Inside the Country, Inside the People: Naghol Land Diving

Prosegue l’appuntamento con le tradizioni dal mondo e oggi, per la rubrica Inside the Country, Inside the People, ci dirigeremo verso la lontana isola pacifica di Pentecost Island, Vanuatu per raccontarvi il Naghol Land Diving, una rituale primitivo che ricorda molto il nostro bungee jumping, ma senza elastici, solo liane, a volte non sempre della lunghezza giusta! 

Ci troviamo in uno dei più bei paradisi al mondo, Vanuatu è un arcipelago di 83 isole nel sud del Pacifico a 1.750 chilometri a est dell’Australia. Di origine vulcanica e scosso da frequenti terremoti (e conseguenti allerta tsunami) la Pentecost Island si trova circa 200 chilometri a nord della capitale Port Vila, sull’isola di Efate. Coltivazione tipica di questa isola sono le Yams, ovvero la patata dolce, che rivestono il piatto principale nei banchetti locali.

Il periodo di svolgimento del Land Diving è proprio durante il periodo di raccolta di questo tubero. Tra aprile e maggio gli appartenenti alla tribù dei Sa, che abitano la parte meridionale dell’isola, costruiscono delle altissime e piuttosto instabili torri fatte di tronchi appena recisi e liane. Non un chiodo, non una vite, nè un rivetto, tutto naturalmente costruito con sapienti mani e con il materiale fornito da madre terra. Alte dai 20 ai 30 metri questa gigante piattaforma di lancio in legno presenta diversi trampolini posizionati a diverse altezze: il più basso si trova circa ad una decina di metri, fino a quello in cima che può toccare i trenta metri. 

Una volta completata la torre gli uomini della tribù si spogliano dei loro abiti quotidiani per indossare alcuni dei costumi tipici di Vanuatu, ovvero un astuccio penico e qualche decorazione fatta con vegetazione e fogliame, salgono sui traballanti trampolini, alzano mani e sguardo al cielo per invocare la buona sorte tramite preghiere, incrociano le braccia al petto (per evitare ingiurie) e via. Legati alle gambe da sole liane, appositamente scelte per ogni saltatore, si lanciano nel vuoto a testa in giù, raggiungendo velocità fino a 70 km/h.

Ma la torre di lancio non viene costruita sul mare, alla fine della corsa i jumpers non troveranno acqua ad accoglierli, ma terra. Il suolo nudo, a volte letale. Se la corda è ben calibrata il temerario si troverà a dondolare per riatterrare sulla piattaforma, se al contrario è più lunga del dovuto troverà il terreno, precedentemente rivangato e ripulito da pietre per limitare i danni d’atterraggio e rendere più morbido l’impatto. L’intento finale è quello di sfiorare il campo rivolto con i capelli, pratica che servirebbe a fertilizzare il terreno e garantire un raccolto di yams abbondante per l’anno successivo Più il lancio è preciso e più propizio sarà il raccolto. 

Membro della tribù dei Sa

In realtà questo rito non è solo una pratica a favore dell’abbondanza ma è anche e soprattutto una dimostrazione di virilità, un battesimo nella società adulta che ne decreta il passaggio dei giovani tra gli anziani. Simbolicamente le madri di questi ragazzi che compiono il coraggioso gesto, assistono al lancio con in mano un oggetto legato all’infanzia del giovane. Una volta eseguita l’impresa l’oggetto viene buttato via.
C’è anche chi salta per conquistare la ragazza amata, chi invece perché ama l’adrenalina ed il rischio, chi per non far morire una tradizione così antica, diventata ufficialmente festa e patrimonio dell’identità culturale di Vanuatu attorno al 1980 durante la conquista dell’indipendenza. 

Nei giorni precedenti, i tuffatori risolvono ogni problema o incomprensione con familiari e amici, nell’eventualità che la faccenda vada a finire male. E se ogni tanto qualcuno si rompe qualcosa, fortunatamente sono stati registrati solo due incidenti mortali. Il primo capitò nel febbraio del 1974, quando lo show fu allestito per la regina Elisabetta in visita: era la stagione sbagliata e il legno e le liane erano inadatti

Un lancio finito male, ma il temerario saltatore sopravvive

I “tuffi a terra” solitamente cominciano verso le 10-10.30 dei sabati fra aprile e giugno. Se a qualcuno venisse l’idea di provare, sappia che non può. È infatti proibito agli stranieri (sono stati concessi rarissimi permessi) e alle donne. Anche se, dice la leggenda, fu proprio una donna a inventare il naghol: riparata su un baniano per sfuggire al marito, che la raggiunse fin lassù, si gettò legandosi due liane alle caviglie. Lui la seguì, senza prendere la dovuta precauzione. Lei si salvò, lui no. Da allora gli uomini dimostrano di aver imparato la lezione e le donne sono presenti per accertarsene, supportandoli con canti e danze. 

Leggi le puntate precedenti di Inside the Country, Inside the People, la rubrica sulle più affascinanti tradizioni culturali nel mondo: 

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Il mio obiettivo è conoscere. Il punto non è vedere posti lontani, ma assaporarne la vita, la cultura, la quotidianità e annusarne il profumo anche a km di distanza. Viaggiare è la mia scuola, la condivisione il mio strumento.

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