La Via degli Dei, il mio primo cammino in solitaria.

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Chi è nato con questa energia, non potrà mai fermare quel battito di ali che caratterizza la sua persona

Segui il tuo cuore, lui conosce la giusta via.

Chi mi conosce bene, sa che sono molto istintivo, mi butto a capofitto nelle cose che più in quel momento mi stimolano, perché sono sempre stato e sono tuttora, un’amante dell’avventura e dell’ignoto, ed è solo cosi che mi sento vivo.

Lo stesso criterio lo applicai nel 2017, quando dal giorno alla notte decisi di intraprendere “La via degli Dei” un percorso di 134 km attraverso gli appennini ed una completa immersione nella natura.

Partii la prima settimana di Ottobre, quando il primo freddo si poteva già percepire nell’aria; con me svariate attrezzature da campeggio, compresa una tenda da 2kg, una mappa del percorso e un libro.

Il tutto in uno zaino di 17kg, ormai consumato dal tempo, appartenuto a mio padre.

Erano diverse le motivazioni che mi spinsero a compiere questo percorso, partendo da solo avrei avuto modo di riflettere su quesiti che in quel periodo della mia vita affossavano la mia mente, e

mi volevo regalare la possibilità di aprirmi a nuovi incontri abbattendo cosi quel muro di timidezza che da fin troppo tempo mi era nemica.

La vita però, spesso gioca carte diverse rispetto a ciò che è nelle nostre aspettative e, difatti fu cosi che per tutto il cammino non incontrai nessun’anima con cui condividere qualche passo, o un pensiero, rendendo il tutto più difficile, sia a livello fisico che a livello mentale.

 

La vita ti insegna ciò che sei destinato ad apprendere

Il percorso è formato da diversi dislivelli, alcuni particolarmente impegnativi; vi sono poche strutture dove alloggiare (ovviamente mi riferisco al prezzo in quanto erano molto care) e pessime indicazioni del sentiero.

Proprio grazie a quest’ultima, ogni giorno avevo la sfortuna di perdermi, ritrovandomi in posti stravaganti, senza la benché minima idea di dove fossi finito e di come potevo ritrovare il sentiero.

Non essendo allenato per una simile impresa, mi ritrovai con dolori atroci in tutto il corpo fin dal primo giorno e non essendo preparato tecnicamente al freddo degli appennini, tutte le sere in tenda pativo il freddo, nonostante dormissi sempre vestito e infilato nel sacco a pelo.

La prima sera, ormai esausto della grande quantità di kilometri percorsi, posizionai la tenda sotto una pala eolica, rimanendo ipnotizzato dall’incredibile tramonto, che stava prendendo forma.

Il sole scendeva poco alla volta verso l’orizzonte, di fronte a me, il rosso fuoco divampava nel cielo, per poi sfumare come gocce colorate sull’acqua, addolcendo l’intensità che lo avvolgeva, questo creò una danza di colori che mi regalarono tonalità in continuo mutamento, dal rosso tenue, arancio e rosa il tutto avvolto da un leggero azzurrino.

 

Tutto sembra oltre la mia portata, eppure non voglio fermarmi

La prima notte in tenda si rivelo un incubo, nonostante fossi vestito, potevo sentire il freddo penetrarmi nelle ossa a causa dell’umidita che sali di notte.

Decisi nonostante la tarda ora, di accendermi un fuoco per scaldarmi, ignaro del fatto che quell’idea mi avrebbe portato lunghi tormenti nel tentativo da prima di accenderlo e successivamente di spegnerlo, senza consumare la poca acqua che conservavo nella borraccia.

Il vento rese tutto incredibilmente ancora più difficile, impedendomi sia di scaldarmi che di dormire.

Nonostante le immense difficolta riscontrate ogni singolo giorno, a causa della solitudine e della pochissima segnaletica, questo breve cammino fu in grado di regalarmi ogni giorno una moltitudine di emozioni contrastanti tra loro, dalla completa gioia attraverso lacrime di commozione, al pieno desiderio di mollare tutto e lanciare lo zaino nel primo dirupo che avessi trovato per strada, o gettarlo in un semplice cestino dell’immondizia come gesto simbolico della mia resa.

Ricordo un giorno, in cui da svariate ore mi ritrovavo in mezzo al bosco, avevo il morale a terra e nei miei pensieri l’idea che non avrei terminato il percorso a causa dei dolori.

Fu il vedere due cervi attraversami la strada correndo, che mi diede la carica di proseguire; maestosi e liberi, fecero scattare in me una scintilla dormiente nella mia anima che mi diede la carica di non mollare, presi quel magico istante come un segno della vita.

Dovevo proseguire.

 

Basta un secondo e tutto cambia

Un giorno, ormai stremato dalla fame, decisi di uscire dal sentiero alla ricerca di un ristorante o qualsiasi altra cosa che mi permettesse di sfamarmi e li trovai un enorme prato completamente recintato, con all’interno sei maiali, che non appena mi videro iniziarono a correre il più lontano possibile da me emettendo versi strazianti.

Trovai poco dopo un ristorante che guarda caso era chiuso per riposo proprio in quello stesso giorno; cosi vicino alla recinzione mi sedetti su un gradino fatto in pietra dove mangiai un paio di barrette energetiche.

I maiali dopo pochi minuti iniziarono ad avvicinarsi alla recinzione, curiosi probabilmente di sapere che cosa stessi facendo.

Dovevo stare attento nei movimenti perché un atto troppo rapido li avrebbe spaventati e fatti fuggire di nuovo, ma fu grazie a questa cosa che un pensiero inizio a prendere forma nella mia mente.

Fu come se avessi tolto il tappo da una piccola insenatura situata nella mia mente, in quel preciso momento tutto ciò che quell’ostruzione bloccava venne spinto fuori dalla forte pressione dei miei pensieri, scaturendo una moltitudine di immagini e parole che rapide mi avvolsero mente e corpo.

Tutto ciò che vissi in quell’istante mi porto a riflettere sulla paura che questi animali avevano degli esseri umani, e di come la sola presenza scaturiva in loro terrore.

Vivevano imprigionati da una recinzione ed erano consapevoli del fatto che sarebbero morti per mano di qualcuno.

Fu in quel momento di riflessione che decisi di diventare vegetariano, da quel mistico momento che la vita mi regalò iniziai il mio primo processo di ribellione.

 

Mi sono perso… di nuovo

Nel mio penultimo giorno di cammino, ebbi la fortuna di perdermi di nuovo, ritrovandomi di fronte a una vecchia casa nel bosco.

Nessun segnale, nessuno a cui chiedere informazioni, solo conigli che saltellavano spensierati nel prato in ciò che sembrava essere una casa completamente disabitata.

Il sole stava già tramontando, da li a poco mi sarei trovato senza luce e senza la benché minima idea di dove fossi finito.

Fu quasi per caso che notai una ragazza nascosta dalla vegetazione che furtivamente stava raccogliendo funghi.

Mi avvicinai e gli supplicai aiuto, ero distrutto fisicamente e mentalmente non avevo mangiato nulla per tutto il giorno e il buio sarebbe sorto da li a poco.

Si offri gentilmente di accompagnarmi sul percorso corretto, dato che lei abitava in quelle zone, e lo fece con un sincero sorriso sul volto.

 

Alcune cose sono destinate a non essere dimenticate

Ancora oggi a distanza di anni, riesco a ricordare il viso di quella giovane ragazza che mi aiutò, non furono gli abiti o il fatto che fosse Iraniana a colpirmi nel profondo, ma fu quel gesto cosi genuino nel voler aiutare chi non conosceva, quel tipo di gentilezza cosi spontanea che da troppo tempo non riuscivo più a vedere nelle persone.

Camminammo per circa un’ora, mi racconto alcuni frammenti della sua vita, il suo italiano era perfetto cosi come il sorriso che avvolgeva il suo volto, ero completamente perso nelle sue parole.

Mi consigliò di  chiedere ospitalità, a un piccolo monastero che si sarebbe trovato sulla cima della collina e che sicuramente mi avrebbero aiutato per mangiare qualcosa e per avere un posto comodo dove passare la notte.

Dopo averla saluta, mi diressi verso la strada che precedeva la collina,  ma nonostante tutto quando giunsi al monastero alla quale volevo chiedere ospitalità lo trovai chiuso data la tarda ora; di cibo non ne avevo più, la stanchezza non mi permetteva di tenere gli occhi aperti e allora optai per dormire quanto prima, cosi montai la tenda poco distante dalla struttura e crollai nel giro di pochi minuti, con ancora addosso tutti i vestiti sporchi di quel giorno.

 

Tutto sta per cambiare

Quando arrivai a Firenze, per un’altra strada in quanto quella del sentiero l’avevo di nuovo smarrita, fui colto da un pianto di gioia nel vedere di cosa nonostante tutto ero riuscito a fare, quanta volontà e tenacia si nascondeva dentro ogni singolo essere umano? E perché non eravamo in grado di esprimerla ogni giorno? Vecchie domande avevano trovato risposta, ma molte altre sorsero in me.

Il cammino ero terminato, ma i pensieri che sorsero su quel percorso, furono l’inizio di qualcosa di molto più grande, che nel tempo avrei compreso più nitidamente, quello per me fu l’inizio di un forte cambiamento alla mia persona, solo che ancora non ne ero consapevole.

Finito il cammino presi un treno che da Firenze mi avrebbe ricondotto a Bergamo; ammetto che erano diversi giorni che non mi lavavo e ricordo ancora l’espressione di quel povero ragazzo che si sedette accanto a me per tutto il tragitto.

Dopo tutta questa esperienza una persona sana di mente avrebbe sicuramente detto mai più un’avventura del genere…. ecco io invece no…. Tornai a casa, raccontando per filo e per segno ogni singolo istante che in qualche modo aveva caratterizzato quel viaggio, rendendolo arduo e al contempo spettacolare; ma non solo tornai con un’esperienza in più perché crebbe in me l’idea di coltivare un sogno che andava oltre l’inimmaginabile, tornai con l’obbiettivo di fare il giro del mondo.

Lo sentivo nel profondo, qualcosa mi stava chiamando.

 

Segui i segni, solo cosi troverai la tua strada

Fu esattamente dopo una settimana esatta dal mio ritorno che la vita mi fece un regalo del tutto inaspettato, un dono che andò
oltre la mia comprensione, era come se l’universo mi avesse ascoltato.

In quel periodo mi spostavo spesso in macchina per lavoro, un giorno fuori da una libreria rimassi affascinato da un’insegna di cartone, che pubblicizzava un libro appena uscito, non sapevo di cosa parlasse ma l’immagine e il titolo furono cosi travolgenti che sentii il bisogno di cercarlo e capire di cosa trattava; dovevo scoprire perché dentro di me sentivo quel forte richiamo per quel libro.

Non mi fermai e prosegui, presi il telefono e cercai il titolo su internet per poter leggere la trama

Quel libro intitolato “L’orizzonte ogni giorno un poì più in la” di Claudio Pelizzeni, raccontava la sua storia del giro del mondo senza aerei in 5 anni.

Lo comprai il giorno stesso.

Lo lessi ogni singolo giorno, divorando le pagine una a una; quando lo fini guardai il cielo e dissi:

È possibile farlo….

Oggi, nonostante siano passati diversi anni, sto finalmente avverando quel sogno, sono partito il 21 maggio 2021 da Milano e vi sto scrivendo da Tenerife dopo 3 mesi di viaggio, ho fatto il cammino di Santiago, ho viaggiato per la Spagna e per tutto il Portogallo con treni e pullman, con un traghetto ho raggiunto le Tenerife in compagnia di un caro amico, aspettando che il Marocco riapra le frontiere.

Con il Covid non è facile ma un passo alla volta, porto avanti questo mio grande sogno coltivato nel tempo.

Chi è nato con questa energia, non potrà mai fermare quel battito di ali che caratterizza la sua persona, se sei cosi, se ti senti di voler essere libero, se semplicemente cerchi qualcosa si diverso non fermarti, continua a cercare, rischia, perché non esistono certezze nella vita, esiste solo l’ascoltare il proprio cuore e seguire ciò che ci dice di fare, anche a costo di andare contro ciò che ci hanno sempre insegnato.

Tutto è possibile, basta crederci davvero.

Buona vita a tutti.

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"Chi sono io?"....Fu il porsi una semplice domanda, che mi portò a rivoluzionare completamente la mia vita. Costante negli anni, mi ritrovavo a girare sulla famosa ruota del criceto, rendendomi conto che questa, mi stava privando di qualcosa che sentivo nel profondo. Ero infelice, con una profonda guerra interiore, fu allora che decisi di cambiare radicalmente la mia vita, dovevo farlo unicamente per me stesso, per dare risposta alle tante domande che si annidavano nella mia mente e per dare pace alla mia anima costantemente in guerra. Mi chiamo Michele Bosio e il 21-05-2021 sono partito per girare il mondo. Ho avuto la forza di lasciare tutto per sentirmi veramente libero come da tempo sognavo e ora poco alla volta sto scoprendo il mondo che ho sempre sognato di vedere. Oggi a distanza di mesi, la vita nella sua costante imprevedibilità, mi da la pace e le risposte che cercavo da anni.

4 Commenti

  1. È molto emozionante leggere cosa si prova quando si effettua il primo passo verso l’ignoto di un’avventura. E poi le emozioni durante l’avventura stessa… Grazie di cuore per aver condiviso il tuo viaggio! Così sono ancora più ispirata a partire!

    P.S.: suggerimento per voi scrittori viaggiatori della lentezza. Sarebbe bello se dedicaste uno spazio anche per descrivere la parte più “tecnica”, fisica o “pratica” di un viaggio. Nel caso particolare della via degli Dei a me, per esempio, piacerebbe sapere cose tipo:
    1) da dove si parte ufficialmente?
    2) esistono delle credenziali ufficiali?
    3) qual è la destinazione finale ufficiale?
    4) qual è il periodo consigliabile per affrontare questo cammino?
    5) dove si alloggia?
    6) i costi economici approssimativi?
    7) le strade sono ben segnalate?
    ecc. ecc.
    Grazie per l’attenzione e buoni viaggi a tutti.

    • Ti ringrazio molto per le tue stupende parole, scusami l’attesa della risposta ma ero preso dal viaggio in Tenerife e ho un po abbandonato tutto ciò che riguardava social e articoli.
      Per quanto riguarda i consigli sono d’accordo con te ma è stato molto tempo fa e onestamente a livello di costi ricordo molto ma molto poco, e piu che altro non mi piace molto parlare nello specifico di come organizzarlo perche preferisco trasmettere ciò che mio provato, sui vari siti si possono trovare tutte le informazioni a riguardo ma preferisco raccontare come l’ho vissuta, perche credo che sia questo che ci spinge a viaggiare e a esplorare il mondo, non un’attenta organizzazione o altro ma la fame di emozioni che lega tutti noi, quell’insaziabile desiderio e esplorare lasciandosi condurre dal flusso della vita.
      Ti ringrazio ancora di tutto e spero tu possa comprendere questa mia scelta nel non essere specifico per quanto riguarda l’organizzazione.
      Ti auguro una buona vita e un grande abbraccio

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