Viaggio Lento in Slovenia e Croazia – Parte III

Valentina Locatelli
Triglav
La terza parte del viaggio lento in Slovenia e Croazia, di Valentina

[CONTINUA DA QUI] 

 La Gola del Vintgar, situata all’interno del parco nazionale del Triglav, è una gola scavata tra le rocce dal torrente Radovna: una passerella di legno costeggia la roccia della montagna e numerosi ponti attraversano il torrente lungo tutto il suo percorso. Lungo il percorso notiamo un viaggiatore che si è avventurato nel silenzio fino alla costa del torrente e sta facendo stone balancing, ovvero una forma di meditazione che consiste nel creare sculture con i sassi presi dal fiume, facendoli stare in equilibrio uno sull’altro, a formare una piccola piramide. Dopo alcuni metri di cammino decidiamo di imitarlo, quindi scendiamo lungo le coste in un punto abbastanza isolato, ci prendiamo del tempo per goderci la natura circostante e creare la nostra scultura di sassi, sperando che sarà ancora lì al ritorno, quando torneremo indietro. 

slow travel - Valentina Locatelli

Il percorso, reso estremamente semplice dalla presenza delle passerelle, prosegue serenamente fino a che il torrente sfocia nell’immensa cascata Šum. Le piogge torrenziali dei giorni precedenti alla nostra visita ci portano fortuna: a detta dei locali difficilmente ci si trova davanti allo spettacolo della forra così piena d’acqua.

Valentina Locatelli

Al ritorno veniamo colte di sorprese: ci ritroviamo infatti nel punto esatto in cui avevamo lasciato la nostra piccola piramide di pietra, ma ci è impossibile riconoscerla perché nel corso di mezza giornata tanti, tanti viaggiatori sono passati di lì e pare abbiano deciso a loro volta di imitare l’uomo che avevamo osservato la mattina stessa. Forse facendo stone balancing, forse pensando sia una tradizione da turisti, la verità è che il luogo, così solenne, ispira tutti ad una serena meditazione.

Valentina Locatelli
Torniamo verso il nostro camping a Bled, attraversando di nuovo i campi, il villaggio di Podhom, la natura, vedendo la cima del campanile al centro dell’isola del lago dall’alto mano a mano che scendiamo e ci avviciniamo alle sue acque, che costeggiamo appena in tempo per vedere un meraviglioso tramonto su lago. Sembra il racconto del volgere a termine di una giornata perfetta, ma quando si viaggia nulla è mai come sembra e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo: dopo cena lasciamo la tenda e altre cose all’aria aperta e ci troviamo dalla parte esattamente opposta al campeggio -un campeggio molto grande- quando improvvisamente scoppia un tremendo temporale. In pochi minuti si trasforma in Woodstock, la pioggia è così fitta che non si vede nulla, la gente corre verso le tende ed il fango rende il terreno incredibilmente scivoloso; vedo gente cadere in una scena tra l’apocalittico e il fantozziano, la macchina fotografica nascosta sotto i vestiti in un disperato tentativo di non bagnarla. Olalla è già corsa lontana verso la tenda,  io in infradito smetto di correre un po’ rassegnata; dei ragazzi al riparo della veranda del loro furgoncino hippie ascoltano “Three Little Birds” di Bob Marley e mentre passo mi osservano e cantano “Every little thing… is gonna be alright” e io canto con loro. Riprendo a correre e l’ironia della sorte mi fa inciampare, poco dopo quelle note, nel picchetto di una tenda atterrando di faccia nel fango, fresca di doccia, di bianco vestita e prendendo una storta che maledirò per il resto del viaggio. Zoppicante, infangata, un po’ insanguinata e amareggiata -perché i ragazzi di prima hanno visto la scena senza correre in mio aiuto- raggiungo la tenda. Per fortuna, poco dopo, riacquisto fiducia nel genere umano: quando Olalla raggiunge la tenda, uno sconosciuto, sotto la pioggia, la richiude per noi, non prima di aver messo tutto al riparo all’interno. 

slow travel

Giuro che quando avevamo deciso di passare una notte in più a Bled, è stato perché le previsioni promettevano bene; per lo stesso motivo, il giorno prima all’atto di montare la tenda, avevo deciso poco diligentemente di non usare i picchetti per fissare il corpo esterno della tenda, che ora però rischia di volare via: sotto il diluvio che non accenna a smettere, il vicino di tenda, a cui chiediamo di prestarci un martello, esce dalla sua e ci aiuta a fissare gli ultimi picchetti. Fuori è un disastro ed è meglio non uscire, dentro pure perché ho portato un sacco tutto sporco di fango! Comincio a sentire dolore ovunque e non so se ridere o piangere… Molti mi hanno chiesto le foto che mi ritraggono in quest’infelice frangente, ma purtroppo non ne ho scattata neanche una!
Valentina Locatelli

L’indomani per la notte dovremmo trovarci a Dugi Otok, isola di fronte a Zadar, in Croazia, dove ci aspetta la ragazza di un piccolo camping a conduzione familiare: nei nostri piani iniziali dovevamo già essere a Lubiana su un autobus notturno diretto a Zadar! Per arrivarci in tempo, dovremmo ora prendere un autobus diretto a Zadar da Ljubljana, alle 7 di mattina, ma ciò vuol dire anche prenderne un altro da Bled (città) almeno un’ora prima e ritrovarsi dalla parte opposta del lago, a un’ora di cammino; oltre a questo bisogna smontare la tenda con le prime luci del giorno nello scenario fangoso già descritto: tenteremo l’impresa? Questo, magari, ve lo racconto nel prossimo post. 

viaggio lento in slovenia e croazia parte II
viaggio lento in slovenia e croazia parte I

About Valentina Locatelli 21 Articles
Ho fatto del viaggio alternativo uno stile di vita: zaino in spalla, la mia tenda, autostop, couchsurfing e, ogni tanto, anche qualche ostello. Amo molto partecipare a scambi e progetti di volontariato, soprattutto progetti europei. Quando viaggio, cerco di interagire il più possibile con le persone del posto. Con viaggiareconlentezza.com condivido le mie avventure di viaggio lente.

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