Quali sono gli animali estinti che conobbero gli Antichi Romani?

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Dalla maestosità del Leone Berbero alla singolarità del Miotrago

Animali estinti che erano ancora vivi ai tempi dell’Antica Roma – Nell’ampio arco di tempo che va dalla nascita dei primi regni romani fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, gli abitanti della Penisola Italica e delle vastissime province romane hanno avuto modo di entrare in contatto con una serie di specie animali oggi purtroppo estinte. Alcune di queste creature sono diventate protagoniste della storia, dell’arte e dell’immaginario collettivo di un’intera civiltà.


Orso dell’Atlante


Questo maestoso orso bruno era originario dei territori del Nord Africa. Sia per la sua stazza imponente che per il suo aspetto affascinante, l’orso dell’Atlante era spesso utilizzato nei colossei per combattimenti contro gladiatori o altri animali. Tali esibizioni, unitamente alla caccia, contribuirono al declino della sua popolazione.

Iconografia: L’orso dell’Atlante è immortalato in numerosi mosaici e cammei romani, che testimoniano la sua popolarità e rilevanza nella cultura antica. La foto, scattata da Noomen9 mostra un mosaico nel teatro di Bulla Regia (Tunisia).  [1]


Leone Berbero


Il leone berbero (Panthera leo leo), noto anche come leone dell’Atlante, è considerato estinto in natura da metà del XX secolo. L’ultimo individuo confermato in stato selvatico è stato ucciso nel 1942 nel Marocco. Tuttavia, alcuni sostengono che potrebbero essere sopravvissuti allo stato selvatico fino agli anni ’60.

Fortunatamente, sembra che alcuni discendenti di leoni berberi potrebbero essere sopravvissuti in cattività. Alcuni zoo e parchi di conservazione stanno cercando di identificare e preservare le linee genetiche dei leoni berberi attraverso programmi di riproduzione selettiva, con la speranza di poter un giorno reintrodurre la sottospecie nel suo habitat naturale.

Questa particolare popolazione di leoni africani, come il noto orso dell’Atlante, era molto popolare nelle arene romane. La combinazione di caccia eccessiva e distruzione dell’habitat ha portato questa maestosa creatura all’estinzione. Tuttavia, esemplari simili al leone berbero possono ancora essere avvistati in cattività.

Un leone avvistato sulle montagne dell’Atlante, nel Regno del Marocco, durante un volo sulla rotta aerea Casablanca-Dakar La fotografia scattata da Marcelin Flandrin nel 1925 è l’ultima testimonianza visiva di un leone selvatico “di Barberia” del Nord Africa. [2]


Struzzo Arabo


Lo struzzo arabo è un grande uccello che una volta viveva nella Penisola Arabica e nel Medio Oriente. È estinto dal 1966. Era più piccolo e aveva piume più chiare rispetto allo struzzo africano. Viveva in aree desertiche e si cibava di piante e piccoli animali. L’uomo ha cacciato lo struzzo arabo per la sua carne, le uova e le piume, contribuendo alla sua estinzione. Ci sono programmi di reintroduzione in atto per cercare di far tornare questa specie nei suoi habitat originali, utilizzando struzzi africani simili geneticamente.

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Foto di Syrischer Maler um 1335 – The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=159265

Questa sottospecie di struzzo, distintiva per il suo habitat nel Medio Oriente, non era un comune ospite nelle arene romane.


Capra delle Baleari


Il Myotragus Balearicus era una singolare antilope nana endemica delle isole di Maiorca e Minorca. Dalle gambe tozze e occhi rivolti in avanti, era veramente unico nel suo genere. Sorprendentemente, sopravvisse fino al 609 a.C., esattamente un secolo dopo la fondazione di Roma. Il Myotragus non ha un nome comune o “volgare” in italiano altrettanto diffuso o riconosciuto come il suo nome scientifico latino. Spesso, viene semplicemente chiamato “capra delle Baleari” o “capra fossile delle Baleari” in riferimento al suo aspetto simile a quello di una capra e al suo habitat originario, le Isole Baleari.

Foto di Xavier Vázquez – Cosmo Caixa, Barcellona, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3255463

Estinto quindi da circa 5.000 anni, era piccolo, con zampe corte e una grossa testa. Gli adulti pesavano circa 50 kg. Aveva un metabolismo basso simile a quello dei rettili, adattandosi così alle risorse alimentari limitate delle isole. Si ritiene che sia scomparso a causa dell’arrivo degli esseri umani, che hanno portato nuovi predatori e hanno alterato l’habitat, oltre a cacciare il Myotragus balearicus per la sua carne. [3]


Uro


L’uro, antenato dei moderni bovini, era un grosso animale con corna lunghe, diffuso un tempo in tutta Europa, Asia e Nord Africa. Viveva in foreste, paludi e praterie. Veniva cacciato per la carne, il cuoio e le ossa, e ciò lo portò all’estinzione. L’ultimo esemplare è morto nel 1627 in Polonia. Oggi, progetti come il Taurus Program [4] cercano di ricreare l’uro incrociando razze di bovini che conservano il suo patrimonio genetico, con l’obiettivo di riportare questi animali nei loro habitat naturali, contribuendo al ripristino degli ecosistemi europei.

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Foto di Charles Hamilton Smith – http://animalpicturesarchive.com/ArchOLD-6/1188058432.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32299

Si pensa che questo dipinto raffiguri un uro, un incrocio tra bovini e uro, o semplicemente una razza bovina simile all’uro.[5] Questa immagine è una copia dell’originale presente presso un mercante di Augusta nel XIX secolo. L’originale risale probabilmente al XVI secolo. Non si sa se l’originale e la copia esistano ancora da qualche parte (Van Vuure, 2003).


Tigre del Caspio


In contrasto con la concezione comune, le tigri non erano confinate solamente all’Asia sudorientale. La tigre del Caspio, che un tempo viveva fino ai confini occidentali della Mesopotamia, era un altro grande predatore spesso utilizzato nelle arene romane.

Sopravvisse all’epoca romana, ma si estinse nel corso del XX secolo.

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Animali estinti che vivevano ancora ai tempi dell’ Antica Roma. Questo mosaico mostra un elefante che attacca una tigre; proviene dalla Siria romana, che occupava parti dell’attuale Anatolia e Mesopotamia – Foto di Sconosciuto, Pubblico Dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5923385


Queste creature estinte elencate rappresentano solo una piccola parte del ricco e variegato mondo animale che gli antichi Romani ebbero l’opportunità di conoscere. I fossili di questi animali e le testimonianze artistiche della loro esistenza e del loro legame con l’umanità, offrono una prospettiva sulla biodiversità del passato e sull’importanza della conservazione nella società moderna.  La storia e la biodiversità sono campi complessi e in continua evoluzione. Se avete notato errori o volete proporre ulteriori esempi di animali estinti conosciuti dagli antichi romani, non esitate a contattarci. La vostra collaborazione è preziosa per arricchire e perfezionare le informazioni presenti in questo articolo!


  • [1] http://www.bearconservation.org.uk/atlas-bear-extinct/
  • [2] https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0060174
  • [3] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1325260/
  • [4] http://www.taurosproject.com
  • [5] https://www.euppublishing.com/doi/abs/10.3366/anh.1995.22.3.437

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Mi chiamo Davide. Sin da sempre ho coltivato uno spirito indipendentista e ribelle che mi ha spinto a lavorare come programmatore in modalità remota. Oltre alla mia passione per il coding, mi dedico alla fotografia nel mio tempo libero e naturalmente adoro il cinema. Amo immergermi nell'atmosfera dei concerti (adoro la musica dal vivo e l'energia che si sprigiona da essi). Faccio migliaia di altre cose, ma sarebbe impossibile scriverle tutte qui!

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