia. In Italia, la presenza del calabrone asiatico è stata segnalata per la prima volta nel 2013. Da allora, sono stati rilevati focolai in diverse regioni, tra cui Liguria, Piemonte, Veneto, Lombardia e Toscana. Ad esempio, nel novembre 2022, un esemplare di Vespa velutina è stato trovato nella località Malcontenta nel comune di Mira (VE), mentre nell’ottobre 2023 sono stati individuati e neutralizzati due nidi nel comune di Cittadella (PD).

Il calabrone asiatico rappresenta una minaccia considerevole per le api europee, suo alimento preferito.

Nel suo habitat originario, le api hanno sviluppato strategie difensive contro questo predatore, ma le specie europee non possiedono tali comportamenti, che le rende particolarmente vulnerabili agli attacchi di Vespa velutina. ​ Per contrastare la sua diffusione in Italia, sono stati attivati piani di sorveglianza e monitoraggio. Ad esempio, la Regione Veneto ha avviato un monitoraggio ufficiale coordinato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Inoltre, è stata sviluppata l’applicazione “StopVelutina” per facilitare il monitoraggio e la segnalazione di avvistamenti da parte di apicoltori e cittadini. ​

È fondamentale che apicoltori e cittadini segnalino tempestivamente la presenza di Vespa velutina alle autorità competenti per permettere interventi rapidi ed efficaci. La collaborazione tra enti di ricerca, associazioni di apicoltori e istituzioni è essenziale per contenere la diffusione di questo predatore invasivo e proteggere l’apicoltura e la biodiversità locale.

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