Introduzione: in Irlanda sulle tracce di Santa Gobnait
Ho vissuto in Irlanda per tre anni e non sono mancate in quel periodo gite, escursioni e camminate per quei meravigliosi paesaggi: brughiere, antiche torbiere, tenute di campagna, boschi e villaggi sperduti.Contea di Cork, Irlanda.
In generale, viaggiare in Irlanda significa soprattutto controllare il meteo prima di partire e cercare di indovinare quando e dove non pioverà. I collegamenti pubblici per raggiungere percorsi e sentieri sono inoltre rari e complessi, quindi è anche necessario spostarsi prima dai centri abitati con auto e moto, o magari in bicicletta.
La sentieristica non è certo all’avanguardia, ma esistono molte guide per escursionisti, correlate di splendide mappe e foto. Con una di queste in tasca io, Marina e Adriano (5 mesi, nel suo bel marsupio) siamo partiti un giorno di primavera per il cammino di Santa Gobnait.
Ci troviamo nella regione a ovest di Cork, nell’Irlanda sud-occidentale. Il sentiero parte dal villaggio di Ballyvourney, due case e una locanda in mezzo al niente, e si inoltra per alcune miglia nella brughiera verso il Santuario di Santa Gobnait.
Santa Gobnait, detta anche Santa Abigail o Deborah, è una santa irlandese (poco conosciuta fuori dall’isola) patrona degli apicoltori. La leggenda parla di una certa Gobnet che lasciò la sua contea per seguire una visione. Un angelo le era infatti apparso e le aveva detto di cercare il luogo dove pascolavano nove cervi bianchi, perché quello sarebbe stato il luogo della sua resurrezione. Gobnet lo trovò vicino all’attuale Ballyvourney, in quella che è attualmente un’area di lingua gaelica dell’Irlanda. Baile Bhuirne (il nome gaelico di Ballyvourney) significa infatti “la città della beneamata”, forse proprio in onore della Santa.
Leggende
Vecchia magia sacra, un globo misterioso, profezie angeliche, ruderi del settimo secolo nella brughiera irlandese. Ci aspetta proprio una bella passeggiata… Gobnet fondò nel cuore di un bosco una comunità religiosa di monache, compiendo miracoli, scacciando gli invasori con i suoi sciami di api, utilizzando un globo dotato di poteri curativi, aprendo un pozzo di guarigione lì vicino e infine venendo sepolta nel suo stesso santuario. Il collegamento tra guarigione e api potrebbe essere legato a medicamenti e cure basate anche sull’uso del miele. Attorno al santuario vengono compiuti dai devoti ancora oggi dei percorsi sacri, che girano in senso orario attorno alla vecchia chiesa, alla tomba della santa, alla statua e alla pozza sacra, secondo un rituale addirittura precristiano.
1 – L’Arrivo a Ballyvourney
Una corriera con una decina di viaggiatori mezzo addormentati percorre le strade di provincia dell’Irlanda Occidentale. Alle prime ore del mattino la nebbia è abbastanza fitta e non si vede molto del paesaggio circostante.
Entriamo in un’area di prevalente lingua Gaeilge, il gaelico irlandese. Queste ultime isole linguistiche sono dette Gaeltacht, un termine gaelico che identifica i luoghi dove il gaeilge viene ancora parlato come lingua corrente al posto dell’inglese.
La corriera ci lascia di fronte a una locanda, uno dei pochissimi edifici lungo la strada di questa località. Non c’è villaggio o almeno non ce n’è traccia. C’è solo la locanda, la fermata della corriera e una bottega dall’altro lato della strada. Entriamo e cerchiamo di fare colazione. “Troppo presto” ci dicono “la taverna aprirà verso mezzogiorno”.
Poche automobili, nessun passante. Attraversiamo un ponte di pietra sul fiume Sullane, ci lasciamo la strada alle spalle e ci inoltriamo lungo la collina, su sentieri più o meno agevoli.
2 – Il Bosco Sacro
Il Bosco di Santa Gobnait è un luogo freddo e brumoso. Muschi verdi avvolgono i tronchi di querce, noccioli e betulle. Agrifogli e altri radi cespugli spuntano qua e là. Diverse sorgenti e torrentelli appaiono ai lati delle piste. Non ci sono problemi a camminare in questo boschetto ed è abbastanza facile orientarsi: arriviamo in cima alla collina in un’ora circa.
3 – I dintorni del Santuario
Attorno al Santuario ci sono diverse cose interessanti, visibili da chi percorre il sentiero delle colline e si addentra nei campi e nelle brughiere. C’è un forte ad anello, che doveva costituire il villaggio di riferimento quando Gobnet arrivò sul posto, e alcune pietre rituali erette, ci sono boschetti e torbiere, diverse fattorie e carbonaie ancora in uso.
È possibile in questa zona incontrare cani randagi o cani da guardia, ma nessun genere di vero inconveniente.
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4 – Il Santuario
Allo stato attuale l’area sacra di Santa Gobnait è occupata in massima parte da un cimitero. La maggior parte delle tombe sono contemporanee o ottocentesche, ma vi sono anche sepolture più antiche (a cista litica) e perfino la Tomba della Santa, che dovrebbe risalire a tredici secoli fa. L’oratorio costruito da Gobnait è ancora in piedi e discretamente conservato e in un muro è incastrato il Globo. Altre nicchie nelle mura ospitano alcove con ex-voto e icone sacre. Una capanna preistorica si trova nelle immediate vicinanze e così una fonte benedetta e un pozzo sacro.
Il Santuario è meno abbandonato di quello che credevamo e, anche se in rovina, è curato e sorvegliato.
5 – Il Ritorno
Dopo diverse ore di cammino ritorniamo verso la locanda, senza compiere ulteriori incontri. Nonostante i luoghi sembrino pacifici, il calare del sole li rende davvero inquietanti. Ci rifocilliamo al caldo e poi torniamo in strada ad attendere il passaggio della corriera, che ci riporta in città.
La giornata sui sentieri e al Santuario è stata interessante e pittoresca. Per chi fosse interessato alla figura della Santa, si può continuare a seguire le tracce di Gobnet su e giù per l’Irlanda, fino al luogo da cui è partita. I misteri delle visioni, dei cervi bianchi, delle api e della strana connessione con divinità pagane precedenti li lasciamo al sentire e alla spiritualità di chi legge.
Messina 1978.
Archeologo, giornalista, copywriter, blogger, divulgatore, editor, social media specialist. Autore di racconti, romanzi, saggi, report giornalistici, librogame e giochi di ruolo.
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