Il freeganesimo è un movimento filosofico e pratico che unisce l’etica del consumo critico con uno stile di vita a bassissimo impatto ambientale. Il termine nasce dall’unione di “free” (gratis) e “vegan” (anche se non tutti i freegan sono strettamente vegani).
In pratica, che fanno i freegan?
I freegan cercano di ridurre al minimo la partecipazione al sistema economico tradizionale, ritenuto responsabile di sfruttamento, spreco e disuguaglianze. Una delle attività più note è il dumpster diving (letteralmente “tuffarsi nei cassonetti”): recuperano cibo ancora perfettamente commestibile ma scartato da supermercati, mercati o ristoranti. Può sembrare estremo, ma in realtà molti di questi prodotti vengono buttati solo per motivi estetici o di marketing, non perché siano andati a male.
Non solo cibo
I freegan spesso:
- riutilizzano vestiti, mobili e oggetti trovati o scambiati,
- vivono in spazi occupati o comunitari,
- si spostano a piedi o in bici, o fanno carpooling,
- coltivano il proprio cibo in orti condivisi.
La filosofia dietro il gesto
Il punto non è tanto il risparmio (anche se è una conseguenza), ma una forma di protesta contro il consumismo sfrenato e contro lo spreco sistemico. I freegan dimostrano, con il loro esempio, che si può vivere bene anche fuori dal mercato.
Ovviamente è una scelta di vita piuttosto radicale, e non sempre facile da seguire in ogni contesto sociale o urbano. Ma anche chi non si definisce freegan può ispirarsi a certi principi: meno sprechi, più riuso, più condivisione. 🌱
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