C’era un tempo in cui non esistevano automobili, treni, né biciclette. Un tempo in cui bisognava percorrere chilometri, a piedi, anche solo per raggiungere l’emporio più vicino. Un tempo in cui il viaggio era privo di assicurazioni e l’unica mappa disponibile era il cielo, per cui orientarsi richiedeva sforzi intellettuali non indifferenti. In quei tempi, nessuno era turista, tutti erano, piuttosto, esploratori, messaggeri o mercanti. I fiumi, ancora piuttosti puri, fornivano il carburante ai pellegrini sotto forma di acqua fresca e la natura circostante offriva altri doni gratuiti come frutta, semi, bacche, fiori e ghiande.
Erano tempi difficili e faticosi, certo, ma tutto aveva più sapore, forse proprio per questo: l’acqua di una fontana non è mai così buona come dopo aver percorso decine di chilometri a piedi! Le ciliegie un po’ ammaccate, raccolte dal ramo di un albero, diventano improvvisamente le più buone del mondo, dopo ore di cammino, di digiuno e anche di solitudine.
Segui la giusta direzione
Sono queste le ragioni che mi hanno spinto a fare un salto indietro nel tempo e intraprendere questa forma “antica” di viaggio; così, da un paio di settimane, sto sperimentando sulla mia pelle il cammino lento, percorrendo un pezzo della via Francigena qui nel Nord d’Italia. Un cammino molto faticoso, che a fine giornata mi spoglia di tutte le energie fisiche in corpo, ma allo stesso tempo, in forma proporzionalmente inversa, mi riempie di vita, di entusiasmo e avventura; emozioni e stati d’animo che vado perdendo, puntualmente, ogni volta che ritorno a casa.
Al santuario di Oropa (Biella)
Mentre cammino penso a come sia facile perdere il gusto delle cose quando si frequenta una città. In una grande metropoli ci facciamo prendere dalla velocità, ma anche dai comfort e dagli agi della vita moderna e ci dimentichiamo di quanto “grandi” possano essere “le cose piccole” che ci circondano, a cui sembriamo non dare più importanza (l’aria che respiriamo, la varietà delle forme, dei colori e dei canti degli uccelli, la bellezza cosmica della luna e della stelle, il miraggio dell’arcobaleno e dei fiori, lo scroscio della pioggia che porta ristoro e nutrimento alla vegetazione). Non solo sembriamo essere diventati ciechi davanti a questi doni della natura, ma li stiamo sistematicamente distruggendo: l’aria diventa sempre più tossica, l’habitat e gli ecosistemi deturpati, lo spettacolo del firmamento rovinato dall’inquinamento luminoso, la pioggia, infine, si fa sempre più acida.
Mentre cammino per i sentieri della Via, osservo la natura circostante e noto con sollievo che non tutto è andato perduto: allontanandosi un po’ dalle città, i cieli notturni delle campagne lasciano ancora intravedere un assaggio della Via Lattea, nei boschi s’incontrano leprotti, libellule, scoiattoli e tante specie diverse di uccelli che scorrazzano liberi, allegri e canterini; l’aria, per fortuna, è ancora fresca e incontaminata, lontano dalle industrie e dal traffico.
Ma per quanto tempo lo saranno ancora?
Forse non è molto lontano il giorno in cui ci presenteremo a cena dagli amici con una bottiglia di ossigeno puro anziché di vino.
La mappa completa
A passo leggero sulla via Francigena
C’è un altro aspetto positivo di questo modo di viaggiare antico: senza accesso a internet, senza facebook e altri mezzi digitali, diminuiscono l’ansia e l’assuefazione patologica agli squilli e ai segnali elettrici; la mente si svuota e ritorna a meravigliarsi, a sentirsi felice con poco: dopo la lettura del capitolo di un libro, o dopo l’incontro e la chiacchierata con un signore anziano del paesino in cui sei solo di passaggio.
L’anziano ti racconta le sue esperienze di vita, che diventano monito e testimonianza di un tempo che scorre veloce, incurante, inesorabilmente. Così ti fa sentire grato per tutto ciò che hai e che vivi, soprattutto per l’incontro con quell’altro pellegrino con cui ora condividi il cammino e la cui compagnia quindi, non è solo preziosa, ma anche irripetibile.
Quando viaggi con lentezza migliora l’umore e tutte le altre prestazioni emotive e sociali. A volte mi chiedo se non sia necessario sperimentare questa vita affascinante e dura, in mezzo alla natura, per prendere coscienza di tutto questo.
Nei prossimi post spero di potervi raccontare qualcosa in più sulla via Francigena oltre ad alcune delle mie ultime avventure in giro per l’Italia, cercando di conoscere persone interessanti e di vivere il più possibile lontano dalle logiche del denaro e del profitto, del vivere per pagarsi le bollette, anziché per collezionare esperienze di vita.
Finché avrò le forze, l’energia, la volontà e la passione, il mio viaggio continuerà, e con esso la pubblicazione (lenta) di piccole testimonianze di vite alternative che spero possano ispirare e rappresentare una possibilità di cambiamento.
Viaggiatore, wwoofer e ragazzo curioso da Torino. In viaggio dal 2009, amo scrivere articoli su paesi, comunità, famiglie e villaggi ecologici dove si vivono culture e stili di vita diversi. Per saperne di più sfoglia il blog, oppure cercami su Facebook.
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