
Il 18 giugno 2025, migliaia di studenti italiani si sono trovati di fronte a una scelta curiosa e stimolante durante la prima prova dell’Esame di Stato. Tra le tracce proposte per il saggio argomentativo (Tipologia B), spiccava quella firmata da Telmo Pievani, filosofo della scienza, biologo evoluzionista e noto divulgatore scientifico.
Il brano selezionato, tratto dal saggio “Un quarto d’era (geologica) di celebrità”, affronta un tema tanto urgente quanto trascurato nel dibattito pubblico: l’Antropocene. Con stile lucido e coinvolgente, Pievani riflette sul peso dell’impronta umana sul pianeta, sul concetto di tecnosfera – l’insieme di tutte le infrastrutture e oggetti creati dall’uomo – e sull’impatto ecologico che caratterizza l’era geologica attuale. L’autore invita a una presa di coscienza collettiva sul ruolo che la nostra specie ha nel determinare il destino della Terra.
Cos’è l’Antropocene?
Immagina di poter guardare la storia della Terra come se fosse un enorme libro con tanti capitoli. Per milioni di anni, il pianeta è cambiato da solo, con il ritmo lento della natura: vulcani che esplodono, continenti che si spostano, ghiacciai che si sciolgono e si riformano. Gli esseri umani, per molto tempo, sono stati solo comparse in questo grande racconto. Ma da un paio di secoli a questa parte, e soprattutto dopo la rivoluzione industriale, qualcosa è cambiato. Gli esseri umani sono diventati protagonisti. Abbiamo costruito città, scavato miniere, tagliato foreste, inquinato mari e cieli. E soprattutto abbiamo iniziato a cambiare il clima, consumando risorse e producendo rifiuti come mai prima nella storia.
Ecco perché alcuni scienziati hanno iniziato a parlare di “Antropocene”: un modo per dire che siamo entrati in una nuova epoca, in cui l’impatto degli esseri umani sul pianeta è diventato così grande da lasciare un segno profondo, visibile e forse irreversibile.
Al di là delle discussioni scientifiche, parlare di Antropocene è anche un modo per chiederci: che tipo di mondo stiamo costruendo? Che traccia vogliamo lasciare dietro di noi? Riconoscere che facciamo parte del problema può essere difficile, ma significa anche che possiamo essere parte della soluzione. Non servono supereroi: basta che ognuno, nel suo piccolo, cominci a guardarsi attorno con occhi diversi. È da lì che nasce il cambiamento.
L’ecologia come tema scolastico (e di vita)
Il fatto che il Ministero dell’Istruzione abbia inserito una traccia di questo tipo nella Maturità è un segnale importante.
Parlare di ecologia, oggi, non è un lusso da intellettuali o una moda da salotto, ma una necessità educativa. La crisi climatica, la perdita di biodiversità, l’esaurimento delle risorse naturali sono realtà che i giovani devono conoscere e affrontare con strumenti culturali, scientifici e umani.
Proporre testi come quello di Pievani a studenti diciottenni significa offrire loro una lente attraverso cui leggere il mondo in cui vivono, e forse anche immaginare un modo diverso di abitarlo: più consapevole, più lento, più sostenibile.
Quando la scienza incontra la vita (e la famiglia)
C’è anche un retroscena simpatico dietro questa vicenda: tra gli studenti che hanno affrontato la Maturità c’era anche Luca, il figlio di Telmo Pievani. E, con una scelta tanto coraggiosa quanto affettuosa, ha deciso di svolgere proprio la traccia scritta da suo padre. Un gesto che ha sorpreso lo stesso Pievani, il quale ha commentato con ironia: «Speravo non lo facesse…».
Perché ne parliamo su Viaggiare con lentezza
Chi segue Viaggiare con lentezza sa che il nostro modo di intendere il viaggio è profondamente legato all’etica della cura: dell’ambiente, delle comunità, dei ritmi naturali. La riflessione di Pievani è perfettamente in linea con questi valori. Rallentare, per noi, non è solo un atto turistico, ma una scelta politica ed ecologica. Viaggiare con lentezza significa anche capire quanto fragile e prezioso sia il mondo che attraversiamo.
Per questo ci sembra fondamentale dare spazio a voci come quella di Telmo Pievani e augurarci che sempre più giovani – non solo a scuola – si pongano domande scomode ma necessarie:
che traccia vogliamo lasciare sul pianeta? E soprattutto, come possiamo renderla più leggera, più giusta, più bella?
Chi è Telmo Pievani?
Telmo Pievani è un filosofo della scienza, biologo evoluzionista e uno dei più importanti divulgatori scientifici italiani. Insegna Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università di Padova, dove si occupa di evoluzione, biodiversità e rapporti tra scienza e società.
Con il suo linguaggio chiaro e appassionato, Pievani riesce a spiegare concetti complessi in modo accessibile, parlando spesso di temi come il cambiamento climatico, l’Antropocene e il ruolo dell’uomo nella natura. Collabora con riviste, giornali, festival e programmi televisivi, ed è autore di numerosi libri.
Nel 2025, un suo testo sull’impatto umano sul pianeta è stato scelto come traccia per l’esame di maturità in Italia, confermando la rilevanza del suo pensiero anche in ambito educativo.
Ti è piaciuto questo articolo? Se sì, condividilo con chi crede che l’educazione ambientale sia la base di ogni buon viaggio. 🌍✍️
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