Chi è Morrissey e perché ci piace, nonostante tutto
Stephen Patrick Morrissey – per tutti semplicemente Morrissey – è una figura leggendaria della musica inglese, una di quelle voci che, una volta ascoltate, si imprimono nel cuore per sempre. Ex frontman degli Smiths, è riuscito a costruire una carriera solista altrettanto potente e influente, tra poesia urbana, malinconia elettrica e provocazioni senza filtro.
E sì, diciamolo: le sue dichiarazioni degli ultimi anni hanno sollevato non poche polemiche, tra appoggi discutibili e frasi fuori luogo. Ma l’arte, a volte, ci mette davanti a un dilemma: possiamo amare l’artista anche quando non condividiamo l’uomo? Per chi scrive, la risposta è ancora – anche se con fatica – un sì. Perché Morrissey rappresenta un universo sonoro che ha cambiato la vita di tanti, me compresa.
E allora, se sta tornando a suonare in Italia, non possiamo che preparare lo zaino e partire, (ovviamente con lentezza e rispetto).
Perché non suona più con gli Smiths?
La domanda che ogni fan si è posto almeno una volta: perché gli Smiths non si sono mai riuniti?
La risposta è tanto semplice quanto dolorosa: rapporti personali ormai irrecuperabili. Dopo lo scioglimento della band nel 1987, le tensioni tra Morrissey e il chitarrista Johnny Marr sono diventate insanabili. A peggiorare le cose, ci sono state battaglie legali con gli altri membri della band, Andy Rourke (scomparso nel 2023) e Mike Joyce, per questioni di diritti d’autore e royalties.
Morrissey è notoriamente testardo e fiero. Johnny Marr, dal canto suo, ha dichiarato più volte di non voler tornare indietro. Anche se la speranza non muore mai per i fan, è ormai certo che una reunion non ci sarà.
Eppure, la scintilla degli Smiths continua a vivere nei cuori e nei live di Morrissey, che ogni tanto concede qualche brano del glorioso passato.
Le regole da rispettare a un concerto di Morrissey
Andare a un concerto di Morrissey non è un’esperienza come le altre. È una specie di rito. E come ogni rito, ha le sue regole.
🎤 Regole per assistere al concerto di Morrissey
| 🥩Divieto di carne e pesce | Nessun consumo o vendita nei chioschi, anche nei ristoranti vicini |
|---|---|
| 💧Acqua consentita solo senza tappo | Niente altre bevande o contenitori in vetro/lattina |
| 🔒Divieto oggetti pericolosi | No armi, coltelli, esplosivi, catene, gioielli chiodati |
| 📷Restrizioni tech | No attrezzature video/foto professionali, no registratori |
| 🪑No sedie | Né sedie portatili né permanenti |
| 🎒Borse limitate | Max 30×30×15 cm, niente zaini grandi |
| 📱No gadget ingombranti | Niente iPad, bastoni selfie, cartelloni grandi |
Niente carne, ovunque.
Morrissey è un noto attivista per i diritti degli animali.
Ai suoi concerti, la vendita e il consumo di carne sono vietati. Potremmo pensare che si tratti di un capriccio ma in realtà è una forma coerente di espressione artistica e politica. Ed è proprio questo dettaglio che, per me, ha rappresentato un colpo di fulmine nel lontano 1997: ero adolescente, vegetariana da poco, e leggere che un artista internazionale vietava carne ai suoi concerti… beh, mi ha fatto sentire meno sola.
Rispetto e silenzio durante i brani.
Morrissey non ama il chiasso fuori luogo.
Quando attacca una ballata come I Know It’s Over, il pubblico capisce – e si adegua. Si ascolta in silenzio, lasciandosi attraversare.
Niente flash, pochi telefoni.
Non siamo a un festival pop. I fan storici lo sanno: Morrissey non apprezza l’invasione di smartphone durante i suoi live. Un paio di foto, ok. Ma niente storie Instagram mentre canta Everyday Is Like Sunday.
Prendersi il tempo.
Arrivare presto, guardarsi intorno, respirare l’atmosfera.
I concerti di Morrissey sono anche luoghi d’incontro tra outsider, nostalgici, poeti mancati.
Ci si riconosce.
🎤 Gli album migliori di Morrissey (con gli Smiths e da solista)
Con gli Smiths:
- The Queen Is Dead (1986)
Un capolavoro assoluto, e non solo della band. Da There Is a Light That Never Goes Out a Bigmouth Strikes Again, è l’album che ha definito un’epoca. - Meat Is Murder (1985)
L’impegno animalista di Morrissey esplode qui, con la title track diventata un manifesto. Un disco ruvido, politico, necessario. - Strangeways, Here We Come (1987)
L’ultimo atto degli Smiths. Meno immediato, più complesso. Una fine elegante.
Da solista:
- Viva Hate (1988)
L’esordio solista. Suedehead e Everyday Is Like Sunday sono già classici. Un disco che non ha paura del cambiamento. - You Are the Quarry (2004)
Il ritorno trionfale dopo un periodo difficile. Irish Blood, English Heart è un inno di orgoglio e dissenso. - World Peace Is None of Your Business (2014)
Sottovalutato, ma pieno di spunti interessanti. Morrissey adulto, sarcastico e disilluso.
Si può andare ad un concerto di Morrissey nel 2025 per sentire, provare nostalgia, ma anche per condividere un certo modo di stare al mondo. E se il prezzo è tollerare qualche “uscita infelice” del nostro Moz, forse ne vale ancora la pena.
Perché quando attacca There Is a Light That Never Goes Out, tutto il resto, davvero, scompare.
- https://www.morrissey-solo.com/threads/morrisseys-demands-list-for-israel-concert.88884
- https://people.com/food/morrissey-vegetarian-cancel-concerts/
- https://alabamatheatre.com/event/morrissey/
- https://www.capital.it/articoli/concerto-morrissey-roma-regole/
- https://www.funweek.it/roma-news-curiosita-eventi/concerto-morrissey-a-roma
- https://www.auditorium.com/it/event/morrissey-2
In un mondo che corre veloce, facciamo una pausa per ascoltare davvero.
Qual è la musica che ti fa rallentare e sentire? Condividila nei commenti o inviaci un articolo: vogliamo creare insieme una playlist di suoni veri, senza filtri.


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