Couchsurfing con i talebani – ATTENZIONE: con questo articolo non vogliamo sostenere il fondamentalismo islamico e nessuna delle sue sfumature, ma solo raccontare una storia dal punto di vista del viaggiatore che l’ha vissuta. La nostra redazione potrebbe non condividere le idee suggerite dal viaggiatore, (update settembre 2021 soprattutto in luce dei tristi recenti eventi in Afghanistan).
Dalla Serbia alla Cina in autostop: il viaggio epico di Nenad Stojanovic
Un viaggiatore lento ed anche un eroe moderno della strada.
Nenad è un ragazzo di 29 anni che si definisce couchsurfer vagabondo. Ha recentemente completato un viaggio di cinque mesi (un’ odissea di 25000 km in autostop) lontano dalla sua casa, dalla Serbia alla Cina.
I numeri di Nenad
Prima di partire, Nenad ha ospitato nella propria casa ben 182 persone. Ha fatto surf su 253 divani in tre continenti diversi ed è diventato un ambasciatore ufficiale di Couchsurfing. Nel suo recente viaggio in Asia, è stato arrestato due volte per sbaglio con l’accusa di essere un terrorista. Di lui si parla come di “un ragazzo cordiale e amichevole, coraggioso ma anche MOLTO ottimista”.
“Couchsurfing mi ha cambiato la vita”
La sua carriera di viaggiatore è iniziata quando ha scoperto Couchsurfing.
“Questo social network mi ha invogliato a conoscere i miei vicini di casa e quindi anche i vicini dei miei vicini.”
Durante il percorso in autostop dalla Serbia alla Cina, ha usato la piattaforma web di Couchsurfing per organizzare il pernottamento in ogni città e paese visitato; tuttavia ha anche dovuto improvvisare quando nessuno dei cosiddetti host (padroni di casa) è stato disponibile ad accoglierlo. Per viaggiare ha sempre fatto l’autostop, ad eccezione di una corsa in autobus per attraversare l’interno di una pericolosa area in Afghanistan. In diverse occasioni durante il suo viaggio, Nenad si è ritrovato a fare couch-surf in alcuni posti che ha definito poco ortodossi. Ad esempio, una stazione di polizia afghana, un ufficio di pedaggio di una piazza cinese, un camion di patate in Tagikistan, un negozio di mobili turco, infine la casa di alcuni membri Taleban.
Il viaggio di Nenad in Turchia
Nenad ha descritto così la Turchia.
“E’ molto facile fare l’autostop lì. Non sono gli autisti che ti scelgono, sei tu che scegli gli autisti. Quando ho raggiunto la città di Nevşehir nella Turchia centrale non sono riuscito a trovare host disponibili, perciò dopo aver individuato un negozio di mobili usati, ho cercato di chiedere al direttore se potevo dormire lì. Non conoscendo la sua lingua ho dovuto comunicare a gesti. Il signore mi ha servito il tè e poi mi ha dato da mangiare. Ho continuato il viaggio attraverso la Turchia, poi ho deciso che avrei attraversato il nord dell’Iraq. Sorpassata la frontiera in un furgone con una troupe di comici, maghi, turchi e danzatrici del ventre, sono stato invitato a soggiornare in un hotel in Iraq dove questi si sarebbero esibiti.
Iraq: “gentilezza e ospitalità”
“La parte curda dell’Iraq non è più una zona pericolosa, anche se le cicatrici della guerra rimangono ancora, con gli edifici distrutti e i brutti ricordi. Tutti sono stati estremamente cordiali e ospitali. Ho saltato l’area di Mosul perché era troppo pericolosa”. Per fare l’autostop attraverso l’Iraq, Nenad ha mostrato un cartello con una sola parola araba per gli automobilisti di passaggio, scritta da uno dei suoi host.
Afghanistan: couchsurfing con i Talebani
Dopo l’arrivo in Afghanistan nella città di Herat, Nenad ha conosciuto alcuni membri locali dei talebani, che ha descritto come “gente stupenda.”
L’opinione di Nenad sui Talebani
Prima di partire, ha passato in rassegna ciascuna delle tre principali vie terrestri attraverso l’Afghanistan. L’autostop attraverso le parti del sud e del centro del paese era fuori discussione, anche se un viaggio in autobus non è molto sicuro a causa della possibilità di essere rapiti o tenuti in ostaggio. Rischi aggiuntivi includono mine antiuomo, bombe lungo la strada, e banditi”. “Nelle grandi città, va bene parlare in inglese, molte persone sono in grado di capire. Ma quando sei in quelle strade, non si sa mai cosa può accadere”.
La strategia di Nenad
Ecco, come ha spiegato la sua strategia di sopravvivenza in Afghanistan:
“Ho pensato che assomigliando ad una persona del posto, le mie possibilità di essere rapito e ucciso sarebbero state solo del 30%”. I padroni di casa mi dissero che molte persone prendono quella strada, quindi ho dovuto travestirmi come uno di loro”.
Il suo travestimento consisteva in una shalwar kameez bianco (abiti tradizionali afghani) e un taqiyah (cappello per i musulmani osservanti). L’abbigliamento è stato fornito dai padroni di casa conosciuti con il CouchSurfing, che gli hanno anche insegnato a pregare alla Mecca, in caso di necessità. La regola d’oro in questi posti è questa: in caso di emergenza, prega.
Nenad ha anche sfoggiato una barba lunga che è di rigore tra gli uomini musulmani tradizionali. “Con la barba non faccio fatica ad assomigliare ad un afghano” ha concluso. Vestito con abbigliamento afghano e opportunamente istruito, c’è un solo pezzo mancante nel suo travestimento: la lingua locale. Per deviare questo ostacolo, il giovane autostoppista ha dovuto fingere di essere sordo e muto, ricorrendo a gesti per comunicare con la gente del posto. Ha anche nascosto lo zaino in un sacco grande e puzzolente, con dentro i suoi oggetti di valore.
Il viaggio in autobus
Sordomuto, falso-musulmano, su un bus consigliato dai talebani, diretto verso una delle strade più pericolose in uno dei paesi più pericolosi al mondo. Mentre l’autobus viaggiava verso sud-ovest da Herat a Kandahar, poi a nord di Kabul, dormiva o fingeva di dormire.
“L’autobus era caldo e orribile e il conducente guidava come un pazzo. Il panorama non era niente di speciale e ho visto molti ponti ed edifici distrutti. Ci siamo fermati a pregare un paio di volte e ho attraversato diversi blocchi di talebani o di polizia locale. Alla fine sono arrivato a Kabul e il mio nuovo host non poteva crederci che avessi effettivamente viaggiato via terra”.
Il soggiorno a Kabul
Dopo il viaggio tortuoso, Nenad ha paragonato il suo soggiorno di una settimana a Kabul ad una vacanza estiva. Kabul sembra una città del 16° secolo. “Senti odore di frutta, verdura, sangue di animali, polvere, sporco, spezie, sudore, e servizi igienici. La gente cammina in giro come nelle fiabe, con queste barbe lunghe… Vengono macellati gli animali di fronte a te e coperti di sangue dappertutto.”
Il suo primo incontro con le autorità, ad un posto di blocco nella città settentrionale afghana di Kunduz, non è andato bene. L’ufficiale del checkpoint ha pensato che fosse un terrorista, così è stato costretto a passare la notte in una stazione di polizia. Fortunatamente per lui, i poliziotti sono stati abbastanza docili e non gli hanno chiesto di rimanere in cella. Ha dormito sul divano della stazione per la sera ed è stato interrogato il giorno seguente.
Gli ufficiali interrogandolo hanno subito capito che non era un terrorista e sentendosi in colpa gli hanno offerto un sacco di caramelle e un enorme cappotto tradizionale afghano.
Il Tagikistan
Per ironia della sorte, è stato derubato subito dopo aver lasciato l’Afghanistan, nel paese confinante considerato relativamente sicuro, cioè il Tagikistan. Mentre camminava per la strada nella capitale tagika di Dushanbe, è stato avvicinato da un “agente del KGB” che gli ha piantato dell’eroina nel suo zaino e gli ha chiesto di pagare una multa pesante, minacciando di portarlo in prigione se non avesse pagato immediatamente. La libertà gli è costata circa 80 euro.
Ha poi trascorso una giornata vendendo patate con uno dei suoi host per poi passare alla montagna del Pamir, una zona remota nella parte orientale del paese. “Il Pamir Highway è uno delle strade più deserte in Asia. Mi ci sono voluti quasi una settimana per fare l’autostop lì, con una media di 200 km al giorno. Mi sentivo come se fossi su un altro pianeta. Aspettavo circa quattro o cinque ore prima che passasse una sola auto”.
L’accusa di terrorismo nel Kirghistan
Nella città kirghiza di Osh, ha lasciato il suo zaino in un bar per un paio d’ore, provocando un’allarme bomba e lo sgombero del locale. Ancora una volta, si è trovato in una stazione di polizia per essere interrogato dall’unità anti-terrorismo. Ovviamente l’hanno lasciato andare dopo due ore.
Finalmente in Cina
Nenad è rimasto entusiasta della sua esperienza in Cina, nella quale ha percorso circa 10 mila chilometri in autostop. “Gli autisti cinesi sono curiosi e gentili ed hanno sempre provveduto ad offrirmi da mangiare senza mai chiedermi un soldo in cambio”. Durante il viaggio da Hong Kong alla provincia di Guangxi, uno dei suoi passaggi in macchina lo ha portato alla decennale Reunion Party per i giocatori di una squadra di Counter Strike. Counter Strike è un gioco online sparatutto in prima persona. “Erano tutti vestiti con la t-shirt di ‘Counter Strike’, ci siamo ubriacati e abbuffati di cibo”.
Una delle esperienze più memorabili in Cina è avvenuta nella cabina di pedaggio di una piazza vicino a Shanghai. Dopo essere arrivati lì alle 2 del mattino, il giovane ha chiesto alla gestione se poteva passare la notte sul sofa. La mattina seguente, un giornalista locale è venuto a intervistarlo e la gestione del casello gli ha chiesto di registrare un messaggio di benvenuto per gli automobilisti inglesi che entrano in autostrada:
“Cari piloti, benvenuti alla Pechino-Shanghai Expressway.”
Non c’è miglior messaggio di buon viaggio che quello pronunciato da un vero eroe della strada.
Quali siano le prossime mosse di Nenad è un mistero. Non resta che scoprirlo aggiungendolo come contatto su facebook: Nenad Stojanovic
Visita il sito ufficiale di Couchsurfing qui
Clicca per leggere altre storie simili sul couchsurfing.
Clicca qui per leggere 30 modi di dormire gratis in viaggio.
Oppure leggi:
Come fare autostop: la guida wikihow – Viaggiare con Lentezza
Leave a Reply