Bangherang tuffi ed escursioni in barca – Le Cronache di Gnagna ep. 6

Avete presente il film “Basilicata coast to coast”? Ecco l’idea di  Sarah e della sua amica Elena era più o meno quella, ma loro sono partite per la Toscana, nell’Argentario, e hanno deciso di campeggiare per dieci giorni low cost, spostandosi soltanto a piedi, con mezzi pubblici, chiedendo passaggi e facendo autostop.

Così sono nate le “Cronache di Gnagna”, una serie di brevi racconti tragicomici che narrano le loro piccole avventure quotidiane, che potrete  leggere da  per sette lunedì su viaggiare con lentezza

Per chi si fosse perso gli altri episodi li può leggere qui quiqui  e anche qui

Cronache di Gnagna #6

Domenica.
Sveglia all’alba. O quasi.
Il programma prevede escursione in barca.
Navetta per Porto S.Stefano. L’autista Alberto è in ritardo. Piovono santi.
Inspiegabilmente arriviamo in orario comunque.
Un catamarano bianco ad attenderci. Ciurma unica.
Il capitano Stefano e il suo secondo Michele.
Dustin Hoffman e Danny De Vito in Hook Capitan Uncino. Con accento toscano.
La prole del primo a seguito: Carlotta, anni 10, e Matteo, anni 9. Argento vivo addosso.
Ultime raccomandazioni. Il come si svolgerà la giornata. La simpatia.
9:30 del mattino. Sole già caldissimo.
Salpiamo. Alle spalle il porto. Davanti il blu. In tutte le sue declinazioni.
Prima fermata. Cala del Gesso. Un Eden.
Gettano l’ancora.
Tuffi dalla barca. Acqua gelida, ma incantevole. Finalmente snorkeling.
Testa immersa. Suoni primordiali. Eccitazione.
Per qualcuno è la prima volta. Essere lì e condividere quel momento è tremendamente bello.
Una giornata di scoperte.
I pigmei sfidano. Che i tuffi con la liana abbiano inizio.
Bangherang.
Si sta, come d’estate, sull’Isola che non c’è, i bimbi sperduti.
L’immaginazione scorre.
Femminilità accantonata. Spazio a culate infinite e urla disumane.
Una giovane famiglia attira l’attenzione. Elena, Andrea e il piccolo Edoardo.
Bontà contagiosa e inconfondibile accento romagnolo.
Si riscopre il proprio intuito. Il sesto senso funziona.
“Meravigliosi loro, uh?”. Così tanto che più tardi saranno il nostro aiuto per tornare al campeggio.
Raccontiamo ancora una volta del nostro progetto. Dell’essere senza macchina.
Che l’idea iniziale è sfumata. Che per l’anno prossimo prevediamo regali a tutti quelli che ci daranno un passaggio per ringraziare della cortesia.
Magari un seme da piantare. Più bello se di un sempreverde.
I ragazzi si sposano a breve. Ci dicono essere proprio quella la loro bomboniera.
Curiose, le sinergie della vita. Sorridiamo.
Una campana ci avvisa che sono pronte le bruschette.
Seconda Cala. Isola Rossa. Altro paradiso. Irraggiungibile a piedi.
Immersioni. Gara di tuffi. Storie di vita varie ed eventuali.
Quel momento in cui chiedi una foto in barca con l’amica, la riguardi e pensi “Ciao, sono la tua escort”.
E per fortuna salva la campana del pranzo.
Risotto e vino bianco. Pennichella. Addio.
Dobbiamo salpare. Traffico nella cala. Manovra difficile.
La barca vicina è imbruttita. L’ancora incastrata nel fondale. Non possono spostarsi.
Fantastico. Bloccati.
20 minuti di manovre. Sguardi incattiviti che manco i pirati. Tensione che sale.
Qualcuno in apnea risolve la situazione. Applausi. Ripartiamo.
Terza Cala. L’ignoto.
La sfida si fa ardua. Tuffi dal trampolino.
In premio cucchiai colmi di Nutella.
Competizione altissima. Bramo Nutella dalla nascita.
Facciamo cagare. I bambini ci danno la merda.
E pure la Nutella. In bicchierini da caffè.
Estasi.
Un ultimo bagno. Ormai con branchie e piedi palmati.
La chiamavano metamorfosi in Kevin Costner in Waterworld.
Il triste ritorno verso casa. A velocità forse non consentite dal codice navale.
La barca non naviga. Vola. Mal di mare. Respiro bioenergetico anti-sbocco.
All’arrivo tutti un po’ verdi. Ondulanti. Ma va bene così.
Saluti. Ringraziamenti.
Passaggio fino al campeggio.
Gli sposini sono una coppia di musicisti. Una vera armonia insieme. Auguri ragazzi.
Saluti. Ringraziamenti. Parte due.
Il privilegio di una doccia calda. Una cena arrabattata. La serata in spiaggia.
Domani sarà l’ultimo giorno di vacanza.
Un tronco. La testa poggiata sopra. Sdraiate.
In gestazione progetti futuri.
Discorsi su ordine mondiale, religioni, relazioni non convenzionali, amori cuciti addosso, comunicazione non violenta.
Macheccazzoceranelrisotto? Pensieri allo sbando.
E’ tardi. Si va.
Il campeggio già dorme.
I nostri neuroni anche. Deambuliamo lente verso la tenda.
Silenziosamente. Lo sguardo un po’ perso.
La nostalgia sta già arrivando.
L’ultimo tuffo a bomba della giornata. Nel sacco a pelo.
Il solito rischio di morte per demenza.
Le risate. Seguite dall’orrendo pensiero di settembre.
No dai. Ci pensiamo da domani. A casa.
“Dopotutto, domani è un altro giorno.”

Le foto delle Cronache di Gnagna, dal primo episodio fino a oggi:

About Sarah Melania Pendolino 7 Articles
Videomaker e fotografa. Nata curiosa, osservatrice, ascoltatrice e sognatrice. Appassionata di dettagli, cose genuine e bizzarre. Aspiro a diventare una cacciatrice di bellezza e storyteller. Raccontare storie attraverso immagini, viaggiare, scrivere, condividere è ciò che più amo fare. Vivo di tragicomiche avventure quotidiane. Accompagnate da improbabili colonne sonore. Adoro esplorare ed esplorarmi. Perdermi. Ritrovarmi. Scoprire. Ripartire. Abbraccio l'etica della reciprocità. Amo la natura, le persone, i confronti costruttivi, gli scambi. Litigo spesso con il tempo, i numeri, i ragni. Vado d'accordo con la lentezza, il cioccolato e i sorrisi. Disordinata cronica, trovo equilibrio solo nel caos. Nel dubbio continuo a lasciarmi ispirare girovagando per il mondo.

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