Tenerife: Vivere per strada

Capitolo 3/3

Una nuova strada

Avevo bisogno di tornare a vivere per strada, mi mancava l’avventura e ciò che mi poteva trasmettere. Volevo ripartire senza alcun programma, come spesso facevo lasciandomi condurre dall’imprevedibilità della vita.

Ero stanco di stare nei vari ostelli, avevo la sensazione, che stavo perdendo qualcosa di importante, perciò decisi che avrei vissuto per un po’ in strada, dormendo dove capitasse.

A volte lanciarsi così nel vuoto, senza un vero programma fa paura, ma è normale che lo faccia. Il regalo però più bello che possiamo farci, è di non farci soffocare da questo limite ma di spingerci a compiere un primo passo.

Programmare il nostro futuro è spesso inutile, tutto ciò che possiamo fare è vivere ogni situazione che ci si presenta, avvolti costantemente dal desiderio di stare bene e di seguire la strada che sentiamo di voler percorrere.

Le grotte a Playa de Los Morteros

La prima notte la passai a Playa de los Morteros, nelle famose grotte dove fino all’anno scorso vivevano gli hippies.

Queste sono ben fatte e quella nella quale passai un paio di giorni, aveva addirittura due stanze con tanto di posto per sedersi, delle scalette e una piccola finestra sull’oceano.

Lo stesso giorno del mio arrivo, conobbi un signore con la quale scambiai qualche parola;  scoprì in seguito che lui fu uno dei primi scavatori delle grotte, una delle quali io vi risiedevo. Scavarono circa 30 anni fa, lui e altri due suoi amici. Ci vollero tre mesi per costruire quella più grande e uno per l’altra più piccola.

Il suo racconto fu molto semplice, si scavava per una mezzora, poi c’era il bagno, si beveva una Cerveza, fumava un po’ di porro (Marjuana) e poi di nuovo al lavoro.

Cosi per tre mesi, e il tutto mi veniva raccontato mentre lui era completamente nudo a prendere il sole. Un paio di giorni dopo, mi spostai a nord-est di Tenerife dove si trova la piccole regione di Anaga.

Anaga

Giunsi a San Andrés, uno spettacolare paesino costruito ai piedi della montagna.

Era troppo tardi sia per visitarlo sia per cercare un posto dove posizionare la tenda, perciò mi stesi sotto una pianta e poco dopo comincio a piovere.

A pochi metri da me, nascosti sotto uno scivolo per bambini, stava dormendo una giovane coppia. Avevano avuto tempi bui e si erano trovati a non avere più un posto dove vivere.

La ragazza si sentiva sconfitta dalla vita e da chi aveva avuto vicino fino a poco tempo prima, più volte mostrava nei suoi occhi una vera sofferenza, che trovava conferma nelle parole che pronunciava con rabbia.

Al contrario il suo compagno era avvolto da un’incredibile positività; con la sua energia e il suo sorriso teneva alta la speranza e il cuore di lei. Facemmo colazione condividendo ciò che portavamo con noi e poi dopo diverse ore, dopo un lunghissimo abbraccio, ognuno riprese la propria strada.

Ok, il destino ha un altro piano

Girai in lungo e in largo per quasi due settimane, dormendo prevalentemente per strada.

Passai dalle caverne, alle panchine dei vari parchi, per strada,
spiagge e boschi.

A volte mi toccava dormire sotto la pioggia, in quanto non trovavo riparo, altre volte se ero fortunato potevo montare la tenda e dormire almeno protetto.

Nonostante tutto, mi piaceva questo stile di vita, mi dava modo di esplorare in modo alternativo.

Il giorno prima che arrivarono i miei amici dall’Italia, decisi di tornare alle grotte per avvicinarmi all’aeroporto. Data la stanchezza, delle due ultime notti in bianco, quel giorno fu un disastro dietro l’altro.

Ormai verso sera, iniziai a sbagliare i vari pullman e mancavo di continuo le fermate.

Fisicamente ne stavo risentendo, fu così che dopo l’ennesimo flop, vicino alla stazione di Adeje, decisi di cercare un altro posto per strada e lì mi capitò un altro incontro.

Hai un coltello o una pistola con te?

Poco distante dalla stazione, giunsi a piedi in un piccolo boschetto la quale, era perfetto per passare la notte.

Fui fermato da una luce e da un Hola con uno strano accento.  Di fronte a me si pose un’ uomo, alto poco più di me, magro e che parlava in modo abbastanza strano. La prima domanda fu “Perché sei qui?”, la seconda fu “Hai una pistola o un coltello insieme a te?”

Ok, detto così sembra che avessi a che fare con un pazzo, ma io ridendo gli risposi che non avevo nulla del genere e per ridere un poco, gli feci la medesima domanda. La dolcezza e l’innocenza di quell’uomo è, e sarà una delle immagini che più mi porterò appresso di quel viaggio.

Con dolcezza, come se fossi un suo amico di vecchia data, mi disse dove potermi sdraiare rassicurandomi più volte che nessuno nella notte mi avrebbe disturbato.

Avrei così tanto voluto parlare con lui, per conoscere la sua storia e sapere chi fosse, ma ero troppo stanco e preferii cercare di dormire.

Come non detto… ci pensa lui!

Parole vane perché dopo cinque minuti, venne da me con due birre in mano.

Parlai con Rafael fino alle due di notte, sorseggiando birra da un lattina che era chiaramente sporca di detriti, ma non mi importava più di tanto.

Spesso si alzava e urlava “Tigerush!”; richiamando la sua gattina, con la quale aveva creato un legame unico nel suo genere.

Lui le parlava in polacco, lei miagolava in segno di risposta e lo seguiva ovunque lui andasse.

Ridemmo tutta sera nel vederlo giocare con “Tigerush”, mentre io tentavo invano di avvicinarmi a lei per accarezzarla.

Non possedeva denaro, viveva di piccoli lavori, dormendo in questo boschetto.

Il mattino seguente dopo il suo impiego, tornò con altre birre e mi invitò a pranzo in una mensa gestita da un gruppo di inglesi.

Al mio arrivo, mi accolsero come se fossi di famiglia.

Era chiaro che alcuni di noi non erano veri senzatetto, ma nonostante tutto non importava, loro aiutavano chiunque passasse da lì.

La signora che danzava con la pizza

Erano diversi uomini e donne che spesso giravano per i tavoli offrendo pizza e biscotti.

Una signora dai lunghi capelli biondi passava da una persona all’altra, ascoltando le loro esigenze e aiutandoli come più poteva con vestiti, medicinali, documenti o quant’altro.

Un’altra signora danzava tra i tavoli, sorridendo con costanza e imbottendo tutti, di tutta la pizza che potevamo mangiare.

Fu un momento molto toccante per me, quando vennero e mi chiesero di che cosa avessi bisogno.

Ovviamente spiegai loro che stavo viaggiando e avevo tutto il necessario, ma loro con dolcezza insistettero nel volermi aiutare come potevano.

L’amore che donavano a tutte quelle persone a me bastava, non mi serviva niente se non vedere ancora e ancora i bellissimi sorrisi sui volti di quelle splendide donne.

Ci fu un lungo abbraccio con la signora che indossava la gonna, avrà avuto circa 70 anni ma scorreva nelle sue vene l’energia di un’adolescente.

Alla prossima Rafael

Rafael dopo una breve nuotata al mare, si offrì di accompagnarmi all’autobus e come un amico di vecchia data lo salutai facendomi promettere che ci saremmo risentiti.

Non so se mai leggerai questo articolo Raffael, ma grazie dal profondo del cuore per ciò che hai saputo insegnarmi senza usare le parole.

Mi auguro che tu possa realizzare i tuoi sogni perché ti meriti questo ed altro amico mio.

La tua dolcezza e la tua empatia, sono stati per me un dono prezioso e di questo te se sarò eternamente grato.

Ti invierò questo articolo nella speranza che tu possa leggerlo e ti riconfermo ciò che ti dissi quel giorno alla mensa, i tuoi occhi a cuore nei confronti di lei, non mentivano, amico mio.

Ero rimasto a Tenerife per aspettare i miei due cari amici dall’Italia che per anni, mi erano sempre stati vicino e cosi gli feci una sorpresa.

Fino all’ultimo temevo di aver sbagliato aeroporto, erano in ritardo di un’ora e nessuno rispondeva al cellulare.

Fu quando sentii urlare il mio nome che gli corsi incontro, abbracciandoli con tutta l’energia che avevo.

Di nuovo a El Medano

Ci posizionammo su una spiaggia nei pressi della Montaña Rojaun altro vulcano di Tenerife.

Loro dormivano in tenda, io, non avendo mai voglia di montarla, stendevo tutte le sere il sacco a pelo sulla sabbia dormendo all’aria aperta.

Ogni mattina a causa del forte vento notturno mi ritrovavo letteralmente coperto di sabbia, loro invece se la ritrovavano nella tenda.

Fu strano anche per loro, quel nuovo modo di vivere, vedevano sbalorditi le persone che vivevano una vita più serena e tranquilla e tutti spesso erano accompagnati da svariati sorrisi.

Conoscemmo Cristel, una ragazza cecoslovacca, con la quale passammo la maggior parte delle nostre giornate, insieme a surf, sole e al solito girovagare qua e là senza meta.

Abbracciarono presto la nuova filosofia di vita, tanto che anche loro smisero di programmare e si lasciarono cullare dalla frase “Tranquilo! No pasa nada

Divenne presto il nostro mantra.

Surf!

Rivederli dopo cosi tanto tempo fu una sensazione splendida, sembrava che fossero passati pochi giorni da quel saluto alla stazione di Milano.

Il surf fu una scoperta meravigliosa, tanto che ogni giorno ci apprestavamo a farlo ma con scarsi risultati.

Fu solo il penultimo giorno che decidemmo di salire sulla Montaña Roja, uno dei vulcani che si trovano a El Medano.

La salita fu abbastanza semplice a dire il vero, raggiungemmo la cima in poco tempo, il vento invece non cessò nemmeno per un minuto.

Fummo deliziati anche questa volta da un vista mozzafiato. Ormai prossimi alla fine del viaggio, loro si dedicarono un’ultima volta alla tavola io invece mi feci un nuovo tatuaggio sul braccio.

Quella stessa sera li accompagnai all’aereoporto di Laguna, il volo era di mattina, ma preferimmo passare la notte lì vicino.

Con l’aeroporto chiuso fummo costretti anche questa volta a dormire per strada, nel parcheggio delle auto.

Buon viaggio amici miei

Fu doloroso salutarli, come del resto lo è sempre quando viaggi solo. Nella vita entreranno e usciranno un’incredibile quantità di persone.

Con alcune si avrà la sensazione di conoscerle da sempre, mentre altre come sono arrivate se ne andranno, ma farà sempre male quando devi salutare qualcuno, perché con questi condividerai momenti unici e che non dimenticherai mai.

Antonio e Gian grazie della vostra preziosa amicizia, anche se siamo lontani non smetterò mai di volervi bene. Mi siete sempre stati vicino negli anni ed è anche grazie a voi se finalmente sto realizzando questo mio sogno.

La vostra amicizia e la vostra energia sono costantemente insieme a me, e vi ringrazio per non avermi mai lasciato in questi anni, nonostante il profondo buio che stavo vivendo.

Spero con tutto il cuore di rivedervi presto e soprattutto che anche voi siate felici. Vi lascio con un grande abbraccio, nella speranza che portiate con voi la medesima energia con la quale ci siamo lasciati.

 Verso nuovi orizzonti

Viaggiare ti porta a una scelta continua, basata solo sulle proprie sensazioni.

La libertà che si prova è imparagonabile, ma bisogna sempre sapersi ascoltare e assecondare ciò che il nostro cuore ci dice, ma soprattutto portare rispetto verso chi incontrerete.

Fu con questo pensiero che quello stesso giorno lasciai anche io Tenerife, con un traghetto che ha avuto come destinazione Huelva per poi ripartire.

Lasciare la Spagna non fu facile soprattutto dopo tutto quello che avevo vissuto, eppure la mia curiosità si spostò rapidamente verso paesi più lontani ed è li che ora sto andando.

Non so cosa mi aspetta perché il posto in cui sto andando, è completamente diverso rispetto a ciò che ho vissuto finora, eppure seguo ancora il mio cuore e questa volta mi dice di andare li, in Turchia.

Buona vita a tutti, qui termina il mio racconto dei miei due mesi passati a Tenerife.

Un bacio e un forte abbraccio da Istanbul.

Ci vediamo nel prossimo articolo.


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"Chi sono io?"....Fu il porsi una semplice domanda, che mi portò a rivoluzionare completamente la mia vita. Costante negli anni, mi ritrovavo a girare sulla famosa ruota del criceto, rendendomi conto che questa, mi stava privando di qualcosa che sentivo nel profondo. Ero infelice, con una profonda guerra interiore, fu allora che decisi di cambiare radicalmente la mia vita, dovevo farlo unicamente per me stesso, per dare risposta alle tante domande che si annidavano nella mia mente e per dare pace alla mia anima costantemente in guerra. Mi chiamo Michele Bosio e il 21-05-2021 sono partito per girare il mondo. Ho avuto la forza di lasciare tutto per sentirmi veramente libero come da tempo sognavo e ora poco alla volta sto scoprendo il mondo che ho sempre sognato di vedere. Oggi a distanza di mesi, la vita nella sua costante imprevedibilità, mi da la pace e le risposte che cercavo da anni.

1 Commento

  1. Ho vissuto anch’io diverse estati per strada. Ho trascorso anche un inverno a Londra dormendo nel divano di amici conosciuti per la strada, nelle panchine o ad hyde park (dove è illegale dormire). Ti dà una sensazione di libertà unica se lo fai con altre persone, ma da soli è un’esperienza molto dura.

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