Volonturismo. Offrirsi volontari per cambiare il mondo
La sezione VCL sul Volonturismo: viaggia, dai una mano, esplora, scopri, impara e ricevi ospitalità! Progetti di volontariato per viaggiare con lentezza.
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Che cos’è il volonturismo?
Il volontariato esiste da secoli. La gente fa volontariato tutti i giorni, in tutto il pianeta. Ovviamente non c’è bisogno di viaggiare per questo. Tuttavia, il fatto di fare volontariato all’estero è diventato sempre più popolare, con persone che a volte pagano cifre da capogiro per poter “aiutare” con questo o quel progetto locale. Ed è qui che inizia il concetto di “volonturismo”.
Naturalmente troverete diverse definizioni del termine, ma in generale, il volonturismo si riferisce a persone che si impegnano, spesso a breve termine, in progetti di beneficienza e volontariato da qualche parte all’estero. Si tratta di aiutare in qualunque attività, dalle fattorie biologiche, ai rifugi degli animali, dagli ostelli alle organizzazioni NGO. Si può fare volonturismo per un solo giorno o per qualche settimana e addirittura mese.
Quali sono alcuni aspetti controversi del volonturismo?
Il problema principale del volonturismo è il fatto che spesso si aiuta una comunità “a breve termine”. Qualsiasi impegno a breve termine rischia di diventare superficiale e meno efficace rispetto ad un impegno a lungo termine. D’altronde, se fate un viaggio volonturistico di soli tre giorni oppure di una settimana o due, avrete molto meno tempo per capire veramente il background e il contesto del progetto, oppure per imparare un determinato mestiere, e diventare sufficientemente esperti.
Inoltre, se le interazioni umane sono una parte importante dello scambio di volontariato, la fiducia e la complicità non raggiungeranno gli stessi livelli durante uno scambio culturale di breve permanenza. Ci sono cose che hanno bisogno di tempo per essere coltivate e crescere. E se ci sono coinvolti dei bambini, bisogna fare ancora più attenzione.
[Leggi il problema del volontariato negli orfanotrofi]
Generalmente, si consiglia un periodo di volontariato che vada da 1 a 3-6 mesi. Abbiamo incontrato individui per i quali il volontariato è diventato uno stile di vita; molti di questi viaggiatori altruisti hanno scelto di stabilirsi permanentemente presso la comunità, la fattoria o l’organizzazione che hanno deciso di supportare.
I lati positivi
Una rapida ricerca su Google farà emergere un sacco di articoli che denunciano la pratica del ricco occidentale di “fare del bene” nei paesi più poveri. Molte delle critiche riportate sono certamente valide. I cosiddetti Volonturisti partono con le migliori intenzioni del mondo, e il problema non sono certo sempre loro. Il problema è forse il concetto stesso di volonturismo.
Sebbene la questione continui ad essere aperta e dibattuta è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Come regola generale, per fare davvero “del bene” bisognerebbe impegnarsi in un progetto a lungo termine. Insomma, anche il volontariato bisognerebbe farlo con lentezza! Questo però non significa che i programmi a breve termine siano per forza meno validi.
Vediamo perché…
Esempi di programmi di volontariato validi anche se a breve termine
Un paio d’ore passate a raccogliere rifiuti su una spiaggia locale, come parte di una vacanza di volontariato, è sicuramente utile e potrebbe anche avere un impatto duraturo. Almeno quelle bottiglie di plastica e quei mozziconi di sigaretta non saranno più in giro per un po’ di tempo!
Aiutare una fattoria biologica a produrre cibi sani, e a km zero, anche se per sole due settimane, è senz’altro utile per i contadini locali che non possono e non vogliono usare sistemi meccanici e industriali. In cambio, si può avere un assaggio della vita rurale e ricevere ospitalità in posti spesso molto attraenti, perché vicino alla natura.
Insomma,
la legittimità di un attività volonturistica si riduce essenzialmente a due questioni: la mentalità della persona che fa volontariato e il tipo di progetto volonturistico in questione.
Il volonturista
Non si dovrebbe mai svalutare il desiderio delle persone di fare la differenza, né il loro desiderio di intraprendere azioni concrete che li facciano sentire utili. I viaggiatori che vanno a fare volontariato all’estero vengono spesso presi in giro e visti come occidentali che giocano a fare i super-eroi. Tuttavia, non tutti si sentono “angeli” e “salvatori”. È vero che il mondo è pieno di narcisisti, ma negli ambienti del volontariato questi sono una minoranza davvero trascurabile!
Fare volontariato significa avere un cuore e voler contribuire alla comunità, alla società, al mondo, ovunque ci si trovi. Per molti viaggiatori è anche un modo per fuggire/cambiare/criticare la società dei consumi – per esempio si usa il baratto (che si manifesta sotto forma di aiuto in cambio di vitto ed alloggio) ed è una parte fondamentale di esso.
Prima di scegliere di unirsi ad un programma di volontariato, o di offrire il proprio aiuto da qualche parte, fate un po’ di ricerca e un po’ di riflessioni personali sul come e sul perché… e da lì potete decidere in maniera consapevole cosa fare all’estero e dove andare.
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