
La parola referendum viene dal latino: deriva dal verbo referre, che significa “riferire” o “riportare”. In pratica, è uno strumento attraverso cui chi governa riporta la decisione al popolo, cioè chiede ai cittadini di esprimersi direttamente su una legge. In Italia, il tipo di referendum di cui parliamo l’8 e 9 giugno 2025 è abrogativo, cioè serve a decidere se cancellare (abrogare) o mantenere una legge o parte di essa.
Cosa significa votare SÌ o NO
Per ognuno dei 5 referendum, votare SÌ significa voler cancellare la norma attuale, mentre votare NO significa volerla lasciare com’è ora.
Cosa significa SÌ o NO in ciascun caso:
1. Licenziamento ingiusto (articolo 18)
- SÌ: vuoi che chi viene licenziato senza un giusto motivo possa tornare al lavoro, come era prima della riforma del Jobs Act.
- NO: vuoi che resti com’è adesso, cioè che chi viene licenziato senza motivo riceva solo dei soldi, ma non torni al lavoro.
SÌ (cancella la norma attuale, torna il reintegro)
✅ Vantaggi:
- Maggiore tutela per i lavoratori: chi viene licenziato ingiustamente potrebbe tornare al lavoro, non solo ricevere soldi.
- Può scoraggiare licenziamenti arbitrari da parte dei datori di lavoro.
❌ Svantaggi:
- Le imprese potrebbero sentirsi meno libere nella gestione del personale.
- Rischio di più contenziosi legali lunghi e costosi.
NO (lascia com’è, solo risarcimento)
✅ Vantaggi:
- Maggiore flessibilità per le aziende nel gestire il personale.
- Meno cause legali per ottenere il reintegro.
❌ Svantaggi:
- Il lavoratore ha meno protezione: se licenziato senza motivo, riceve solo un’indennità.
- Meno incentivo per il datore a rispettare i criteri di giustizia.
2. Risarcimento senza limiti nei piccoli licenziamenti
- SÌ: vuoi togliere il limite massimo ai risarcimenti per i licenziamenti ingiusti nelle piccole imprese, così il giudice può decidere liberamente quanto far pagare all’azienda.
- NO: vuoi che resti il tetto massimo previsto dalla legge, cioè un limite a quanto può essere pagato.
SÌ (cancella il tetto massimo all’indennizzo)
✅ Vantaggi:
- Il giudice può decidere caso per caso quanto è giusto far risarcire, senza limiti fissi.
- Più giustizia nei casi gravi.
❌ Svantaggi:
- Le piccole imprese rischiano costi imprevedibili.
- Potrebbe scoraggiare l’assunzione nelle aziende con meno risorse.
NO (mantiene il tetto massimo all’indennizzo)
✅ Vantaggi:
- Le imprese, specie le piccole, hanno maggiore certezza sui costi di un licenziamento.
- Si evitano risarcimenti considerati “esagerati”.
❌ Svantaggi:
- Il risarcimento può essere troppo basso rispetto al danno subito dal lavoratore.
- Limita l’autonomia del giudice.
3. Contratti a termine
- SÌ: vuoi limitare l’uso dei contratti a termine, cioè rendere più difficile per le aziende usare contratti brevi in modo continuativo.
- NO: vuoi che le regole attuali rimangano, quindi le aziende possono continuare a rinnovare i contratti a termine come oggi.
SÌ (vuoi rendere più difficile abusare dei contratti a termine)
✅ Vantaggi:
- Favorisce contratti stabili e a tempo indeterminato.
- Riduce il precariato, soprattutto tra i giovani.
❌ Svantaggi:
- Le aziende possono avere più difficoltà ad adattarsi a bisogni temporanei.
- Possibile riduzione delle assunzioni se la burocrazia diventa più pesante.
NO (lascia le regole attuali)
✅ Vantaggi:
- Le imprese possono gestire più facilmente le esigenze stagionali o temporanee.
- Più flessibilità in settori dove il lavoro fisso non è sempre possibile.
❌ Svantaggi:
- Si rischia l’abuso dei contratti brevi, con lavoratori costantemente “a scadenza”.
- Più incertezza sul futuro per i lavoratori.
4. Sicurezza negli appalti
- SÌ: vuoi che tutte le aziende coinvolte in un appalto (anche quella che affida il lavoro) siano responsabili se un lavoratore si fa male, non solo quella per cui lavora direttamente.
- NO: vuoi che resti com’è oggi, cioè solo l’azienda che assume direttamente il lavoratore è responsabile.
SÌ (tutti i soggetti dell’appalto sono responsabili insieme)
✅ Vantaggi:
- Più tutela per i lavoratori: anche chi affida il lavoro (committente) deve garantire sicurezza.
- Incentivo a scegliere ditte serie e rispettose delle regole.
❌ Svantaggi:
- Maggiore burocrazia e costi per chi affida lavori.
- Potrebbe scoraggiare l’uso degli appalti, anche legittimi.
NO (rimane responsabile solo l’impresa diretta)
✅ Vantaggi:
- Regole più semplici per chi commissiona lavori.
- Minori rischi legali per chi non ha contatto diretto con i lavoratori.
❌ Svantaggi:
- Meno garanzie per la sicurezza nei cantieri.
- Possibili “scaricabarile” in caso di incidenti.
5. Cittadinanza dopo 5 anni di residenza
- SÌ: vuoi che gli stranieri possano chiedere la cittadinanza italiana dopo 5 anni di residenza (invece che 10).
- NO: vuoi che resti la regola attuale, cioè servono 10 anni di residenza.
SÌ (riduce da 10 a 5 anni il tempo per chiedere la cittadinanza)
✅ Vantaggi:
- Favorisce l’integrazione di chi vive stabilmente in Italia.
- Aiuta persone che lavorano e pagano le tasse a sentirsi parte della comunità più in fretta.
❌ Svantaggi:
- Critiche da chi ritiene che 5 anni siano troppo pochi per conoscere bene lingua e cultura.
- Potenziale aumento delle richieste e più lavoro per la burocrazia.
NO (mantiene i 10 anni attuali)
✅ Vantaggi:
- Più tempo per valutare l’integrazione effettiva prima di concedere la cittadinanza.
- Minor rischio di “uso strumentale” della residenza.
❌ Svantaggi:
- Persone integrate da anni restano “straniere” anche se vivono e lavorano in Italia.
- Ritardi nella piena partecipazione civile e politica.
Ricorda
Puoi votare:
- Domenica 8 giugno dalle 7:00 alle 23:00
- Lunedì 9 giugno dalle 7:00 alle 15:00
Il tuo voto è valido solo se va a votare almeno il 50% degli aventi diritto.
Altrimenti il referendum non è valido, anche se vincesse il SÌ.
Per ulteriori informazioni sul Referendum dell’ 8 e 9 giugno 2025, è possibile consultare il sito del Ministero dell’Interno il sito del proprio Comune di residenza.
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