Non sono mai stata in Romania, non ho mai avuto la fortuna sfacciata di trovare un’offerta a così poco e le date sono perfette: partenza il giorno dopo il mio ultimo esame, un esame di storia della relazioni internazionali. Sono elettrizzata all’idea di partire: inizio a cercare mappe, destinazioni vicine e facilmente raggiungibili, mi emoziona l’idea di visitare la città in cui è iniziata la rivoluzione rumena nel 1989, ma tutti coloro che mi circondano rovinano la festa con la domanda di sempre: ‘Cosa vai a fare in Romania? Vai in Romania…da sola?”.
Vado in Romania perché è un paese meraviglioso con tantissimo da vedere, perché non ci sono mai stata prima e perché sono curiosa di scoprire un nuovo angolo di mondo, perché l’unico modo per abbattere pregiudizi su un paese è andarci. Vado da sola perché amo viaggiare in compagnia, ma a volte ho bisogno di riappropriarmi del mio tempo, da sola, ed altre volte perché non voglio lasciare che l’eventuale assenza di compagni di viaggio mi trattenga dal partire.
Del mio tempo in solitaria ne ho un disperato bisogno, e no, non mi sentirò sola perché già so che sola ci passerò molto poco tempo. Ho la testa sulle spalle, ma mi fido anche del mio istinto e sì, a volte mi fido degli sconosciuti, e quegli sconosciuti diventano amici per la vita. Perchè sì, sono giovane, ma viaggio da sola da quando avevo 18 anni e qualcosa, in materia di sicurezza, l’ho imparata a mie spese. Infine, il viaggio in solitaria non è una cosa da single, perché ho una relazione stabile con una persona che accetta e condivide le mie scelte, e a volte parte con me.
Sono atterrata a Timisoara di sera, ho preso un autobus invece che un taxi, sapendo che il centro della città non distava molto, e a piedi ho raggiunto il mio ostello. Faceva freddo, tanto freddo, ma la città era illuminata a giorno e mi sono sentita incredibilmente sicura. Ho scelto di stare, per pochi LEI*, in un piccolo ostello del centro, all’interno di un palazzo, e non avrei potuto fare scelta migliore: al mio arrivo mi rendo subito conto che lì mi sentirò a casa, l’ostello è ricavato dentro un appartamento, piccolo e accogliente, e i proprietari sono una coppia di giovani rumeni, che vivono nell’appartamento accanto. Il proprietario mi accoglie preparandomi una tazza di tè caldo mentre poso il mio zaino, ci sono altri ragazzi nel mio dormitorio, scambiamo qualche chiacchiera, ma se ne andranno l’indomani mattina. Mi avventuro da sola a caccia di cibo e qualche fotografia e la città mi si mostra con il suo volto migliore, arrivo per caso in Piata Unirii, la piazza più bella della città che in estate mi hanno detto essere sovraffollata, e mi si presenta così:
La vista ripaga della stanchezza del viaggio e del freddo pungente che mi fa tremare le mani mentre cerco di scattare fotografie. Vago sola per la città, deserta fino a quando finisce lo spettacolo di teatro all’Opera e le strade si popolano di persone infreddolite che a passo svelto tornano a casa. Vago ancora per un po’, poi torno in ostello, dove mi fermo a chiacchierare nella sala comune con il proprietario, che mi riempie di consigli per l’indomani, ed un ragazzo ceco, prossimo alla partenza. Domani mi aspetta una lunga giornata. Ma questa ve la racconto nel prossimo post!
* Il leu rumeno è la moneta ufficiale della Romania
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