Un’economia del dono (in inglese, gift economy) è un’economia in cui i servizi o i beni sono dati senza un accordo di pagamento o attraverso uno scambio da effettuare in cambio di qualche altro oggetto e servizio. Talvolta, al posto del guadagno monetario, le economie del dono si basano spesso su ricompense immateriali come il senso di contributo, la comunità, l’onore o il prestigio.
L’idea è che, sebbene i doni possano non essere direttamente ricambiati, un’ampia partecipazione porta a un sistema in cui le persone danno in base alle loro capacità e ricevono in base ai loro bisogni.
Le economie del dono possono anche essere basate sulla reciprocità o richiedere ad un certo punto la restituzione del dono originale. In questi casi, le distinzioni tra economia del dono, economia della condivisione ed economia del baratto spesso si confondono. Tuttavia, i concetti non si escludono a vicenda e spesso le persone utilizzano contemporaneamente tutte e tre queste forme di scambio senza mai pensarci veramente.
Nell’ambito delle tecnologie dell’informazione (IT), uno dei migliori esempi di economia del dono è il movimento open source. Un software open source, ad esempio, viene solitamente sviluppato come collaborazione pubblica e reso liberamente disponibile.
Si può sostenere che l’economia del dono sia stata la prima ad esistere nelle prime società umane. Gruppi sociali preistorici collaboravano per nutrire, cacciare, raccogliere e prendersi cura dei giovani in una “gift economy” di tipo reciproca.
In questo video, l’economista James Quilligan e Charles Eisenstein, autore di Sacred Economics, discutono delle economie del dono e dei beni comuni:
https://youtu.be/_JKOcb3UygA
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