Perché le persone, oggi, sono meno disposte a fare sacrifici? ♞

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La storia di Carleton Island

La vedi questa bellissima casa ? È stata costruita nel 1895 da un uomo che è riuscito a fare un’immensa fortuna, inventando, e poi mettendosi a vendere, un tipo di macchina da scrivere.

Carleton Island

Doveva essere davvero una casa stupenda (sì, ora sembra la dimora della famiglia Addams ma una volta doveva apparire molto pittoresca). Se vuoi vederla di persona, la trovi a Carleton Island [1] a New York, ma devi raggiungere l’isola in barca.

Purtroppo l’uomo che l’aveva acquistata riuscì a dormirci solo una notte. Il giorno seguente fu colto da un infarto e morì .

La casa è vuota da 100 anni e nonostante tutto è ancora in piedi .

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Carleton Island’s Wyckoff Villa

Perché ti sto raccontando questa storia?

Perché io mentre la leggevo ho pensato al suo proprietario che per diventare ricco doveva aver lavorato e studiato molto. Mentre faticava, si è tenuto ben stretto il sogno della fama, della ricchezza e del prestigio. Che poi ha raggiunto, ma solo per un brevissimo giorno.

Poi ho pensato all’architetto, William Miller, che per diversi mesi, o anni, ha passato i suoi pomeriggi e le sue sere chinato sulla sua scrivania a pensare questa casa, scriverla, disegnarla, progettarla, con passione e ingegno.

Subito dopo ho pensato agli operai e agli artigiani che si sono spaccati la schiena e sudati lo stipendio per costruire un tale gioiello architettonico. Un gioiello architettonico che non si sarebbero nemmeno mai goduto. Molti di loro, al contrario, avrebbero continuato a vivere in piccoli appartamenti in affitto alla periferia di New York.

Tutto quel tempo, tutte quelle menti, tutte quelle energie, tutte quelle risorse andate sprecate per nulla (o per il capriccio di un palazzinaro, ma vabbe’).

Ho subito ricollegato questa storia ai monaci buddisti che costruiscono dettagliatissimi mandala di sabbia [2], con cura, dedizione e una pazienza infinita, per poi distruggerli intenzionalmente quando sono finiti. Lo fanno, dicono, per imparare il non-attaccamento e ricordare a se stessi che la vita è effimera .

Ecco, penso sia questo il punto. Fatichiamo molto nella nostra vita, lavoriamo e facciamo sacrifici. Il problema è che lo facciamo come se dovessimo vivere per sempre. Sembriamo dimenticarci che un giorno dovremo morire e che la vita è molto più corta di quello che sembra.

Questo non è un pensiero deprimente, né pessimista. Al contrario.

Quando sei consapevole di non avere a disposizione un tempo infinito rifletti su ciò che è davvero importante nella vita.

Cos’è davvero importante nella vita quando sai che il tempo è limitato? Ognuno risponde a questa domanda in maniera diversa.

Se è vero che sempre più persone stanno smettendo di fare sacrifici per mere ricompense materiali, è perchè hanno deciso di dedicarsi a cose che ritengono più sensate, cose che abbiano a che fare, piuttosto, con la dimensione esperienziale: collezionare ricordi, vivere avventure, fare volontariato, darsi una mano a vicenda, amare, donare. Vivere con meno cose per avere più tempo libero.

Vivere in nome dell’accumulo, dei soldi, della carriera e del prestigio, può sembrare una grossa sciocchezza quando realizzi che la vita è una sola e siamo qui solo di passaggio.

Il tempo, risorsa limitata ed effimera, è l’unica vera ricchezza che abbiamo.


[1] https://goo.gl/maps/FtffxVn2GTkoY9Ja7

[2] https://asiasociety.org/mandala-sand-painting-creating-enlightened-world


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Oppure visita la sezione Semplicità volontaria 🌳



About Simone Dabbicco 47 Articles
Viaggiatore, wwoofer e ragazzo curioso da Torino. In viaggio dal 2009, amo scrivere articoli su paesi, comunità, famiglie e villaggi ecologici dove si vivono culture e stili di vita diversi. Per saperne di più sfoglia il blog, oppure cercami su Facebook.

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