I giovani nati tra gli anni ’80 e ’90 hanno il gusto dell’avventura, sanno adattarsi a una nuova cultura del lavoro, non dedicano la loro vita all’accumulo di proprietà. Insomma, sono a misura di espatrio.
Secondo lo studio, citato dalla rivista newyorkese, “più della metà degli espatriati (52%) che hanno 34 anni o meno considera la cultura del Paese di adozione migliore di quella del Paese di provenienza”. Sembrerebbero, quindi, particolarmente adattabili. D’altronde, “circa la metà tra i 18-34 anni dichiara di guadagnare di più nel Paese di espatrio, e una proporzione uguale dichiara un miglioramento in termini di sicurezza di trovare un impiego”.
Un altro fattore distintivo, la Generazione Y sembrerebbe meno interessata alla proprietà della casa in cui alloggia rispetto alle generazioni precedenti. Aggiungete a questo i progressi considerevoli dei mezzi di comunicazione e capirete come mai i Millenials sono particolarmente inclini all’espatrio.
- Traduzione Laura Rossetti
- pubblicato il 23/09/2016
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