No al nucleare – Un po’ per celebrare la vittoria del “NO” all’ultimo referendum sul nucleare, e un po’ per beffeggiarci amichevolmente dei nostri nuovi amici francesi, vi mandiamo una cartolina affettuosa dal sud della Francia (che di Nucleare se ne intende).
E pensare che sono solo a poche centinaia di km dall’Italia.
Scriveremo presto un post dettagliato su quanto stiamo vivendo. Abbiamo tanto tempo libero, ma poche occasioni per collegarci alla rete. Abbiamo già vissuto una marea di esperienze e non vediamo l’ora di raccontarvele!
CONTINUA… (vai al prossimo aggiornamento di viaggio)
Riflessioni sul nucleare prese dal diario di viaggio
Simone – […] Spesso sono le nostre paure a influenzare le nostre scelte di vita, anche quelle politiche. A volte i timori sono giustificati. Altre volte no. La fobia del nucleare ad esempio. Di base, io ho paura. Paura che una di quelle centrali possa esplodere da un momento all’altro vicino a casa mia. Ma quante sono le probabilità che lo farà? Sono sempre andato a confrontare i miei timori e le mie conoscenze con amici che di fisica nucleare se ne intendono (hanno studiato l’argomento). E sono sempre rimasto colpito dal fatto che fossero tutti PRO-nucleare. Perché? Com’è possibile? Si sono scordati di Chernobyl? Di Fukushima? Sono laureati in fisica nucleare, quindi sono di parte?
La verità è che il nucleare è sicuro. Non solo. È anche la soluzione più ecologica che abbiamo al momento; questo stando a quanto dicono loro, i miei amici esperti di fisica. E io, ovviamente, gli credo ciecamente. Cioè, io posso dire la mia su questa questione, ma sarebbe una opinione non qualificata: io non ho studiato per 10 anni quest’argomento, loro sì. È vero, la scienza può sbagliarsi. Si sono verificati degli incidenti in passato, anche gravi. Forse se ne verificheranno altri, ma le probabilità non sono altissime (sempre a detta loro, che l’argomento l’hanno studiato). Con la tecnologia che avanza, poi, gli incidenti si ridurranno a zero.
Tuttavia, se devo essere sincero, io vicino ad una di queste torri mostruose, non ci vorrei proprio vivere. E se anche è vero che non “esploderanno” mai, se è anche vero che rappresentano al momento la soluzione migliore che abbiamo, preferirei comunque guardare altrove. Il fatto è che nessuno vorrebbe vivere vicino a questi colossi fumanti, o almeno questo è ciò che penso. Non possiamo essere favorevoli al nucleare e poi dire “basta che le centrali non si facciano vicino a casa mia!“.
Allora perché non provare “a ridimensionare” tutto quanto? Intendo dire che potremmo, per esempio, ridimensionare i nostri consumi. Ridimensionando la nostra “fame” di energia, si rimpiccioliscono anche le strutture e la complessità necessaria per costruirle. E si riducono i rischi annessi. È un discorso utopistico e ingenuo, me ne rendo conto. Ma l’alternativa è vivere in un mondo di colossi di cemento. È ciò che desideriamo davvero? La visione che ho per il nostro bel pianeta è green… se tanti di noi dicono no al nucleare e allo stesso tempo cominciano a vivere con poco, consumando poco, autoproducendo la propria energia (facendosi bastare pochi pannelli solari, per esempio…). Ecco che, forse, riusciremo ad influenzare i governi a fare scelte più sobrie e meno deturpanti… […].
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