Il comune spagnolo che ha sconfitto la disoccupazione e la povertà

Juan Manuel Sánchez Gordillo

Benvenuti a Marinaleda: città spagnola anticapitalista con un’occupazione piena, parità retributiva e abitazioni a 15 euro

Juan Manuel Sánchez Gordillo

Vi presento la cittadina spagnola considerata un’utopia  socialista e democratica. Praticamente non esistono né polizia né criminalità. A Marinaleda non esiste nemmeno la disoccupazione; questo paese andaluso, nel sud della Spagna, gode di prosperità grazie alla presenza di una cooperativa agricola.

Juan Manuel Sánchez Gordillo

Nonostante ciò, Marinaleda non è diversa da qualsiasi altra cittadina spagnola della regione. Annidata nella pittoresca valle di Campiña, la sua campagna circostante è costituita da colline verdi, vasti oliveti e campi di grano dorati che si estendono a perdita d’occhio. La città è bella, tranquilla e caratteristica come altre che si trovano in Andalusia, la provincia più povera e più a sud della Spagna.

E’ anche un villaggio anticapitalista e democratico, il cui sindaco promuove attivamente il taccheggio.

Juan Manuel Sánchez Gordillo

Sin dall’inizio della crisi finanziaria, nel 2008, Marinaleda ha acquistato notorietà, e con lei anche il suo sindaco Juan Manuel Sánchez Gordillo, un autentico anticonformista che si è guadagnato il soprannome di “Robin Hood spagnolo”, dopo aver portato a segno, lo scorso agosto, una serie di raid in dei supermercati in segno di protesta. Generi alimentari di base come olio, riso e fagioli, sono stati caricati su dei carri e portati in una banca del cibo locale per sfamare i poveri, il tutto sotto gli occhi impotenti dei cassieri, alcuni di loro in lacrime.

Dopo l’accaduto, durante un’intervista, Gordillo, sindaco eletto democraticamente sin dal 1979, ha dichiarato che non si è trattato di un furto, bensì di un atto di disobbedienza non violento.
“Ci sono molte famiglie che non hanno di che sfamarsi ”, ha continuato. “ Nel 21 ° secolo, questo è assolutamente vergognoso. Il cibo è un diritto, non qualcosa su cui speculare “.


Solo in questa provincia, ci sono ben 690.000 immobili disabitati a causa dei pignoramenti bancari. Nessuno a Marinaleda, però, perché Gordillo ha la soluzione: chi vuole costruirsi la casa può farlo gratuitamente. Materiali e operai specializzati sono forniti dal Comune, e la generosa assegnazione di 192 mq. di terreno lascia intendere che la casa sarà spaziosa. Le famiglie, in seguito, pagano solo 15 euro al mese per il resto della loro vita, con l’accordo scritto che la casa non può essere venduta per profitto personale.

Juan Manuel Sánchez GordilloIn Andalusia la disoccupazione, al momento, è  pari al 37 % (con uno sconcertante 55% per i giovani).  Marinaleda, con 2700 abitanti, ha in sostanza un’occupazione piena grazie alla cooperativa agricola comunale, dove i lavoratori guadagnano un salario di 1200 euro (1600 dollari) al mese. Questo risultato, in una regione dove una persona su tre è disoccupata, non è certo da sottovalutare.

“Abbiamo bisogno di riconsiderare i nostri valori, la società dei consumi, il valore che diamo sul denaro, l’egoismo e l’individualismo”, osserva Gordillo. “Marinaleda non è che un piccolo esempio e desideriamo che questa esperienza possa estendersi in tutto il mondo.”


Tratto da:

http://www.filmsforaction.org/articles/welcome-to-marinaleda-the-spanish-anticapitalist-town-with-equal-wage-full-employment-and-19-housing/

Traduzione di:

Emanuela Ciocchetti

Per approfondimenti: 
https://it.wikipedia.org/wiki/Marinaleda

About Emanuela Ciocchetti 10 Articles
Laureata in Lingua e cultura di impresa lingue inglese e francese . Attestato Corso di traduzione letteraria presso Fondazione Universitaria San Pellegrino di Misano Adriatico.(RN). Cambridge Proficiency in English. Sono traduttrice da Inglese a Italiano e viceversa di testi dal contenuto estremamente vario e di articoli per blog e magazine on line. Mi occupo anche di video captioning e sono stata traduttrice volontaria per la Rosetta Foundation di Dublino. Per me tradurre rappresenta qualcosa a cui non so resistere: una sfida del processo di comunicazione.

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*