Lascia la zona comfort e viaggia senza soldi (ma con gli strumenti dell’umorismo e del gioco).

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Le avventure di viaggio (freegan) di un cicloturista parigino

Kevin ha 25 anni e le idee chiare: vuole fare il giro del mondo partendo da casa senza soldi ma utilizzando “gli strumenti dell’umorismo e del gioco”. Ha lasciato l’eco-villaggio dove viveva temporaneamente in Francia praticamente senza niente in tasca (solo una banconota da 20 euro). Questo è il suo progetto di viaggio:

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Il piano iniziale di Kenny.

In realtà, Kenny ha già cambiato piani mille volte. Flessibilità è una delle parole chiavi della sua esperienza.

Per viaggiare con lentezza e non dover pagare per i treni e altri mezzi di trasporto, Il giovane francese, originario di Parigi, si è portato dietro Rosita, la sua bicicletta. Per ben un anno Rosita è stata sua inseparabile compagna di avventure.

Ora Kenny si trova in Sicilia. Ne approfittiamo per conoscerlo meglio e fargli qualche domanda sul giro del mondo senza soldi.

Kenny, quando hai deciso di compiere questo viaggio?

Giro del mondo senza soldi
“Avevo molti dubbi (e ne ho ancora oggi) sul sistema monetario. Per questo ho deciso i mettermi alla prova e sperimentare nuove forme di scambio”

Approssimativamente un anno fa. Vivevo a Tera, vicino a Bordeaux, un eco-villaggio che ha lentamente cambiato il mio modo di pensare. All’inizio la mia idea era quella di costruire una casetta lì vicino, per vivere una vita tranquilla e sedentaria; nel frattempo avrei anche viaggiato. Giorno dopo giorno, però, è cresciuto dentro di me il sogno di voler compiere una grande avventura. Durante un lavoro introspettivo all’interno della comunità ho provato a immaginare il mio futuro, come sarò e cosa starò facendo in uno, due, tre, dieci anni… Mi sono immaginato in viaggio! Per questo ho deciso di lasciare perdere il sogno della casa vicino all’eco-villaggio. Voglio sperimentare la vita nomade, ora.

In futuro, magari, sperimenterò la vita sedentaria, o entrambe le cose.

Qual è stata la reazione della tua famiglia e dei tuoi amici quando gli hai spiegato di voler partire?

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Kenny Alami, viaggiatore freegan

Il mio flatmate di Bordeaux era molto triste: avevamo molti progetti insieme. È stato il primo a cui ho rivelato i miei piani. Poi l’ho raccontato alla famiglia: mia madre era preoccupata ma non ha voluto dire niente. La nonna (mamma di mia mamma) ha spesso reazioni emotive quando le racconto di progetti del genere e anche in questo caso le ha avute. Mio padre, invece, mi sostiene. È anche venuto a trovarmi qui in Sicilia, abbiamo viaggiato un po’ insieme, poi ha detto che sono libero di tornare in Francia quando voglio e che, qualora volessi trovare un posto e del tempo per scrivere un libro su questa esperienza in santa pace, mi appoggerà economicamente.

Non ci sono state particolari resistenze da parte di nessuno. La maggior parte degli amici mi sostiene e mi incoraggia.

Perché hai scelto di viaggiare in bici?

Beh, mi piacciono le biciclette! Sono economiche, non devo fare benzina. La mia è una bicicletta reclinata. È più comoda di una bicicletta tradizionale.

Hai dato un nome alla tua bicicletta…

Sì! L’ho chiamata Rosita. Le ho voluto dare un nome italiano. Mi è venuto in mente quando ero davanti alla frontiera con l’Italia. Ho pensato che fosse un bel nome per una bicicletta.

Quanto costa viaggiare con una bici?

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Rosita in Croazia

Il costo? Innanzitutto, è fisico: un cicloturista deve mangiare molto e riposarsi a sufficienza. Bisogna anche fare manutenzione. Dopo tanti chilometri la bici richiede piccoli lavori di riparazione. La cosa interessante è che finora non ho dovuto spendere niente: me la sono sempre cavata grazie alla gentilezza delle persone. Ad Ancona il proprietario di una ferramenta mi ha regalato un cacciavite per la mia sella (che poi ho perso). Il proprietario della Dinamocicli di Forlì mi ha fatto dono di una pompa, diverse camere d’aria, una maglietta e degli stickers. A Pesaro un ragazzo della VPM bike ha riparato gratis la mia bici. Un altro giovane della Repubblica Ceca (che avevo incontrato al confine fra la Francia e l’Italia) mi ha regalato una ruota quando sono andato a trovarlo nel suo paese. La mia si era arrugginita all’interno.

Insomma, ci sono tanti angeli là fuori, ma non si può sempre contare su di loro. È per questo che ho deciso di regalare la mia bici. Proprio perchè voglio utilizzare denaro il meno possibile, mi sto rendendo conto che la modalità migliore per me è quella di continuare il giro del mondo senza soldi, a piedi.

Vuoi davvero regalare la tua bici?

Sì, in realtà l’ho già regalata. Qui in Sicilia ho trovato un ragazzo che effettuerà le riparazioni necessarie e si prenderà cura di Rosita. Il ragazzo, in cambio, mi ha regalato il suo zaino da viaggio.

Perché regalare la bicicletta (anziché venderla)?

Donare via qualcosa di prezioso come Rosita è stato un buon “allenamento” per me. Molte persone mi hanno fatto dono del loro tempo e dei loro oggetti. È toccato a me mettermi alla prova e rinunciare a qualcosa (di prezioso) per donarlo a chi ne aveva bisogno. Un allenamento anche per alleggerirsi delle cose superflue e per sperimentare la sharing economy.
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Perchè hai scelto di fare un giro del mondo senza soldi?

Giro del mondo senza soldi

Quando ho scelto di partire, avevo molti dubbi (e ne ho ancora molti) sul sistema monetario. Molti valori di questa società non sono esattamente coerenti con il mio modo di pensare. L’idea è di reinventare me stesso partendo da zero. Devo dire però che se state cercando una persona coerente al 100% non sono io quella giusta. Cerco solo di fare del mio meglio per vivere il più possibile senza utilizzare denaro.

Ogni tanto sono stato costretto ad usarlo e credo che ci saranno altre occasioni in cui non potrò farne a meno, soprattutto per attraversare alcune frontiere. È anche per questo che accetto delle donazioni: essendo uscito di casa con soli 20 euro, il mio viaggio dipende largamente dall’aiuto delle persone. È un viaggio di fede nell’umanità, se vogliamo.

Spero soprattutto che quest’avventura mi renderà più indipendente. Vorrei diventare “imprenditore”, ma non nel senso tradizionale del termine. Per imprenditore intendo una persona piena di risorse, ingegnosa, con spirito di iniziativa, capace di essere libera e indipendente, anche dal denaro.

Quali sono gli espedienti per fare un giro del mondo senza soldi?

Innanzitutto, penso che sia necessario non avere paura di chiedere.

Cioè chiedi alle persone che incontri per strada?

Proprio così! In particolare chiedo leftovers, cibo avanzato, o altri prodotti in procinto di essere buttati via. In questo modo le persone sono più propense ad aiutarmi e si eliminano sprechi.

Non ti senti a disagio quando sei per strada e chiedi del cibo alle persone?

All’inizio sì, mi sentivo a disagio, almeno psicologicamente. In Francia mi vergognavo. Infatti per un po’ di tempo ho fatto dumpster diving, cercando di recuperare cibo non venduto dai cassonetti dei grandi supermercati. Così non dovevo chiedere cibo a nessuno. Il Dumpster diving, però, non funziona sempre e in alcuni posti non è legale.

Sono tornato a chiedere aiuto alle persone.  La vergogna si è poi trasformata in senso di colpa: anche se cerco di non utilizzare soldi, infatti, continuo a fare uso di prodotti e servizi generati da un sistema che non condivido pienamente e che mi piacerebbe cambiare. Questo crea dentro di me un conflitto interno, non ancora del tutto risolto. Per adesso ho deciso di fare sempre il possibile per donare qualcosa in cambio dell’aiuto offerto.

Alla fine, credo che sia importante contribuire con la propria libertà alla nascita di progetti nuovi come food forest, eco-villaggi, associazioni per il cambiamento, ecc. ecc.

 Mettendo a disposizione il mio tempo a servizio di queste nuove realtà, mi sento come una “forza alchemica” in continua trasformazione. Utilizzo le risorse di un sistema obsoleto per provare a creare qualcosa di nuovo!

Le foto del DUMPSTER DIVING di Kenny:

Sei anche iscritto ad alcune organizzazioni di scambio alla pari che offrono vitto e alloggio in cambio di una mano, giusto?

Sì, tuttavia quando ho cominciato a viaggiare non ero iscritto ad alcuna associazione. Offrivo il mio tempo e le mie energie gratuitamente. In cambio ottenevo ospitalità e compagnia.

Puoi fornirci qualche esempio?

In Francia, sono stato ospite di un amico a Toulosa. A Montpellier ho aiutato una donna in cambio di ospitalità. In Svizzera mi ha ospitato un’amica che mi ha dato dei soldi. In cambio le ho promesso di insegnarle l’arte della giocosità. A Nizza, invece, ho avuto un’esperienza negativa in una fattoria che ho contattato telefonicamente. Lavoravo dalle sette del mattino alle sette di sera senza essere pagato. Non avevo tempo per imparare l’Italiano, ma ne avevo bisogno perché di lì a poco avrei raggiunto il Bel Paese!

Ho tante storie da raccontare, potrei andare avanti all’infinito… Queste storie sono la prova che non è necessario iscriversi ai siti di scambio alla pari. Molte persone che incontro comprendono ciò che faccio, sono curiosi nei miei confronti e sono felici di aiutarmi!

Quali piattaforme web utilizzi per viaggiare?

Innanzitutto warmshowers, il couchsurfing dei cicloturisti. Poi, dopo aver raggiunto Budapest, quattro mesi dopo la partenza, mi sono iscritto a Workaway. Lo preferisco al Wwoof, perché offre una lista di opportunità alla pari valida a livello internazionale. Il Wwoof invece richiede un’iscrizione diversa per ogni nazione che visiti.

Quanti soldi pensi di aver speso fino ad ora?

Ho calcolato di avere speso circa 150-200 euro in quasi un anno. Sono soldi che ho ricevuto in dono dalla persone o dalla mia famiglia. Ma attenzione: a Budapest ho sospeso l’esperimento del giro del mondo senza soldi in occasione della visita di mia sorella. Con lei sono tornato a viaggiare turisticamente. Insieme abbiamo speso circa 2000 euro in dieci giorni per B&b, ristoranti, drink, mezzi di trasporto, ecc. ecc.! Uno stile di vita completamente diverso. Più comodo, ma non più bello.

Umorismo e giocosità sono punti centrali del tuo viaggio. Ci spieghi cosa vuol dire?

Giro del mondo senza soldi
Io e le ragazze di una casa molto religiosa in Ungheria, vicino al confine con la Slovenia.

In Francese non abbiamo una traduzione per la parola playfulness, che mi piace molto. Ho letto che l’equivalente italiano è “giocosità”. Per me, essere giocosi è una strategia per affrontare la realtà nelle sue mille sfumature. La giocosità offre molti benefici: aumenta i nostri riflessi, stimola la creatività, ci permette di digerire meglio alcune situazioni, anche tragiche, della nostra quotidianità. Non è solo divertirsi e fare divertire gli altri. È qualcosa di più profondo. Avete mai visto il film su Patch Adams? A me ha ispirato molto e ve lo consiglio. Si parla molto di humour e giocosità.

La scienza conferma l’efficacia del sorriso e dell’humour. Ma c’è ancora molta ricerca da fare e non vedo l’ora di imparare di più…
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La tua migliore esperienza di viaggio?

Sto collezionando ricordi davvero straordinari. Ne cito uno: a Reggio Emilia ho chiesto ospitalità ad una ragazza. All’inizio è stata titubante e mi ha detto che non poteva aiutarmi. Poi ci ha ripensato e mi ha fatto conoscere una famiglia colombiana che mi ha offerto ospitalità. È stato un momento davvero felice per me. Sono stati tutti molto gentili nei miei confronti.

In generale, ogni volta che sono riuscito a conoscere qualcuno, ogni volta che mi è stata offerta ospitalità, ogni volta che mi è stato pagato un biglietto del treno, ogni volta che ho fatto nuove amicizie o mi sono stati donati dei soldi, mi sono sentito davvero felice!

Foto dei SOLDI DONATI A KENNY DALLE PERSONE DEL POSTO:

Esperienze negative?

Finora non ho avuto esperienze negative o pericolose. Sicuramente ho vissuto molte esperienze scomode. In Slovacchia sono stato invitato a casa di un signore: è stato tutto molto bello, finché non è venuto il figlio. È stato molto rude nei miei confronti, forse aveva paura che fossi un individuo pericoloso. Faceva molto buio per piazzare la tenda fuori e non sapevo dove andare a dormire. Non è stato un momento piacevole.

Progetti futuri?

Qui, in Sicilia farò diversi esperimenti sociali. Spero di trovare persone che condividano questo approccio al viaggio e alla vita. Sarebbe bello viaggiare con un gruppo di persone con obiettivi simili. Mi piacerebbe anche cominciare a scrivere sulle cose che imparo strada facendo e sulla “playfullness“.

Per quanto tempo continuerai a viaggiare?

Non ne ho idea. Tutto dipende da come mi sento. È un anno che viaggio ma ancora non mi sono stancato. Anzi: sono sempre più convinto di voler raggiungere Gerusalemme a piedi da Roma. Se qualcuno dei vostri lettori è interessato ad una esperienza simile, si faccia avanti! Sono sempre alla ricerca di compagni di viaggio.

Giro del mondo senza soldi
La nuova idea di Kenny: un viaggio a piedi dall’Italia fino a Gerusalemme

Grazie Kenny per averci raccontato la tua avventura!

Grazie a voi! È stato un piacere!

Leggi il blog di Kenny (IN INGLESE): 

Mantoadmonkey (l’uomo scimmio-rana)

Contatta Kenny e viaggia assieme a lui!

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