Mini racconti del viaggio lento in Liguria: IV parte.
Questa è la quarta parte di una serie di mini racconti sul nostro viaggio lento in Liguria. La vera avventura, però, comincia solo ora. Un’avventura a piedi, difficile da raccontare, perché difficile è stato il percorso da San Rocco di Camogli a San Fruttuoso (almeno per noi!).
Una dura salita
Due cerchi rossi. Semplice.
Dobbiamo seguire i due cerchi rossi e andare avanti.
Non potete sbagliarvi, li vedrete ovunque. Ci informa frettolosamente un passante.
Alla fine di via san Bartolomeo a Camogli comincia una lunga salita, la cui durata a piedi è di circa 30 minuti. E’ un’arrampicata di scale piuttosto impegnativa, che conduce alla frazione di San Rocco Camogli e sembra essere una sfida difficile, almeno per chi viaggia con zaini da viaggio come i nostri. Iniziamo a salire e in breve tempo cominciamo a grondare di sudore; le magliette si bagnano, il respiro s’accorcia, il peso degli zaini raddoppia. Goccioline salate scorrono copiose dalla fronte, alcune precipitano sulle palpebre degli occhi fino ad annebbiarne la vista. Anche il viso si tinge di rosso per il sangue che ribolle con ardore nelle vene: la salita è lunga e ripida.
Caldo
Il sole ruggisce alto nel cielo e scaglia su di noi i suoi dardi infuocati. Sentiamo il cuore battere forte. Siamo vivi. Mai sentiti così vivi! La salita ci piega in due, spezza il fiato ma siamo decisi a non cedere, non così in fretta. Il passo è corto, il movimento è lento, anzi no, lentissimo. Beviamo acqua ogni cinque minuti, per placare una sete violenta, dubitando che sia saggio finire le scorte così presto.
Ci sarà una fontana all’arrivo. Pensiamo.
Che ore sono, sarà già mezz’ora che camminiamo?
Passano secondi che sembrano minuti e minuti che paiono ore, però la salita non termina mai. Facciamo pause brevi ma frequenti. Appena riprendiamo, il cuore supplica per un altro momento di tregua. Ad ogni scalino conquistato la fatica ed il peso aumentano, e ad ogni sosta il corpo elimina le tossine della fatica con maggiore difficoltà.
Alcuni viandanti scendono giù dalla via, altri salgono, ci superano. Li incontreremo poco più avanti o non li incontreremo più. Salutano e sorridono sorrisi sinceri. Si è sempre solidali con chi condivide la medesima fatica d’un viaggio.
Qualche volta lo scudo di un’ombra ci ripara dal caldo, ma l’afa è insopportabile. Non è una lezione nuova, ma gli errori spesso si ripetono: mai marciare sotto la furia del sole, men che meno indossando magliette di colore scuro. Prendiamo salutari boccate d’ossigeno gonfiando il petto fino a riempire la parte più bassa dei polmoni, poi li svuotiamo completamente, ripetendo il gesto meccanicamente. E’ aria buona quella che respiriamo, ci sentiamo grati per questo.
Aria
Raramente ragioniamo su quanto sia importante e speciale… l’aria. E’ un gas invisibile eppure così fondamentale! Gli uomini la trascurano ogni giorno contaminandola con sostanze tossiche e smog. Solo nel momento del bisogno se ne ricordano: durante una salutare pedalata in bici, una passeggiata in montagna, una corsa campestra, una semplice scalata. In queste occasioni la necessitiamo più dell’acqua e del cibo. Eppure, ingrati, continuiamo a sporcarla, a farci beffa di lei- e della nostra salute- fumando sigarette, conducendo veicoli inquinanti, costruendo inceneritori.
Incontri
Mentre riprendiamo a camminare un gattino ci provoca ozioso in mezzo alla via, sdraiato sotto la sagoma rinfrescante d’un albero generoso. Sbadiglia annoiato e miagola in risposta ad una carezza; osserva con curiosità i passanti affaticati e alla fine li giudica. “Pazzi” dev’essere il suo verdetto.
San Rocco di Camogli
Proprio quando lo sfinimento fisico sembra prevalere, riusciamo a scorgere la piazzola di San Rocco. C’è ancora un’ultima batteria di scale, ma la vista del piccolo borgo anestetizza la fatica.
A San Rocco facciamo una piccola, inaspettata, sosta mangereccia: un panificio sulla scalinata di fronte alla Chiesa ci accoglie con odori invitanti di pane e focacce appena usciti dal forno. Il morale cambia mentre affondiamo i nostri denti nell’impasto caldo della gustosa focaccia. Non potevamo immaginare che questa scalata, in mezzo a campi verticali di ulivi e agli orti privati dei contadini liguri, ci avrebbe condotti all’entrata di una modernissima, eppure dal fascino antico, frazione urbana. Sospesa lungo il crinale montuoso, a circa trecento metri di altezza dal mare, l’agglomerato di San Rocco è crocevia di pellegrini, viandanti e appassionati di montagna!
La Metafora del cammino
Ci fermiamo a riposare un po’, riempiamo le borracce di acqua fresca, facciamo mente locale e godiamo del nostro primo vero compenso, ovvero la visione del Golfo Paradiso.
La vita è stata concepita per essere così: una dura salita che fa bestemmiare, ma che ti premia se la affronti con coraggio fino alla fine. Camminare serve per crescere, per raggiungere nuovi orizzonti, per avere nuovi punti di vista, per godere della gioia delle piccole cose. Se non ci si sposta con le proprie gambe, non si ottiene nessuna ricompensa, nessuna soddisfazione. Camminare è compiere passi verso una destinazione: la bellezza però, è soprattutto assaporare questa fatica, ingrediente fondamentale per la ricetta della felicità.
Mare
Stupenda la vista del mare, questa immensa distesa di oro blu! Il mare sovrasta sopra ogni cosa, unisce e divide i paesi, le culture e le civiltà. Cinico e imperturbabile, si espande a perdita d’occhio fino a toccare l’orizzonte. A volte lo riflette nelle sue acque, a volte si fa prestare i suoi colori. Altre volte cielo e mare si uniscono in un abbraccio: all’imbrunire la linea di confine scompare ed è allora che diventa impossibile capire dove finisce il primo e dove inizia il secondo.
Siamo grati per la fatica e le difficoltà lungo il cammino. Siamo grati per tutte le cose belle che abbiamo visto in questo breve tratto di percorso. Chissà quante altre sorprese ci aspettano… Sono queste cose che ci fanno crescere e provare la soddisfazione, alla fine, di aver raggiunto la meta.
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