Viaggio Lento in Slovenia e Croazia – Parte VI e conclusione

Valentina Locatelli
Dopo aver ricaricato le pile nell’idillio di Luka è tempo per noi di metterci in cammino, sulla strada del ritorno. Ripercorriamo al contrario la strada fatta quando siamo arrivate: a piedi fino al centro del paese, poi su un autobus sghangherato fino al porto, ad aspettare sotto al sole il traghetto che ci riporterà a Zadar appena in tempo per attraversare quasi di corsa la città e tornare al monumento del saluto del sole, imperdibile al tramonto: ovviamente ci aspetta una grande folla di turisti appollaiati sull’Organo Marino e lungo tutto il   lungomare in attesa dello spettacolo, ma in questo caso mi mette di buon umore pensare che così tante persone si radunino qui per salutare il tramonto, il quale non si farà attendere troppo e mi rimarrà impresso:
tramonto
Tramonto
Il problema ora è raggiungere in tempo la stazione degli autobus, a tre chilometri, che faremo di corsa urtando con gli zaini i turisti e attraversando di nuovo la città perché ci siamo trattenute per troppo tempo sul lungo mare.
tramonto
Il lungomare
Prendiamo quella che sembra una scorciatoia ed allunghiamo inavvertitamente il nostro percorso, ci troviamo in una strada deserta ma fortunatamente incontriamo una signora olandese a cui chiedo indicazioni in tedesco e che, non avendo fretta, decide di accompagnarci, insieme alla figlia, fino alla stazione. Facciamo a mala pena a tempo a salutare le nostre “salvatrici” e corriamo come delle pazze appena in tempo per prendere il nostro bus notturno direzione Slovenia, sul quale faremo i turni per dormire poiché il capolinea è Monaco di Baviera e noi dobbiamo scendere a Lubiana.
Amo l’atmosfera che si crea sugli autobus notturni di Flixbus, quei passeggeri sonnolenti appartenenti a una nuova generazione di viaggiatori lenti e squattrinati, che si svegliano a vicenda perché sanno le altrui fermate, che dormono sdraiati sui  sedili liberi e hanno l’aspetto di  chi viaggia da un po’  di giorni.
Arriviamo a Lubiana alle 2 di notte, attraversiamo di nuovo il ponte con i draghi, ci ritroviamo nel piazzale di quella stazione in cui abbiamo passato tante ore sotto il sole, tanto affollata di giorno quanto è quasi deserta ora.
La stazione di Lubiana è probabilmente la stazione in cui mi sono sentita più al sicuro da viaggiatrice donna in anni di viaggi: il piazzale è illuminato a giorno e non lontano ci sono un bar dall’aspetto tranquillo ed un fast-food kebab aperti 24 ore su 24, perfetti per noi che dobbiamo aspettare il prossimo autobus fino alle 5.
Ci infiliamo quindi nel bar, il gestore è un ometto di mezza età dall’aria rassicurante che ci accoglie con un sorriso e all’interno c’è qualche persona con zaini e valigie. Ci spostiamo più tardi nel kebab che troviamo gremito della “generazione Flixbus” in attesa del proprio autobus verde. Più tardi ci riverseremo tutti nel piazzale della stazione, seduti sugli zaini, e poco a poco arriveranno i vari autobus e i passeggeri che si metteranno in fila per il check in: Flixbus, compagnia verde non soltanto nel colore degli autobus, invita infatti a non stampare i biglietti dell’autobus e presentarsi alla partenza con il biglietto elettronico salvato sul telefono cellulare.

Chi diretto a Monaco, chi a Zagabria, chi come noi verso l’Italia. Chi all’inizio della propria avventura, chi già di ritorno, piano piano gli autobus verdi inghiottono tutta la folla di giovani assonnati e stropicciati finché arriva anche il nostro e dormiamo fino a Venezia, dove arriviamo di mattina presto e attendiamo un altro paio d’ore, insieme ad alcuni ragazzi diretti a un concerto, l’ultimo autobus verde, quello diretto a Torino: noi scenderemo a Bergamo mentre i nostri nuovi amici resteranno a bordo.  La giornata è ancora lunga: alcuni amici svizzeri che non vedo da un anno sono arrivati proprio a Bergamo, proprio oggi, prima di partire per il Portogallo e ci hanno chiesto di passare il pomeriggio con loro in città. Sfinite acconsentiamo e, a fine giornata, dopo averli salutati, io arrivo al capolinea, a casa dei miei, mentre Olalla continuerà il suo viaggio verso la Spagna, verso casa.

Per leggere Le puntate precedenti:

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Ho fatto del viaggio alternativo uno stile di vita: zaino in spalla, la mia tenda, autostop, couchsurfing e, ogni tanto, anche qualche ostello. Amo molto partecipare a scambi e progetti di volontariato, soprattutto progetti europei. Quando viaggio, cerco di interagire il più possibile con le persone del posto. Con viaggiareconlentezza.com condivido le mie avventure di viaggio lente.

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