Ci ha recentemente scritto un nostro caro amico. Trova difficile credere che il nostro viaggio sia così perfetto. La verità è che ha ragione: il nostro viaggio non è affatto perfetto. Può esistere una qualche avventura umana che sia priva di difficoltà, momenti di sconforto, abbagli, contraddizioni? Il nostro viaggio non è tutto rose e fiori. Tuttavia continuiamo per la nostra strada, grati per le cose belle che ci accadono e anche per quelle spiacevoli, che ci aiutano comunque a crescere. Il nostro sentiero non è una linea retta, ma una strada accidentata, piena di saliscendi, curve, dirupi.
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Aspetti negativi
Lunghe Attese
Sicuramente non tutti possono apprezzare questo modo di viaggiare. Perché dormire in un parco quando c’è un comodo albergo pronto ad accoglierti? Perché fare l’autostop quando ci sono autobus o treni fatti apposta per portarti dove vuoi? In fin dei conti le attese in autostop possono essere davvero lunghe. Fino ad ora ci è andata piuttosto bene: non abbiamo dovuto aspettare troppo (una media di mezz’ora per passaggio) e talvolta abbiamo raggiunto i nostri obiettivi molto prima di quanto ci avrebbero permesso treni e autobus. E’ chiaro però che la fortuna non è sempre dalla nostra parte. Bisogna caricarsi di pazienza e aspettare il momento opportuno: il successo dipende da diversi fattori: l’intraprendenza dell’autostoppista (bisogna essere bravi a parlare con la gente), la sua abilità di scegliere i posti giusti, il traffico delle auto, l’ambiente visitato e un pizzico di fortuna.
Diete inappropriate e digiuni prolungati
L’attesa di un passaggio in macchina, poi, non è l’unica nota dolente: quando siamo in viaggio, ci capita di mangiare poco, di aspettare parecchie ore prima di soddisfare il nostro appetito. Non devono mai mancare scorte d’acqua negli zaini. Per questo è spesso necessario mettersi alla ricerca di fontane o chiedere con gentilezza alla gente del posto di riempirci le borracce.
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Barriera linguistica
Un’altra grande difficoltà è la barriera linguistica, soprattuttocon i francesi. Non parlando bene la loro lingua troviamo difficile comunicare le nostre esigenze, descrivere i nostri propositi, ma anche comprendere quello che stanno cercando di dirci.
La libertà ha un prezzo
Attese, fame, incomprensioni, impossibilità di prevedere il futuro. Questo è, apparentemente, il prezzo da pagare per la libertà di un viaggio senza soldi. Ne vale la pena? E’ un costo proporzionale allo sforzo fisico e psicologico che dobbiamo sostenere? Perché rinunciare al titolo di turisti? Perché non vogliamo spendere soldi? L’utilizzo del denaro non renderebbe tutto più semplice?
Secondo noi no. Viaggiamo ormai in maniera sconsiderata, come mai abbiamo fatto sino ad ora. Viviamo una miriade di avventure ed esperienze che altrimenti non potremmo vivere se utilizzassimo il denaro. Se pagassimo per un albergo, difficilmente entreremmo in contatto con la gente del posto. Se utilizzassimo treni o autobus non potremmo incontrare tutte quelle belle personalità che ci accolgono in macchina e a volte ci invitano nella loro casa. Abbiamo certo bisogno di mangiare, e dormire sotto un tetto, di stare in compagnia e svolgere attività interessanti: abbiamo scoperto che per tutto questo è necessario lavorare, tuttavia non necessariamente per soldi. Il divertimento, gli incontri che facciamo, lo scambio culturale, le esperienze, li paghiamo facendo volontariato nelle fattorie, oppure offrendo il nostro aiuto alla gente del posto.
Questo modo di viaggiare poco turistico e molto avventuroso, sembra rendere tutto quanto più autentico.
Lavorare in cambio di uno stipendio e mettersi i soldi da parte per un viaggio è una via possibile, la più praticata e forse la più facile. Resta il fatto che con tutti i guadagni di un mese difficilmente si riesce a viaggiare così a lungo, a percorrere distanze così vaste e soprattutto a vivere anche solo la metà delle esperienze che stiamo vivendo noi! Inoltre i vincoli del lavoro a pagamento sono molti: se il lavoro non ti piace, non puoi abbandonarlo quando vuoi; sono i tuoi capi a decidere quando e per quanto tempo avrai le ferie (te le concedono spesso nei mesi più scomodi, quelli con le spiagge affollate, con le code di traffico infinite, ecc.).
Noi viaggiatori freegan siamo più liberi. Scegliamo noi i nostri “datori di lavoro”: se non ci piacciono, siamo liberi di congedarci in qualsiasi momento. Se il lavoro non ci soddisfa, o non ne condividiamo gli obiettivi, lo scartiamo. E se sentiamo l’esigenza di andarcene, possiamo farlo. Questa per noi è una grande, importante, libertà.
Come superare i momenti difficili
Ci sono degli ottimi rimedi che ci aiutano a digerire meglio le privazioni di questo insolito viaggio. Durante l’autostop, ad esempio, combattiamo le attese cantando, raccontandoci storie, giocando, ma anche rimanendo in silenzio; ci alleniamo a essere pazienti e a restare soli con noi stessi. Si può, poi, meditare: un esercizio dello spirito che ci aiuta a purificarci dalle idee e dai pensieri negativi.
Avere spesso fame è un tormento ma si può sviluppare una certa resistenza (il nostro rapporto col cibo è sempre stato pessimo; finalmente il nostro peso-forma sta migliorando e un po’ di digiuno non può che farci bene).
Stiamo imparando tante cose e stiamo crescendo molto viaggiando senza spendere soldi. Guardiamo tutto ciò che accade intorno a noi con altri occhi: dormire all’aperto non è affatto brutto, anzi! Il cielo stellato è magnifico e l’erba piuttosto soffice e comoda. Quando sei un giovane studente di città, sai che è davvero difficile avere del tempo per gustarti una notte stellata, e capita spesso che l’inquinamento luminoso rovini la visione del cielo notturno. Quando facciamo l’autostop ci sono momenti in cui ci abbattiamo un po’ (vedere tante macchine sfrecciarci davanti, tanti posti al loro interno vuoti, tante persone indifferenti è molto triste…) ma questo fa parte del gioco. Ci sono giorni in cui siamo davvero stanchi e non ci alzeremmo mai dal letto per lavorare come volontari in una fattoria o per fare l’autostop. Il segreto, forse, sta nel vedere ciò che abbiamo intorno a noi come un’opportunità e non come un ostacolo. Non sapere quali sorprese ci riserverà il domani, inoltre, alimenta la nostra gioia e il nostro entusiasmo. Abbiamo scelto di affrontare questa avventura e, malgrado tutti gli aspetti scomodi, vogliamo continuare a viverla fino in fondo.
Siamo due ragazzi di Torino che hanno deciso di prendersi del tempo per esplorare l'Europa, senza limiti, senza piani e soprattutto... senza soldi! Ce la faremo? Seguite la nostra avventura!
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