Vi abbiamo lasciati con il racconto della prima sessione di autostop in Spagna. Da qualche giorno abbiamo infatti lasciato la Francia e raggiunto l’altro lato dei Pirenei. La penisola Iberica sembra riservarci un mare di avventure (e disavventure). Quelle raccontate nell’ultimo post ci hanno provato umanamente, sia in senso positivo che negativo. Da una parte infatti ci hanno colpito i gesti solidali delle persone incontrate, dall’altra le lunghe attese in autostop e altre situazioni difficili ci hanno messo a dura prova. Le nostre prime peripezie in Spagna si sono tuttavia concluse per il meglio, con l’ospitalità a casa di Raul, un giovane uomo catalano (clicca sulle foto per ingrandirle👇).
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Raul ci ha accolto nel suo veicolo,
poi ci ha ospitato a casa sua. Grazie Raul!
Prova montaggio :S
Raul ci accoglie in macchina, ci invita a casa sua e poi ci porta a mangiare fuori
Dopo averci offerto un’ultima colazione al bar, Raul ci ha lasciato in mezzo alla strada e da lì abbiamo cominciato a dirigerci verso Madrid.
Foto scattata da Raul, prima di lasciarci
Luoghi magici: San Esteban de Gomaz
Alla fine di un’altra lunga giornata di autostop ci siamo ritrovati in un’incantevole città chiamata san Esteban de Gomaz, piena di case costruite con mattoni di paglia e fango. Rilevanti sono state anche le caverne scavate nella roccia e le “bodegas“, gallerie sotterranee dove si conserva il vino (vedi foto qui sotto👇).
Las bodegas
Cosa si nasconderà lì sotto?
Un’atmosfera di luci particolari ha contribuito a rendere più avventurosa la nostra permanenza notturna: dopo una chiacchierata con dei ragazzini del luogo, ci siamo diretti nella galleria porticata della chiesa principale, dove ci hanno consigliato di passare la notte. Si tratta dell’ennesima tappa improvvisata, che però ci ha piacevolmente sorpreso. E’ bello scoprire che ci sono tantissimi posti incantevoli e magici nel mondo, pur non essendo molti conosciuti.
Ed è bello finirci per caso, quasi per magia, come in uno di quei racconti fantasy dove i protagonisti si perdono e si ritrovano. I luoghi dell’anima.
La chiesa di San Miguel a S. Esteban de Gomaz
Terzo giorno di autostop in Spagna
Ieri, finalmente, siamo riusciti ad arrivare a destinazione, a Villa del Prado, dove ci hanno atteso amici di vecchia data. La sessione in autostop per raggiungere questo paese è stata la più difficile di tutte, perché i conducenti ci han sempre lasciato in strade poco frequentate!
Scenari alla route66: strade lunghissime, un calore tremendo, nessuna macchina nei paraggi. Le poche automobili in vista sfrecciano a 100 km/h e non sembrano notarti.
Una nota positiva dell’autostop in Spagna è che comunicare con gli spagnoli è facile: spagnolo e italiano sono lingue praticamente gemelle. Se il francese ci aveva messo a dura prova, lo spagnolo è davvero una lingua semplice da capire. Ed è proprio grazie alla nostra capacità e possibilità di comunicare con gli ispanici che siamo riusciti in qualche modo a cavarcela e uscire… dal deserto. 🥴
Una nuova “casa”
Bueno, ora qualche riga sulla nostra nuova “casa”. Finalmente! Abbiamo ritrovato degli amici che ci aspettavano e che, come noi, non vedevano l’ora d’incontrarsi. Allo stesso modo abbiamo conosciuto gente nuova da tutte le parti del mondo (i volontari della fattoria). Avremo modo di parlarne meglio nei prossimi giorni; ci scusiamo per la debolezza grammatica, e per il modo sintetico di descrivere le nostre avventure, però vi ricordiamo che il tempo che abbiamo per scrivere questi post è molto limitato! In compenso le avventure da vivere sono molte e la nostra priorità è il viaggio… 😌
Continuate a seguirci, speriamo di avere nuove sorprese da raccontarvi su questo viaggio senza spendere soldi.
Hasta pronto chicos!
Roberta e Simone in viaggio
ALCUNE FOTO TRATTE DALLE ULTIME SESSIONI DI VIAGGIO:
Questo autista, Josè, non si accontenta di darci un
passaggio in autostop. Ci conduce in un punto panoramico,
dove la visione della città di Avila ci lascia meravigliati.
La città’ di Avila
Se viaggiate in Spagna, non potete fare a meno di notare queste enorme figure di toro. Ciò che un tempo era un semplice messaggio pubblicitario, ora e’ diventato il simbolo degli spagnoli.
Rafa, Isabel, Roberta y Simon. Amicizie in autostop.
Simon y Jesus. Un simpatico autista che ci ha aiutato a trovare la giusta strada.
Siamo due ragazzi di Torino che hanno deciso di prendersi del tempo per esplorare l'Europa, senza limiti, senza piani e soprattutto... senza soldi! Ce la faremo? Seguite la nostra avventura!
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