Via Francigena da Lucca a Roma una mini guida

Quattro giovani escursionisti con zaini e bastoncini da trekking camminano su una strada sterrata circondata da campi verdi, durante un tratto della Via Francigena da Lucca a Roma

Via Francigena da Lucca a Roma – una versione ridotta, ma intensa del cammino 🥾

Una pellegrina che percorre la Via Francigena da Lucca a RomaNon tutti hanno tempo per fare la Via Francigena “vera”, quella che parte da Canterbury e arriva fino a Roma, come fece nel 990 d.C. l’arcivescovo Sigerico. Quel cammino integrale richiede tempo, impegno e ferie che pochi possono permettersi.

E allora? Allora si fa come con il Cammino di Santiago, dove molti scelgono solo gli ultimi 100 km per avere la Compostela. Sulla Via Francigena succede qualcosa di simile: tanti pellegrini (se così si possono ancora chiamare, anche se ormai il viaggio è tutto fuorché religioso) scelgono di partire da Lucca e arrivare a Roma.

Lucca – Roma: è il tratto più bello della Via Francigena?

Secondo molti, sì.

Il tratto Lucca–Roma è considerato da moltissimi il più bello di tutto il cammino. Lo dicono soprattutto i pellegrini che hanno fatto tutta la VF.

Perché? Perché è un percorso che attraversa la Toscana più autentica, tra colline, vigneti, borghi antichi (e noi italiani, modestamente, ne abbiamo in quantità!) e poi entra nel Lazio, passando per paesi che sembrano usciti da un’altra epoca.

C’è ottimo cibo, scenari incredibili, ospitalità diffusa. È il cammino perfetto per chi ama camminare in natura ma vuole dormire la sera in un centro storico, con magari un bicchiere di vino locale in mano.

Detto questo, alcuni pellegrini (me compresa) citano anche il tratto dalla Val d’Aosta a Vercelli tra i più suggestivi della Francigena: lì, tra paesaggi alpini, silenzi, aria di alta quota e ostelli del pellegrino rinomati per la loro accoglienza, si respira un’atmosfera completamente diversa, più selvaggia, forse, ma altrettanto affascinante.

Un cammino che dovremmo conoscere tutti

La verità? Noi italiani spesso non sappiamo nemmeno cos’è la Via Francigena. Eppure è un cammino storico, affascinante, totalmente nostro.

Ho scoperto da poco che Checco Zalone, uno dei comici più noti in Italia, sta realizzando un film sul Cammino di Santiago. Ma cavolo, poteva farlo sulla Francigena, sulla nostra via, e magari farla conoscere al grande pubblico. E invece… niente. Mannaggia a lui!

Cos’è esattamente la Via Francigena?

Non è un singolo sentiero, ma una rete di percorsi che collega Canterbury a Roma, passando per Francia, Svizzera e Italia. Il nome significa più o meno “via dei franchi”. Storicamente era un cammino religioso, uno dei tre grandi pellegrinaggi medievali insieme a Santiago e Gerusalemme.

Oggi il suo significato è cambiato: c’è chi la fa per sfida personale, chi per cultura, chi per passione per la lentezza. Un mio amico australiano di nome Noah (incontrato durante il cammino), per dire, l’ha voluta fare dopo aver letto troppe volte il Signore degli Anelli – voleva vivere un’avventura fantasy nella vita reale!

E sì, la Francigena si può fare anche in bicicletta, anche se personalmente credo che a piedi sia tutta un’altra storia.

Lucca–Roma: quanto è lunga? E quanto tempo ci vuole?

  • 419 km da Lucca a Roma.
  • Tempo medio: 15–20 giorni, dipende dal passo.
  • Se invece inizi da Siena, sono circa 291 km, quindi si fa in una decina di giorni.

È difficile?

Non troppo.

Ho incontrato anziani di 70 anni, giovani coppie con neonati, escursionisti esperti e completi principianti.

Il primo giorno da Lucca è piuttosto tranquillo, ma già dal secondo e terzo iniziano dei saliscendi belli intensi. Una delle tappe più toste è quella verso Radicofani, che si trova al confine tra Toscana e Lazio: 800 metri di dislivello dopo una tappa da 30 km – lì si suda davvero.

In foto: la fortezza di Radicofani 👆

C’è chi dice che la Francigena sia più dura del Camino Portuguese, ma meno dura del Camino Francés.

Insomma: ci sono salite, pioggia, vento, fiumi da attraversare, giornate storte… come in ogni cammino serio. Ma niente che non si possa fare con un po’ di buona volontà. Primo consiglio banale ma fondamentale: zaino il più leggero possibile.

Alla fine?

La Via Francigena da Lucca a Roma è un’esperienza bellissima, alla portata di molti. E forse è arrivato il momento di iniziare a guardare di più ai cammini che abbiamo qui, in Italia, prima di andare a cercarli dall’altra parte del mondo.

Qui sotto, tra qualche giorno, pubblicherò il mio report dettagliato giorno per giorno. Se ti sta venendo voglia di partire, resta nei paraggi 😉


Due dritte prima di cominciare


Come orientarsi sulla Via Francigena 🔍

Tra Lucca e Roma ho trovato la Francigena segnalata piuttosto bene: basta tenere d’occhio frecce e ometti con il pellegrino lungo il cammino. In aggiunta, l’app ufficiale della Via Francigena è utile come supporto (non sempre super intuitiva, ma in costante miglioramento). Con cartelli + app non serve bussola. Piccola avvertenza per chi parte da Roma verso nord: in alcuni tratti la segnaletica “northbound” è più rada, quindi meglio avere una traccia GPX o una mappa offline come piano B.

Cartello turistico marrone con freccia verso destra e scritta “via Francigena”, pittogramma del pellegrino e bandiera europea su palo di legno; prato sullo sfondo.

Dove procurarsi la credenziale 🔍

La credenziale si può ordinare online oppure ritirare all’arrivo in città di partenza. Se inizi da Lucca, passa dal Centro Turistico o dal Duomo: di solito la rilasciano con un contributo simbolico. A Siena i punti di ritiro sono diversi (uffici turistici, strutture convenzionate e realtà legate alla Francigena). I timbri si raccolgono facilmente in ostelli, parrocchie e santuari; nelle grandi chiese—come il Duomo di Siena o la Cattedrale di Roma—spesso trovi un timbro dedicato ai pellegrini.


Le tappe

# Da – A Distanza Note
1 Lucca → Altopascio ~20 km Facile, servizi
2 Altopascio → San Miniato ~30 km Salita finale
3 San Miniato → Gambassi ~25 km Pochi ristori
4 Gambassi → San Gimignano ~15 km Breve, prenota alloggio
5 San Gimignano → Monteriggioni ~30 km Tratti acquosi in pioggia
6 Monteriggioni → Siena ~20 km Ingresso cittadino
7 Siena → Ponte d’Arbia ~25 km Pochi ristori
8 Ponte d’Arbia → San Quirico ~28 km Sole/partire presto
9 San Quirico → Radicofani ~33 km Lunga, valutare stop a Gallina
10 Radicofani → Acquapendente ~24 km Scelta Cassia/Proceno
11 Acquapendente → Bolsena ~24 km Scorci sul lago
12 Bolsena → Montefiascone ~18 km 100 km a Roma
13 Montefiascone → Viterbo ~18 km Antica Cassia
14 Viterbo → Vetralla ~16.5–22 km Strada Signorino/variante
15 Vetralla → Sutri ~24 km Parco archeol. finale
16 Sutri → Campagnano ~24 km Monte Gelato
17 Campagnano → La Storta ~23 km Possibili deviazioni/Bus
18 La Storta → Roma ~20 km Insugherata + Monte Mario


Tappa 1 – Da Lucca ad Altopascio (circa 20 km)


La prima tappa del cammino, da Lucca ad Altopascio, è una delle più semplici da affrontare. Il percorso si sviluppa per la maggior parte su sentieri tranquilli, lontani dal traffico, con solo qualche breve tratto su strada. È una camminata piacevole, durante la quale si cominciano a scorgere i paesaggi tipici della campagna toscana, dolci colline, piccoli borghi, campi coltivati e strade bianche.

Lungo il tragitto si trovano bar, negozi e ristoranti: ci si può fermare a riposare o rifornirsi senza troppe difficoltà. Una volta arrivati ad Altopascio, non mancano i luoghi dove mangiare, anche se molti aprono solo nel tardo pomeriggio, dopo le 18:00.

Per quanto riguarda il pernottamento, Altopascio offre diverse soluzioni turistiche. Tuttavia, se siete pellegrini, vi consiglio di scegliere un’ospitalità pensata per chi cammina, non solo perché spesso è più economica, ma perché mantiene vivo lo spirito del viaggio. Una delle opzioni più conosciute è la Magione Cavalieri del Tau, ostello comunale per pellegrini.
➡️ www.cavalierideltau.it

Naturalmente, chi ama il contatto diretto con la natura può anche valutare il wild camping, portando con sé zaino, sacco a pelo e spirito d’avventura. Non è per tutti, ma può trasformare il cammino in un’esperienza ancora più grezza, essenziale, vicina a quella dei pellegrini di un tempo.


Tappa 2 – Altopascio – San Miniato (circa 30 km)


Questa è una delle sezioni più idilliache della Via Francigena. Qui inizierete davvero ad assaporare le colline toscane da cartolina: dolci ondulazioni, cipressi, campi coltivati e piccoli borghi dove il tempo sembra rallentare.

Il percorso è abbastanza scorrevole, con un fondo misto tra asfalto e sterrato, e senza grandi dislivelli fino all’ultima parte: l’unica salita impegnativa è quella finale, per raggiungere il centro storico di San Miniato, arroccato in cima a una collina.

Lungo il cammino incontrerete paesini accoglienti come Galleno, Ponte a Cappiano e Fucecchio: ottimi luoghi per una pausa caffè o snack. Alcuni locali offrono sconti ai pellegrini, quindi tenete d’occhio i cartelli e i simboli della Francigena. Troverete anche un paio di fontane pubbliche per ricaricare le borracce.

Una volta arrivati, vi accorgerete subito che San Miniato è uno dei borghi più iconici dell’intera tratta toscana. Oltre al suo centro storico medievale e alla vista panoramica dalla rocca, è anche un buon posto per fare rifornimento. Il mercato centrale è aperto tutto il giorno (utile se volete comprare qualcosa da mangiare per cena o per la colazione del giorno dopo).

Attenzione però: le botteghe locali chiudono presto o osservano orari ridotti, quindi conviene fare provviste in tempo. A San Miniato Basso, poco prima della salita finale, c’è anche una Coop ben fornita.

Dove dormire a San Miniato?

Il mio consiglio, come sempre, è di cercare prima l’ostello del pellegrino. A San Miniato c’è una struttura molto conosciuta, la Casa L’Hospitale del Pellegrino, accogliente e in posizione comoda per i camminatori.

In alternativa, potete valutare l’Ostello San Miniato, ben recensito e con servizi dedicati ai pellegrini.

Per chi invece cerca un’accoglienza più spirituale, c’è il suggestivo Convento di San Francesco, gestito da volontari.

I prezzi variano generalmente tra i 20 e i 40 euro, a seconda che siano inclusi cena e colazione.

Veduta aerea della Torre di Federico II nel centro storico di San Miniato, con tetti in cotto e paesaggio collinare toscano sullo sfondo

La Torre di Federico II a San Miniato 👆


Tappa 3 – San Miniato – Gambassi Terme (25 km circa)


Il cammino che collega San Miniato a Gambassi Terme vi regalerà scorci spettacolari. Dopo circa un’ora di cammino, il tracciato vi condurrà all’interno di un paesaggio rurale immerso tra vigne, colline e ampie distese di campagna toscana. Durante il percorso, ci sono alcuni dettagli curiosi che meritano attenzione. Uno di questi è un diario nascosto nel tronco di un albero: è il taccuino della Via Francigena, dove i pellegrini possono lasciare un pensiero e leggere quelli di chi è passato prima.

Poco più avanti, troverete anche un cartello ben visibile con la scritta “Road to Rome”, perfetto per immortalare l’esperienza con una foto ricordo.

Dove mangiare a Gambassi Terme

All’arrivo a Gambassi Terme, trovare un posto per cenare può non essere semplice, soprattutto nei giorni festivi. Se arrivate di domenica, potreste trovare aperto solo un bar che funge anche da gelateria e creperia nel centro cittadino intorno alle 18:30. Anche se online vengono segnalati diversi ristoranti aperti, nessuno di questi potrebbe effettivamente essere disponibile in quel momento.

Per quanto riguarda le fonti d’acqua, c’è una fontanella collocata a circa 17 km dal punto di partenza. Al di fuori di questa, però, il cammino non offre molti altri punti di ristoro, quindi è essenziale partire ben equipaggiati con scorte di cibo e acqua sufficienti per coprire l’intera giornata. Considerate che il tratto è lungo circa 25 km e non troverete negozi o bar lungo la strada.

Prima di lasciare Gambassi Terme considerate uno stop a questo panificio con ottimi prodotti gastronomici!

Dove dormire: Ostello Sigerico

A Gambassi Terme i pellegrini possono chiedere ospitalità all’Ostello Sigerico, un’incantevole struttura privata che rimane aperta tutto l’anno. L’edificio, un antico monastero ristrutturato, offre sia camere condivise sia soluzioni private, con prezzi che variano indicativamente tra i 16 e i 20 euro a persona. Per chi vuole sostenere i “donativos“, a Gambassi c’è l’Accoglienza Pellegrino in Gamba, gestito da ex pellegrini. Non è segnalato su GoogleMaps ma potrete trovarlo su Gronze un sito spagnolo dedicato ai cammini a piedi (in particolare al Cammino di Santiago) che fornisce informazioni dettagliate su tappe, alloggi, mappe e consigli utili per i pellegrini.

Dopo una giornata di cammino sotto la pioggia, è un sollievo trovare un rifugio accogliente e caldo.


Tappa 4  Gambassi Terme – San Gimignano (15 km circa)


Si tratta di una tappa relativamente breve da percorrere a piedi rispetto alle precedenti.

Se avete un buon passo, potreste persino valutare di proseguire oltre San Gimignano. Ma forse vale la pena rallentare: il centro storico è ricco di dettagli, scorci e piccole botteghe tutte da scoprire. Lungo la Via Francigena troverete cartelli che segnalano enoteche e negozi di vino – perché non concedersi una sosta?

Veduta di Piazza della Cisterna a San Gimignano con la Torre del Diavolo sulla sinistra, il pozzo ottagonale al centro e gli edifici medievali in pietra che circondano la piazza in una giornata estiva.

Se siete curiosi di fare una degustazione, vi consiglio di telefonare prima alle cantine per chiedere disponibilità. San Gimignano è famosa per i suoi vini, in particolare la Vernaccia: fossi in voi, ne approfitterei!

Per quanto riguarda l’alloggio, questa è una delle rare occasioni in cui consiglio caldamente di prenotare in anticipo. San Gimignano è una meta molto turistica, e anche le strutture per i pellegrini tendono a riempirsi rapidamente. Chi sta percorrendo la Francigena e cerca una sistemazione semplice ma accogliente, può fare riferimento all’Ospitale dei santi Agostino e Giacomo, una chiesa e monastero che funziona anche come ostello per pellegrini (donativo).

A San Gimignano troverete almeno una coop dove poter fare scorta di cibo, per la tappa successiva.

Vista panoramica di San Gimignano, borgo toscano circondato dal verde, con le sue celebri torri medievali che si stagliano contro il cielo azzurro.
San Gimignano, soprannominata la “Manhattan del Medioevo”, vista da lontano con il suo inconfondibile profilo punteggiato di torri

Tappa 5: Da San Gimignano – Monteriggioni 30 km circa


parco naturale, ideale per un pranzo al sacco. Tra fiumiciattoli e piccole cascate, in estate può diventare anche un perfetto punto per un tuffo veloce. Se invece vi trovate in stagione di piogge, preparatevi ad attraversare qualche corso d’acqua: potrebbe essere necessario togliersi le scarpe e bagnarsi un po’.

Alloggiare nel borgo medievale di Monteriggioni non è sempre semplice, soprattutto d’estate.

Veduta aerea del borgo fortificato di Monteriggioni, in Toscana, completamente circondato da mura medievali con torri e immerso tra vigneti e oliveti.
Il borgo fortificato di Monteriggioni, visto dall’alto.

È una località molto frequentata dai turisti, e gli alloggi privati tendono ad avere prezzi alti. Ci sono diversi ristoranti ma fuori stagione, molti locali possono essere chiusi.

La parrocchia locale mette a disposizione dei pellegrini la Casa per Ferie Santa Maria Assunta (Monteriggioni). Trovate tutte le informazioni sul sito ufficiale. È consigliabile prenotare con largo anticipo.

Se cercate qualcosa poco prima di arrivare al borgo, esiste anche un’ottima alternativa: l’Ostello Contessa Ava dei Lambardi. Il prezzo è contenuto (siamo sui 23 euro circa), soprattutto considerando il contesto storico in cui si trova. È un luogo suggestivo, perfetto per chi ama dormire circondato dalla storia.


Tappa 6 da Monteriggioni a Siena (20 km circa)


Dopo Monteriggioni, il percorso continua su sentieri ombreggiati fino a sbucare improvvisamente su una strada asfaltata, dove si cammina a lato. In alcuni tratti, il traffico rende il passaggio poco sicuro. Si prosegue poi per circa 5 km verso le periferie di Siena: questa parte sembra non finire mai, ma l’arrivo nella splendida città ripaga ogni sforzo.

Circa 3 km dopo Monteriggioni si trova un’area picnic gestita da volontari, con una fontana dove poter bere e fare rifornimento d’acqua. Da queste parti c’è un abitante del posto che offre caffè gratis ai pellegrini, ma bisogna avere la fortuna d’incontrarlo.

Oltre questo punto, non ci sono altri ristori fino a Siena.

Siena

Siena è una tappa imperdibile del cammino da Lucca a Roma.

Siena

Se possibile, vale la pena fermarsi un giorno per visitarla.

Attenzione: il Duomo chiude alle 17:00, quindi, se vuoi far timbrare la credenziale, arrivaci prima.

Siena, cose da fare gratis,

Il Duomo di Siena 👆🏻

Per quanto riguarda l’alloggio, il mio consiglio è di prenotare in anticipo, soprattutto se si cerca una sistemazione privata.  Per chi, come me, ama l’ospitalità economica e spartana dedicata ai pellegrini ci sono l’accoglienza “donativa” di Santa Luisa, la Foresteria San Clemente ai Servi (economica a 15 €) oppure il classico ostello a 25€ di Santa Maria della Scala – Casa delle Balie.

Siena alternativa, Palio di Siena, piazza del campo,


Tappa 7 da Siena a Ponte d’Arbia (25 km circa)


Dopo il caos cittadino che si sperimenta a Siena, torna la calma dei campi: dapprima con un paesaggio di colline e cipressi, alternate a zone industriali, poi con la valle dell’Arbia e le alture che la delimitano, punteggiate di campi di grano.

Strada panoramica che serpeggia tra le colline coltivate della Val d’Arbia, nei dintorni di Siena, con casali e cipressi sullo sfondo sotto un cielo limpido.
Ciò che può sorprendere è che, nel tentativo di evitare le strade principali, si finisce per eludere quasi tutti i borghi che un tempo furono sicuramente attraversati dai pellegrini. Unica eccezione è Isola d’Arbia, preceduta da zone industriali.

Isola d’Arbia è il primo paese che si incontra lungo il cammino, e dispone di un bar. C’è anche un piccolo bar/ristorante nella zona industriale. Entrambi sono ottimi luoghi per fare una sosta. Dopo questo punto, troverete solo una fontana in un’area di sosta e nessuna possibilità di ristoro.

Consiglio per alloggiare a Ponte d’Arbia: Il Centro Cresti, un ostello a offerta libera poco fuori dal paese, con 6 camere e due bagni. I gestori sono persone meravigliose e molto accoglienti. Le camere sono confortevoli e c’è una cucina (con la possibilità, in estate, di un pasto condiviso). Consiglio di telefonare in anticipo per avvisare dell’arrivo. In alternativa, c’è un ostello donativo anche a Monteroni d’Arbia, un paese che precede Ponte d’Arbia. Si chiama Ostello Santi Giusto e Donato.


Tappa 8 da  Ponte d’Arbia a San Quirico d’Orcia (28 km circa)


Questa tratta incarna perfettamente l’immaginario da cartolina della Toscana: colline dorate, campi di grano, vigneti ordinati, casali in pietra e filari di cipressi.

Strada bianca fiancheggiata da cipressi che attraversa le colline ondulate della Val d'Orcia in Toscana, con casale sullo sfondo e cielo sereno.

Lungo il percorso si attraversano borghi suggestivi dove è possibile fermarsi per un caffè, una focaccia o qualche prelibatezza locale. I paesi più significativi sono Buonconvento e Torrenieri, entrambi con possibilità di ristoro, prima di affrontare la salita finale verso San Quirico d’Orcia, incastonato sulla sommità di una collina. Il percorso offre pochi tratti ombreggiati: se camminate in estate, specialmente ad agosto, è consigliabile partire molto presto al mattino.

Piccola chiesa in pietra, la Cappella della Madonna di Vitaleta, incorniciata da cipressi in una verde vallata della Val d'Orcia, Toscana.
Per chi ama il vino, non mancate l’occasione di assaggiare il celebre Brunello di Montalcino – in alcuni casi vengono offerti sconti speciali ai pellegrini. Vale la pena ricordare che l’intera Val d’Orcia è riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 2004. Gli ultimi chilometri del tragitto sono in salita, ma la vista su San Quirico ripaga lo sforzo.

Alloggi a San Quirico d’Orcia

San Quirico è un borgo storico affascinante, ideale per fermarsi a dormire. Tra le opzioni più apprezzate dai pellegrini c’è Il Palazzo del Pellegrino, con letti a partire da circa 20 euro. Un’alternativa ancora più economica è l’Ostello Parrocchia Collegiata (donativo), ma è spesso pieno, soprattutto in alta stagione. Conviene prenotare con un po’ di anticipo per assicurarsi un posto. Lo potete fare utilizzando questi contatti:

Indirizzo:Via delle Carbonaie 18, 53027, San Quirico d’Orcia, Siena, Italia
Telefono:+39 3477748732
Email:aminchiarri@gmail.com
Orari di apertura:
Aperto dal 1° Marzo al 15 Dicembre.

ℹ️ Cosa significa “donativo”?

Il termine donativo viene spesso usato negli alloggi per pellegrini per indicare che non c’è un prezzo fisso. Tuttavia negli ultimi anni, in molti posti in Italia, non significa più che l’offerta sia completamente libera o facoltativa.In pratica, si richiede una donazione minima obbligatoria – di solito di 10 euro – che serve a coprire almeno le spese vive dell’ospitalità (acqua, luce, pulizie, ecc.). Chi vuole e può, è libero di donare qualcosa in più, contribuendo così al sostegno della struttura.Quindi: se trovate la dicitura “donativo”, considerate che c’è comunque un contributo minimo atteso. È un gesto di rispetto per chi vi accoglie e per mantenere vive queste forme di accoglienza lungo i cammini.

Veduta panoramica mattutina di San Quirico d'Orcia e delle colline ondulate della Val d'Orcia con nebbia leggera e cipressi.

Nella foto: San Quirico d’Orcia


Tappa 9 da  San Quirico d’Orcia a Radicofani (33 km circa)


Questa è una tappa molto bella ma faticosa che potrebbe avere senso dividere in due giornate, ad esempio fermandosi a Gallina, per chi ama viaggiare senza fretta.

Approfittate di San Quirico per fare un po’ di spesa – più avanti ci sono diversi bar, ma potreste anche trovarli chiusi. A circa 20-25 km del percorso potreste imbattervi in un agriturismo che offre drink e snack ai viandanti.

Dopo San Quirico d’Orcia si raggiungono borghi interessanti come Vignoni Alto e Bagno Vignoni, quest’ultimo famoso per una grande piscina termale nel centro del paese.

Bagno Vignoni, grande vasca termale al centro del borgo con vapori che salgono dall’acqua, case in pietra e loggiati rinascimentali intorno, Val d’Orcia, Toscana, in luce dorata al tramonto.
La celebre vasca termale di Bagno Vignoni occupa l’intera piazza del borgo. Non ci si può immergere qui: l’acqua calda scende verso il Parco dei Mulini e gli stabilimenti termali del paese.

Radicofani,  meta finale di questa tappa, è situato su un imponente rocca che fu rifugio di Ghino di Tacco, il leggendario “Robin Hood” italiano; raggiungerla attraverso il cammino della Via Francigena è molto impegnativo ma si viene ricompensati dalla sua vista panoramica e dalla bellezza delle sue vie di pietra. Qui potete dormire all’Ospitale dei Santi Pietro e Giacomo che è un donativo, oppure l’stello comunale Rifugio Alceo Gestri i cui prezzi si aggirano sui 22€

Per i pellegrini più golosi, a Radicofani il ristorante la Grotta fa porzioni di pasta molto generose rispetto quelle cui potremmo essere abituati!

Se invece scegliete di fermarvi a Gallina, potete contare sull’accoglienza economica dell’ Ostello La Vecchia Posta oppure del Pollaio i cui prezzi si aggirano sui 20€.


Tappa 10 da  Radicofani a Acquapendente (24 km circa)


È venuto il momento di abbandonare la Toscana per entrare nel Lazio, attraverso il territorio etrusco della Tuscia.

Il paesaggio collinare termina per dare spazio al terreno piuttosto pianeggiante della valle del Paglio.

Da Ponte a Rigo si presenta un dilemma: seguire il percorso più breve, che coincide con la Via Cassia, o la variante più lunga, tranquilla e boschiva di Proceno? La scelta non è facile, perché la differenza di distanza è notevole: 8,0 km.

Acquapendente, meta finale della giornata, è un borgo laziale immerso tra colline e boschi. È anche conosciuta come la “Gerusalemme d’Europa” per la sua splendida basilica del Santo Sepolcro. Il nome Acquapendente deriva dal latino “aqua pendens”, cioè “acqua che scende”.
Il toponimo si riferisce ai numerosi corsi d’acqua e cascate che caratterizzavano la zona, soprattutto il torrente che scendeva a valle dal centro abitato, dando al borgo questo nome suggestivo e legato al paesaggio naturale.

Qui ci sono diverse interessanti accoglienze per i pellegrini: Accoglienza Podere Shangri-La  che è un donativo. Oppure Ostello La Casa del Pellegrino (che costa solo 10 €)

Prima di Acquapendente, segnaliamo anche la Parrocchia del Santissimo Salvatore (donativo) a Proceno  e, a Ponte a Rigo, La Casa del Pellegrino, accoglienza parrocchiale nella sacrestia della chiesa di Santa Elisabetta, ristrutturata come ostello per pellegrini. Vendono cibo e dispongono persino di stalle se state viaggiando con cavalli, muli o asini.


Tappa 11 da Acquapendente a Bolsena (24 km circa)


Questa è senza dubbio una delle tappe più belle della Via Francigena: non a caso al termine del cammino si raggiunge il lago di Bolsena. La camminata non è particolarmente faticosa e regala grandi soddisfazioni.

La prima parte del percorso si sviluppa su un altopiano agricolo fino a San Lorenzo Nuovo e non è particolarmente suggestiva. Lungo il tragitto si incontra infatti un solo paese e non ci sono fontanelle disponibili. San Lorenzo Nuovo, però, è una piccola località piacevole, con alcuni caffè carini, molto accogliente verso i pellegrini e con prezzi accessibili.

Dopo la sosta obbligata nell’unico centro intermedio, il percorso si fa più interessante: un bel tratto boscoso lascia spazio a uliveti e campi coltivati che costeggiano il grande cratere vulcanico fino al castello di Bolsena.

Nel borgo, dove i pellegrini vengono accolti con calore (pur senza donativi), si possono ammirare i resti etruschi e il centro storico, dominato dalla basilica di Santa Cristina. Immancabile una passeggiata fino al lago, dove è possibile rilassarsi sulla riva o concedersi un bagno rigenerante.

Per l’accoglienza dei pellegrini sono disponibili la Casa Suore del Santissimo Sacramento, la Casa di Preghiera Santa Cristina e la Foresteria Santa Maria del Giglio, con prezzi che variano dai 15 ai 30 euro.


Tappa 12 da Bolsena a Montefiascone (18 km circa)


I primi chilometri di questa tappa sono piuttosto agevoli e caratterizzati da splendide vedute panoramiche sul Lago di Bolsena. Successivamente si attraversano paesaggi agricoli tipici della zona e alcuni tratti boschivi con querce e olivi.

A metà percorso si incontra l’area naturale e archeologica di Turona, con una necropoli e suggestive cascate a pochi passi dal cammino. Poco prima dell’arrivo, nell’atrio della chiesa del Corpus Domini, si trova la pietra miliare che segna i 100 km mancanti a Roma.

Montefiascone, bella e suggestiva cittadina situata in cima a una collina, offre splendidi scorci ed è impreziosita da un delizioso parco-belvedere da cui ammirare il lago. I pellegrini più sportivi possono proseguire fino a Viterbo, rendendo però la tappa molto più impegnativa: circa 34 km in totale, con un allungamento di circa 14 km, seppur prevalentemente in discesa.

Cupola e torri della Basilica di Santa Margherita a Montefiascone, con vista sul Lago di Bolsena sotto un cielo nuvoloso.

A Montefiascone si trova una vasta scelta di strutture dedicate ai pellegrini.

L’unico alloggio a donativo è la Parrocchia Corpus Domini; tutte le altre opzioni hanno prezzi che variano tra 15 € e 25 €:

Interno della cupola della Cattedrale di Santa Margherita a Montefiascone, con affreschi ottocenteschi disposti a raggiera attorno all’oculo centrale.


Tappa 13 da Montefiascone a Viterbo (18 km circa)


Tappa di circa 17–18 km, facile, prevalentemente in discesa e poi in falsopiano; segnaletica Via Francigena ben presente; acqua e ristoro reperibili lungo il percorso, ma in estate conviene portare una buona scorta. Ci lasciamo alle spalle il lago di Bolsena e scendiamo da Montefiascone (dove si incontra la celebre pietra dei “100 km a Roma”) su un tracciato che presto si fa quasi pianeggiante. Il cammino attraversa vigne, noccioleti e boschetti di querce: molti tratti sono in ombra e l’andatura è regolare.

La parte più affascinante è che per lunghi tratti si cammina sull’Antica Via Cassia, una delle grandi strade consolari romane che collegava Roma all’Etruria e poi alla Toscana fino a Florentia e Lucca. Qua e là affiorano ancora le lastre del basolato: un pezzo di storia sotto i piedi (attenzione: con la pioggia possono essere scivolose).

Più avanti vale la sosta rigenerante alle Terme del Bagnaccio: piscine termali all’aperto che costeggiano l’itinerario e invitano a un tuffo rilassante prima dell’ultimo tratto verso la città.

Si entra infine a Viterbo, la “Città dei Papi”: un borgo medievale cinto da mura perfettamente conservate, con il quartiere di San Pellegrino, il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo che dominano l’antico colle.

Loggia gotica del Palazzo dei Papi a Viterbo lungo la Via Francigena, archi in peperino e cielo terso.

Fontane, piazze in peperino e vicoli lastricati accolgono i pellegrini con un’atmosfera intatta nel tempo.

Interno romanico del Duomo di Viterbo (San Lorenzo) con navate a colonnati e copertura a capriate lignee.

Dove i pellegrini possono alloggiare a Viterbo

Gli alloggi più tradizionali per i pellegrini (donativi) sono l’ospitale del Pellegrino e il Convento Cappuccini – Casa San Paolo 📍

Vicolo con archi in peperino e piante nel quartiere San Pellegrino di Viterbo.


Tappa 14 Da Viterbo a Vetralla (22 km circa)


In questa tappa della Via Francigena il cammino da Viterbo a Vetralla può seguire due varianti: una più lunga, attorno ai 22 km, e una più breve di circa 16,5 km.

Molti pellegrini optano per quest’ultima, attratti non solo dalla distanza ridotta ma anche dal fascino della Strada Signorino, un antico tracciato etrusco scavato nel tufo che attraversa campagne silenziose e prive di servizi fino a poco prima dell’arrivo. L’unico elemento di disturbo è il passaggio vicino all’autostrada, ma la bellezza del paesaggio compensa il disagio. Nel marzo 2023, a causa della chiusura del percorso principale, alcuni viaggiatori hanno dovuto affidarsi a un itinerario alternativo lungo strade secondarie, meno suggestivo e con poche soste disponibili: si segnala solo un bar prima di raggiungere Vetralla.

Per il pernottamento, una possibilità apprezzata è il Monastero Regina Pacis delle Suore Benedettine, che offre ospitalità semplice con cena, colazione e camere private a un costo contenuto (30€), il tutto immerso in un giardino che d’estate diventa particolarmente accogliente. In alternativa, c’è anche l’ostello San Francesco (15€) struttura piccola che può accogliere fino a 10 pellegrini in due stanze.


Tappa 15 Da Vetralla a Sutri (24 km circa)


Da Vetralla a Sutri (24,5 km totali, poco più di 22 km se si parte dal monastero) è una tappa verde e varia: non si costeggia il vicino lago di Vico, che resta nascosto in quota, ma si cammina tra boschi, oliveti e soprattutto noccioleti, con tracce di edifici storici e le Torri d’Orlando a fare da richiamo, prima di attraversare i centri murati di Capranica e Sutri; dall’ingresso di Capranica parte un bel sentiero che prosegue per circa 5 km fino a Sutri, dove il finale regala il sorprendente parco archeologico con necropoli etrusca e anfiteatro romano.

Lungo il percorso si trovano a Capranica alcuni bar carini e un’area picnic, oltre a una o due fontanelle.

Attenzione però alla fauna: negli ultimi chilometri non è raro imbattersi in cinghiali, meglio procedere vigili.

Per dormire, a Sutri le opzioni non mancano, ad esempio la “Casa Vacanze Salza” o il B&b Casa del Pellegrino (25€-30€); a Capranica, tappa che precede Sutri, si trovano gli ostelli donativi nel centro storico come il Road to Rome POP Pilgrim Hostel e la Casa “La Stanza del Petrarca”.


Tappa 16 Da Sutri a Campagnano a Roma (24 km circa)


Si entra finalmente nella provincia di Roma, ancora fuori dall’area metropolitana: il paesaggio resta quello della Tuscia, con colline vulcaniche, boschi nelle forre e coltivi – soprattutto noccioleti -alternati a praterie. L’uscita da Sutri può creare un po’ di incertezza per le molte varianti; dopo circa 10 km si raggiunge Monterosi, buona sosta con bar prima di tornare su sterrate oltre la superstrada. Più avanti si entra nel parco delle Cascate di Monte Gelato, un vero refrigerio e luogo ideale per un picnic, tenendo presente che i servizi lungo la tappa sono scarsi salvo nei pressi delle cascate.

L’arrivo a Campagnano di Roma, costeggiando il Parco di Veio, prevede una salita ripida e a prima vista può apparire dimesso, ma il centro è vivo, con diversi locali, e l’accoglienza ricorda quella degli albergue del Cammino di Santiago. In totale sono circa 24 km; tra le strutture, ottimo l’Ostello Campagnano a Roma (posti letto intorno ai 25 € e B&B circa 70 € per due; conviene avvisare prima). Oppure l’ospitalità a donativo dell’ Ostello parrocchiale di San Giovanni Battista.


Tappa 17 Da Campagnano a Roma a La Storta (23 km circa)


Quasi alle porte di Roma, la tappa da Campagnano a La Storta scorre tra boschi e praterie del Parco di Veio, con tracce etrusche a fare da quinte naturali: il Santuario del Sorbo, curato dai Carmelitani e immerso nei giardini, è una sosta di pace; Formello è il centro intermedio dove rifornirsi e curiosare nel bel borgo storico; poi il sentiero prosegue verso Isola Farnese, preludio al ritorno sull’urbanità della Cassia.

Va però segnalato che il tracciato “classico” risulta chiuso (segnalato dall’app dalla primavera 2022 per focolai di peste suina nei cinghiali) e si percorre una variante: i primi 10 km sono ben segnati come Via Francigena, quindi si continua su strade di campagna; negli ultimi 8 km si passa sotto la superstrada e si è costretti a camminare lungo la Via Cassia, trafficata e spesso senza marciapiede – prudenza, e, se possibile, bus per un paio di chilometri finché compare il marciapiede, dopo il quale l’accesso a La Storta è più agevole.

A Formello trovi bar, supermercato e una fontanella; altrove sono rari.

Pernottamento: a La Storta l’ospitalità per pellegrini è scarsa (c’è il campo scout La Valletta per chi ha tenda); in alternativa, ci sono strutture private come Casa Nostra Signora del Sacro Cuore (dai 30 ai 40€), oppure l’ Affittacamere Sotto al Castello (30€) a Isola Farnese, prima de La Storta.


Tappa 18 (ultima tappa) Da La Storta a Roma (20 km circa)


Dalla Storta a Roma (circa 19–20 km) l’avvio non è il più felice: si costeggia la Via Cassia, trafficata e con qualche attraversamento scomodo, finché la traccia si infila nella riserva dell’Insugherata, dove per diversi chilometri sentieri ombrosi e silenzio riportano il passo al ritmo del cammino; un breve strappo ripido annuncia i primi quartieri della capitale, con bar e servizi che tornano a portata di mano. La salita successiva nel parco di Monte Mario è il vero anticipo d’arrivo: dai belvedere la cupola di San Pietro compare come un faro e l’emozione cresce, prima della discesa a tornanti che immette sul lungo viale verso il Vaticano.

Due pellegrini della Via Francigena sorridono davanti al panorama di Roma visto da Monte Mario, con la cupola di San Pietro all’orizzonte, nel loro ultimo giorno di cammino verso il Vaticano.

In città le fontanelle (“nasoni”) sono frequenti; la domenica si può assistere all’Angelus in piazza, il mercoledì all’udienza papale (su prenotazione) un incontro pubblico con il Papa, di solito il mercoledì mattina, durante il quale tiene una catechesi, guida una preghiera e impartisce la Benedizione Apostolica ai presenti (estesa anche agli oggetti religiosi che porti con te). Si svolge in Piazza San Pietro o, se fa caldo/freddo o piove, nell’Aula Paolo VI.

Dopo giorni di cammino quieto, l’ingresso tra la folla può essere uno shock, ma è proprio il contrasto tra l’asfalto iniziale, i parchi-ponte e l’esplosione finale di Roma a rendere speciale l’ultima tappa.

Dove possono dormire i pellegrini a Roma ❔

Come ottenere il “testimonium” a Roma 🔍

Il testimonium è il certificato finale per chi ha percorso almeno gli ultimi 100 km della Francigena.

Si ritira a Roma, presso l’ufficio collegato alla Basilica di San Pietro. Tenete presente che in giornate affollate (domeniche, solennità) le code possono essere importanti: se avete poco tempo, contattate l’ufficio in anticipo per orari e modalità. In alcuni casi è possibile concordare l’invio dei documenti (ad esempio scansione della credenziale) e ricevere il certificato per posta.

In ogni caso, portate con voi la credenziale completa di timbri: è la vostra “storia di viaggio” e il requisito per ottenere l’attestato.


Leggi anche:

La nostra avventura a piedi sulla via Francigena partendo da Londra!


Hai camminato anche tu lungo la Via Francigena?

Che tu sia un pellegrino alla prima esperienza o un camminatore veterano, ci farebbe piacere conoscere la tua opinione!
Condividi nei commenti consigli pratici, aneddoti, varianti del percorso o semplicemente le tue sensazioni.
Ogni contributo può essere prezioso per chi sta pianificando il viaggio da Lucca a Roma, o per chi è alla ricerca di ispirazione per iniziare questo straordinario cammino.
La Via Francigena è un’esperienza collettiva, fatta anche delle storie di chi la percorre.


Esplora la sezione dedicata ai Viaggi a piedi e Cammini 🚶🏻🚶‍♀️


About Stefania 3 Articles
Viaggio con lentezza per ascoltare i luoghi e coglierne l’anima nascosta. Il turismo veloce mi lascia indifferente. Ai social, preferisco il racconto intimo e riflessivo dei blog.

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*