La Bessa (Piemonte): dove la natura incontra l’oro degli antichi Romani
Il Parco Regionale della Bessa, noto anche come Riserva Naturale Speciale della Bessa, è un altipiano fluvio-glaciale situato nel Biellese, tra i comuni di Borriana, Cerrione, Mongrando e Zubiena. Copre circa 750–1 100 ha (798 ha protette), all’imbocco della Valle d’Aosta, su un terrazzo compreso tra i torrenti Viona, Elvo e Olobbia. Il suo paesaggio è segnato da cumuli di ciottoli e profonde incisioni vallive: un territorio plasmato dall’uomo, dal suo lavoro e dalla geologia.
Geologia e natura
La Bessa si è originata grazie al ghiacciaio Balteo, che tra 1 milione e 10 000 anni fa ha trasportato materiali morenici dai massicci alpini fino alla pianura, lasciando detriti minerali arrotondati e ciottoli di granito, gneiss, serpentinite, micascisti, eclogiti e dioriti.
Questo terreno pietroso favorisce un microclima arido e secco, un laboratorio naturale per piante resistenti: prima licheni e muschi, poi felci, eriche e arbusti, infine querce, ciliegi, ginestre, stellaria bulbosa, Lilium bulbiferum e Cyclamen purpurascens.
Anche la fauna ha un suo ruolo: roditori, arvicole, toporagni, talpe, lepri, volpi, vipere, biacchi, colubri di Esculapio, allocchi e barbagianni popolano la riserva.
Storia: l’oro e le pietre
Già frequentata da popolazioni protostoriche (Salassi, Victimuli), tra il II e I secolo a.C. la Bessa fu una delle più importanti miniere d’oro romane. L’oro alluvionale, trasportato dai corsi d’acqua, fu sfruttato da migliaia di operai (fino a 5 000 contemporaneamente) che realizzarono una rete di canali, bacini di raccolta, murature e capanne per il lavaggio e la selezione del sedimento.
Gli scarti pietrosi, accumulati nei cumuli e nei conoidi antropici, sono ancora visibili oggi: dune tagliate da canaloni, cumuli di ciottoli che formano uno scenario quasi “lunare”. Secondo stime, furono estratte complessivamente 270 tonnellate d’oro. Le fonti antiche (Strabone, Plinio) confermano l’abbandono dell’attività già nella seconda metà del I secolo a.C., quando Roma si rivolse alle miniere spagnole.
Itinerari e cosa vedere
La riserva è attraversata da cinque itinerari segnalati, ideali per passeggiate o bike. Tra quelli classici si ricordano “Ciapei Parfundù” e il percorso delle incisioni rupestri, con massi decorati da coppelle e scanalature, databili tra il Neolitico e l’Età del Ferro.
Passeggiando sui cumuli si incontrano:
- i canali romani di canalizzazione e lavaggio delle sabbie;
- i conoidi antropici, depositi di scarto;
- massine e strutture murarie: capanne, muri in secco, resti di capanne degli operai;
- incisioni rupestri: coppelle, canaletti, allineamenti su massi erratici;
- cumuli alti fino a 10 m e valloni profondi.
Consigli utili alla visita 🔍
- Usa scarponcini o stivali: il terreno è accidentato e scivoloso.
- Attieniti ai sentieri: è facile perdere l’orientamento.
- Rispetta la flora e la fauna: vietato asportare pietre o disturbare gli animali.
- Fuochi solo in aree attrezzate, cani al guinzaglio, raccolta funghi regolamentata.
- Evita le ore centrali nei giorni estivi: il caldo può essere intenso.
Per proteggere l’ambiente naturale e archeologico della Bessa, è importante rispettare alcune semplici regole:
- Non raccogliere pietre, fiori o piante.
- Non avvicinarsi o danneggiare i siti archeologici.
- Non abbandonare rifiuti: porta con te ciò che hai portato dentro.
- È vietata la caccia e l’uso di mezzi motorizzati fuori dai parcheggi.
- Rimani sui sentieri segnalati: in Bessa è facile perdersi.
Alcuni accorgimenti utili per godersi la visita:
- I cani devono essere sempre al guinzaglio.
- L’accensione di fuochi è consentita solo nelle aree attrezzate.
- Il campeggio è possibile solo se autorizzato.
- Non disturbare la fauna: silenzio e rispetto sono fondamentali.
- Evita di entrare nei prati coltivati o danneggiare i muretti a secco.
🔸 Consiglio pratico: usa scarponcini o stivali da trekking, e preferisci le prime ore del mattino o del tardo pomeriggio, evitando il caldo intenso nelle giornate estive.
Museo dell’Oro e della Bessa
A Vermogno (Zubiena) si trova il Museo dell’Oro e della Bessa, gestito dall’Ecomuseo Valle Elvo e Serra e dall’Associazione Biellese Cercatori d’Oro. Aperto tutte le domeniche dalle 14:30 alle 18:30 con ingresso gratuito, presenta attrezzi di ricerca, esempi di tecniche antiche e moderne, e organizza escursioni e prove di panatura lungo l’Elvo.

Come arrivare
Facilmente raggiungibile dall’autostrada A4 (uscita Santhià), la SS143 conduce a Cerrione e alle frazioni di Vermogno e Mongrando, dove si trovano il Centro Visite e i principali accessi alla riserva.
La Bessa è un luogo davvero particolare dove storia, geologia e natura si intrecciano: una miniera romana a cielo aperto formata da cumuli di ciottoli, canyon artificiali e incisioni rupestri, in un ambiente ricco di specie vegetali rare e fauna silenziosa. È una meta ideale per chi vuole scoprire un passato lontano, usufruire di passeggiate su sentieri segnati e arricchire la visita con un tuffo nel museo dell’oro, vicino e gratuito.
Qui, in un paesaggio sospeso tra natura selvaggia e antichità, ogni pietra racconta una storia di fatica e ingegno.
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Se sì, condividi la tua esperienza: racconta cosa ti ha colpito, quali sentieri hai percorso, se hai trovato indicazioni utili o se hai suggerimenti per altri visitatori. Ogni consiglio è prezioso! Puoi anche segnalare eventuali errori, nuove scoperte, curiosità storiche o botaniche: aggiornare e arricchire le informazioni, insieme, fa parte dello spirito del viaggio lento e consapevole.
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