Il governo italiano condanna ufficialmente il fascismo.
La condanna è sancita dalla Costituzione italiana, che, nei suoi principi fondamentali, si basa sull’antifascismo. Si tratta del risultato diretto della lotta partigiana e della Resistenza contro il regime fascista durante la Seconda Guerra Mondiale.
Alcuni riferimenti rilevanti:
XII Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione
Stabilisce che è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
Questo principio vieta attività che promuovano ideologie fasciste.
Legge Scelba (1952)
Implementa la XII disposizione, specificando che costituire un partito con finalità antidemocratiche proprie del fascismo, o esaltare pubblicamente il fascismo, è un reato.
Legge Mancino (1993)
Punisce gesti, azioni, o dichiarazioni che incitano all’odio razziale, etnico, religioso o che promuovano ideologie nazifasciste.
Pratica e sensibilità politica
Nonostante la condanna formale e legale, in Italia esistono dibattiti e polemiche sul modo in cui viene ricordato il periodo fascista, soprattutto in contesti politici o culturali. Episodi di rivalutazione o minimizzazione del fascismo spesso generano controversie.
Tuttavia, la posizione ufficiale dello Stato italiano è chiaramente antifascista.
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