Quel granello di polvere nel cosmo: Il simbolo e la visione di ‘Pale Blue Dot’🔵

biglia blu
Foto di Happy Camper (pixabay)

Nel vasto teatro dell’universo, dove innumerevoli stelle e pianeti danzano silenziosamente nello spazio infinito, una singola fotografia ha catturato l’immaginazione collettiva come poche altre. Questa immagine è “Pale Blue Dot”. Non è una semplice fotografia, ma un potente simbolo del nostro esistere collettivo, scattato dalla sonda Voyager 1 il 14 febbraio 1990, su suggerimento dell’astronomo visionario Carl Sagan. Da una distanza di sei miliardi di chilometri, la Terra appare come un minuscolo granello di polvere, sospeso in un fascio di luce solare, quasi perso nell’immensità cosmica.

Sagan, con la sua capacità unica di coniugare la scienza con la poesia, ha visto in quel punto blu pallido non solo la nostra casa ma un monito, un promemoria delle nostre glorie e tragedie, dei nostri conflitti e sogni. Nel suo libro “Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space”, espande questo concetto, offrendo riflessioni che vanno oltre la scienza astrale e toccano il nucleo stesso della nostra umanità.

È con questa breve introduzione che vi invitiamo a rileggere uno dei messaggi più belli dello scienziato. Un messaggio che, attraverso l’introspezione, ci invita a vedere il nostro pianeta, e noi stessi, da una prospettiva radicalmente nuova.

L’iconica foto di “Pale Blue Dot”

pale blue dot
By NASA/JPL-Caltech – https://photojournal.jpl.nasa.gov/jpeg/PIA23645.jpg, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86976246

Guardate di nuovo quel puntino. È qui. È casa. Quelli siamo noi. Su di esso tutti quelli che amate, tutti quelli che conoscete, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito,  che ha vissuto la propria vita. La somma della nostra gioia e sofferenza, migliaia di religioni piene di fiducia in se stesse, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e vigliacco, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e contadino, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, bambino pieno di speranza, inventore ed esploratore, ogni insegnante di morale, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “leader supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie ha vissuto lì, su un granello di polvere sospeso in un raggio di sole.

La Terra è un palcoscenico molto piccolo in un’immensa arena cosmica.

Pensate alle infinite crudeltà inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel sugli abitanti a malapena distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti siano i loro malintesi, quanto siano ansiosi di uccidersi l’uno con l’altro, quanto ferventi siano i loro odi. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, in gloria e trionfo, potessero diventare i padroni momentanei di una frazione di un punto. Le nostre posture, la nostra immaginata auto-importanza, l’illusione di avere una posizione privilegiata nell’Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un minuscolo granello nella grande oscurità cosmica avvolgente. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c’è alcun indizio che qualcuno verrà da altrove per salvarci da noi stessi.
La Terra è l’unico mondo conosciuto finora ad ospitare la vita. Non c’è nessun altro posto, almeno nel prossimo futuro, verso il quale la nostra specie potrebbe migrare. Visitare, sì. Insediarsi, non ancora. Che ci piaccia o no, per il momento la Terra è il luogo dove facciamo la nostra resistenza.
È stato detto che l’astronomia è un’esperienza che umilia e forma il carattere. Forse non c’è dimostrazione migliore della follia delle presunzioni umane di questa immagine lontana del nostro piccolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di trattarci più gentilmente l’uno con l’altro, e di preservare e custodire questa pallida biglia blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.

— Carl Sagan, Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space, Random House, 1994

E così, rileggendo le parole di questo grande scienziato, siamo inevitabilmente trascinati in una profonda meditazione sulle ansie e le preoccupazioni che affollano il nostro vivere quotidiano.

Preoccupazioni che viste dalla straordinaria prospettiva di Sagan si riducono a mere scintille in un universo vasto e maestoso… Speriamo che questa riflessione vi aiuti a considerare la realtà sotto una luce diversa. Tutto ciò che sperimentiamo è effimero, in perenne mutamento. In questo flusso inarrestabile, la vita emerge come l’essenza più delicata e preziosa.


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About Davide Fiore 20 Articles
Mi chiamo Davide. Sin da sempre ho coltivato uno spirito indipendentista e ribelle che mi ha spinto a lavorare come programmatore in modalità remota. Oltre alla mia passione per il coding, mi dedico alla fotografia nel mio tempo libero e naturalmente adoro il cinema. Amo immergermi nell'atmosfera dei concerti (adoro la musica dal vivo e l'energia che si sprigiona da essi). Faccio migliaia di altre cose, ma sarebbe impossibile scriverle tutte qui!

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