Quando è nato il dolore? E a cosa serve 😖 🤕💢😩😫❓

perché proviamo dolore
- foto di Andrea Piacquadio

Quando gli animali hanno cominciato a provare dolore nel corso della loro evoluzione. E perché è stato utile e necessario.

Quando è nato il dolore? – Retrocediamo nel tempo di circa 3–4 miliardi di anni, all’alba delle prime forme di vita sulla Terra.

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Queste prime forme di vita erano entità estremamente semplici e di dimensioni microscopiche, prive di qualsiasi capacità di percepire il dolore o di avere una coscienza di sé. Le loro esistenze erano le manifestazioni più elementari della vita, tanto che definirli “vivi” potrebbe sembrare eccessivo.

Tuttavia, se avessimo potuto osservare questi primi abitanti del nostro pianeta, avremmo assistito a uno spettacolo di movimenti e interazioni: aggregazioni che si formavano e si dissolvevano, molecole che si attiravano o si respingevano, in una danza primordiale guidata dalle leggi della chimica e della fisica. Questi processi, pur nella loro semplicità, rappresentavano i primi passi verso forme di vita sempre più complesse.

I mattoncini Lego primordiali

L’osservatore attento avrebbe notato una sorprendente somiglianza di queste entità con forme geometriche basilari, simili ai mattoncini Lego, che si aggregavano in configurazioni diverse.

Alcuni “incastri” erano in un certo senso ricorrenti e continuavano a perpetuarsi perché l’ambiente circostante, un ambiente probabilmente liquido, favoriva quel tipo di soluzione. – foto di Markus Spiske

Questa analogia non è casuale: proprio come i blocchi di costruzione si incastrano per creare strutture più grandi e complesse, così le molecole primordiali formavano legami chimici, organizzandosi in strutture sempre più elaborate. Questi “incastri” molecolari non erano frutto del caso, ma rispondevano a principi chimico-fisici precisi, facilitati dall’ambiente circostante, spesso acquoso, che promuoveva determinate combinazioni al posto di altre. In questo contesto, il concetto di “vita” iniziava a prendere forma non solo attraverso la capacità di replicarsi, ma anche mediante l’auto-organizzazione in strutture capaci di sostenere processi sempre più complessi.

La capacità di replicazione

Il punto di svolta nella storia della vita si verificò quando queste primitive aggregazioni molecolari iniziarono a dimostrare una caratteristica distintiva del vivente: la capacità di autoreplicarsi.

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La forma di vita più arcaica probabilmente assomigliava a una catena di molecole dotata di un meccanismo sofisticato, simile a una cerniera, che le permetteva di duplicarsi.

Questo primitivo sistema di replicazione, antenato arcaico del DNA, era capace di separarsi e poi riunirsi, formando nuove combinazioni. Con il tempo, attraverso processi di aggiunta, errori di duplicazione, e mutazioni casuali, queste entità costruirono strutture protettive attorno ai loro meccanismi replicativi, similmente a come costruiremmo mura per proteggere un tesoro prezioso.

Questo non solo salvaguardava il meccanismo di duplicazione da danni esterni, ma migliorava anche l’efficienza e la precisione della replicazione.

Metabolizzazione: la capacità di produrre e utilizzare energia

Man mano che queste prime forme di vita si evolsero, impararono a metabolizzare sostanze, producendo energia attraverso reazioni chimiche variegate. Questa capacità di generare energia consentiva loro di muoversi in modo più determinato e meno casuale e apriva anche la strada a un’ampia gamma di comportamenti, influenzate direttamente dalla loro composizione molecolare e dalle interazioni ambientali.

La selezione naturale giocava un ruolo cruciale in questo processo: gli organismi che sviluppavano tratti, comportamenti e reazioni vantaggiose per la sopravvivenza nel loro ambiente specifico avevano maggiori probabilità di persistere nel tempo, trasmettendo queste caratteristiche ai loro discendenti. Al contrario, quelli meno adattati tendevano a scomparire, lasciando spazio alle forme di vita più resilienti. Così, attraverso un incessante ciclo di prova ed errore guidato dalla selezione ambientale, si formavano nuove specie, ciascuna leggermente diversa dalle precedenti, arricchendo la biodiversità del nostro pianeta.

Anche i “comportamenti” vengono selezionati dalla natura e si evolvono

Con il passare dei millenni, questa continua sperimentazione evolutiva portò alla formazione di involucri sempre più complessi intorno al DNA, precursori delle cellule moderne. Questi “involucri” non solo offrivano una maggiore protezione al materiale genetico ma consentivano anche una più sofisticata regolazione dei processi vitali. Le mutazioni e le variazioni genetiche che si accumulavano con il tempo permettevano l’emergere di nuove funzionalità e comportamenti, spingendo l’evoluzione verso organismi via via più complessi. Questo processo di accumulo e selezione di caratteristiche vantaggiose è ciò che, infine, ha portato alla diversificazione della vita sulla Terra, culminando in forme di vita estremamente elaborate, come gli esseri umani.

Richard Dawkins, in uno dei suoi libri più famosi (Il Gene Egoista), sottolinea come noi esseri umani siamo il risultato di miliardi di anni di evoluzione di queste particelle e molecole, organismi che, senza un’intenzione consapevole, hanno costruito complessi sistemi viventi attorno a sé. Questi sistemi, progettati per proteggere e perpetuare il materiale genetico, hanno finito per creare un’infinità di forme di vita, ognuna adattata in modo unico al proprio ambiente.

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– foto di Max Mishin

Ma ora giungiamo al cuore della questione: il dolore.

Non possiamo determinare con precisione il momento esatto in cui il dolore è emerso nel corso dell’evoluzione; tuttavia, è plausibile supporre che, ben prima di 700 milioni di anni fa, i primi organismi abbiano sviluppato rudimentali sistemi di percezione del dolore.

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Quando è nato il dolore? E a cosa serve? – foto di Tumisu

Questi sistemi iniziali, probabilmente basati su semplici reazioni chimiche a stimoli esterni dannosi, fungevano da meccanismi di difesa, inducendo comportamenti di “evitamento” che aumentavano le probabilità di sopravvivenza dell’organismo. Nel corso dei millenni, la selezione naturale ha affinato questi sistemi di risposta ai pericoli, rendendoli sempre più sofisticati e adattati alle esigenze specifiche di ciascun organismo.

Il dolore, quindi, è nato come una reazione chimica elementare, per poi evolversi in una serie complessa di meccanismi che ogni organismo vivente possiede per proteggersi dai pericoli. Questa evoluzione ha favorito gli organismi dotati di sistemi di percezione e risposta al dolore efficaci, contribuendo alla loro sopravvivenza in un mondo pieno di minacce e pericoli.

E il dolore psicologico?

Con l’evolversi della complessità degli organismi, si sono diversificati anche i tipi di dolore percepiti, estendendosi oltre la sfera fisica per includere il dolore psicologico e la sensazione di paura.

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Quando è nato il dolore? – foto di Andrea Piacquadio

Ad esempio, la paura dell’altitudine rappresenta una risposta fisiologica innata in molti animali, compreso l’uomo, che si basa su un complesso equilibrio di sostanze chimiche cerebrali.

Vertigini – foto di Alexa

Le vertigini che possono essere descritte come una forte “sensazione di fastidio”, hanno lo scopo di proteggerci da situazioni potenzialmente pericolose, mantenendoci lontani da bordi e precipizi.

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– foto di Alexa

Le persone che mostrano una minore paura dell’altitudine, a causa di variazioni nei livelli di certe sostanze chimiche, possono affrontare rischi maggiori. Questo dimostra come variazioni individuali nelle risposte al dolore e al pericolo possano avere implicazioni significative per la sopravvivenza.

In ogni caso, il dolore, sia esso fisico che psicologico, agisce come un segnale d’allarme essenziale, che ci consente di evitare danni e preservare la nostra integrità fisica e mentale. Questo sistema di segnalazione, frutto di miliardi di anni di evoluzione, è stato affinato per garantire che gli organismi possano reagire in modo efficace a minacce immediate. E quindi preservare la possibilità di riproduzione e la continuità della specie.


N.d.R.

Questo viaggio attraverso l’evoluzione del dolore ci ha permesso di esplorare come questa sensazione, spesso percepita negativamente, sia in realtà un meccanismo di sopravvivenza fondamentale che ha plasmato la vita sulla Terra. Il dolore, evolvendosi da semplice reazione chimica a sistema complesso di allarme ha aiutato gli organismi a navigare in un mondo pieno di ostacoli e pericoli.

Tuttavia, la scienza è un campo in continua evoluzione.

La nostra comprensione dell’evoluzione del dolore non fa eccezione. Per questo motivo, vi invitiamo a condividere le vostre riflessioni, domande o eventuali correzioni su quanto discusso. C’è forse un aspetto del dolore e della sua evoluzione che vi ha particolarmente colpito o che pensate meriti un approfondimento maggiore? Esistono recenti scoperte scientifiche che potrebbero arricchire o contraddire le informazioni presentate in questo articolo?

La vostra partecipazione è preziosa per mantenere viva la discussione e arricchire il nostro comune percorso di conoscenza. Non esitate a lasciare un commento qui sotto o a contattarci direttamente con le vostre idee e contributi. Insieme, possiamo continuare a esplorare i misteri della vita sulla Terra e le incredibili strategie evolutive che hanno permesso agli organismi di adattarsi e prosperare in un ambiente in continuo cambiamento.

Quando è nato il dolore? E a cosa serve?
Quando è nato il dolore? E a cosa serve? -foto di Wolfgang Claussen

Quando è nato il dolore? E a cosa serve? -foto di Andrea Piacquadio


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About Silvia S. 5 Articles
Silvia è laureata in Scienze Biologiche con un'innata passione per la natura e la biologia. Profondamente coinvolta nell'esplorazione del vivente, ama condividere le sue conoscenze e scoperte, credendo fermamente nel potere della condivisione e dell'educazione.

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