Come pescare nei cassonetti, mangiare gratis e combattere lo spreco

Rob Greenfield
Rob Greenfield, il guru del dumpster diving

Dumpster Diving

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Recuperare cibo invenduto dalle bancarelle dei mercati

Un recente resoconto del National Resources Defense Council riporta che, negli Stati Uniti, ben il 40% del cibo prodotto ogni anno viene gettato nell’immondizia.

I responsabili sono molti: da ristoranti e panetterie che gettano quanto non viene mangiato o venduto, alle persone comuni che comperano più verdura di quanta ne consumino (pur conoscendo le proprie abitudini), fino ai rivenditori che smaltiscono interi bancali di prodotti danneggiati durante il trasporto. Tuttavia, tra i principali colpevoli per lo spreco di cibo troviamo i supermercati.

Sebbene possa apparire come un sistema  pratico per la distribuzione dei cibi, si tratta, a ben guardare, di un fenomeno relativamente recente. I supermercati fanno la loro comparsa negli  anni ’20, ma si diffondono solo in conseguenza del rapido sviluppo delle periferie residenziali negli anni ’50. E proprio come i nuovi quartieri, i supermercati puntano sull’attrattiva, sulla comodità e sul guadagno. Non vengono progettati su basi ecologiche ed a misura d’uomo. Ne consegue che proprio quel supermercato che conosciamo bene e che amiamo, con mucchi di verdure fresche, montagne di carni e chilometri di prodotti da forno in bella mostra, finisce per generare uno dei più dannosi sprechi di cibo.

Dal momento che i supermercati devono mantenere un aspetto accattivante, la frutta che presenta un pur minimo difetto viene gettata via. Se una sola arancia va a male in una rete da cinque,  l’intera confezione viene scartata, probabilmente assieme ad un paio di altre che le stavano accanto. Se un uovo si rompe in una scatola, diventa tutta spazzatura perché non è più possibile venderla. E se l’albume cola sul bancale di uova? Tutta immondizia!

Se da un lato questo atteggiamento costituisce un serio problema, specialmente quando si vive in un paese ed in  un mondo dove la fame è diffusa, d’altro canto implica che notevoli quantità di cibo ancora buono finiscano per riempire ogni giorno i cassonetti. Con un piccolo sforzo, si può dunque recuperare almeno una parte di quanto andrebbe altrimenti sprecato. E nello stesso tempo risparmiare molti soldi: con i prezzi del cibo in aumento, il vantaggio economico può essere infatti sensibile.Pescare nei cassonetti può dunque essere un modo facile e spesso divertente di far la spesa e, credeteci o meno, posso dire di mangiare più sano quando vado per cassonetti. Con tanta frutta e verdura fresca che viene gettata via, mangio come un re e pure gratis! Ma come si comincia?

Dumpster Diving
Prodotti commestibili e buoni salvati dal tragico destino della spazzatura

Decidersi a farlo

Probabilmente questa è la parte più difficile quando si tratta di pescare nei cassonetti: superare il tabù del rovistare nella spazzatura. La nostra cultura associa la spazzatura alla povertà e addita la povertà come vergognosa; vi è dunque un disprezzo a livello culturale per chi rovista nell’immondizia. Ma nulla più. La pratica è pienamente legale. Se vivete con coinquilini, proponetelo: è un’ottima soluzione per mangiare insieme perché garantisce grandi quantità di cibo a costo zero.

Scegliere un supermercato come riserva di pesca.

Il passo successivo consiste nel scegliere il proprio supermercato. Alcuni non saranno utilizzabili perché gettano gli scarti in cassonetti chiusi o protetti da recinzioni. Per verificarlo è sufficiente un giro esplorativo. Se conoscete già qualche pescatore (non stupitevi di questo), saprà indicare quali siano i posti buoni, ma in genere i supermercati medio-grandi gettano via cibo a sufficienza per iniziare. Con il tempo imparerete poi quali siano i posti migliori. Le panetterie possono inoltre rappresentare una valida occasione: gettano via pane fresco per voi ogni giorno.

La seconda cosa da capire é quando il cibo viene scartato. La maggior parte dei supermercati ne pianificano il ritiro da  parte di compagnie private ed il cibo resta dunque in strada solo per poche ore. Per sapere quando questo avviene, ci si può informare da un amico pescatore o montare la guardia alla sera (la spazzatura viene portata fuori, in genere, un’ora prima o dopo la chiusura). Naturalmente, se ve la sentite, potete sempre domandare ad un impiegato; solitamente vi risponderanno volentieri.

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Carrello della spesa… alternativo!

Prepararsi

Una volte deciso il dove ed il quando, bisogna liberarsi da ogni impegno serale: la pesca nei cassonetti è spesso un’avventura notturna, anche perché bisogna poi lavare ciò che si porta a casa. É buona pratica disporre di alcune borse, in quanto sarebbe difficile estrarre un sacco pieno dal cassonetto, guanti di gomma per non ritrovarsi con le mani appiccicose, nonché una torcia, meglio se frontale, per ispezionare più comodamente.

Siate preparati, perché come dopo ogni spesa al supermercato, tornerete a casa carichi di prodotti; se dovete guidare, conviene stendere fogli di giornale nel baule. Se la vostra città è a misura di pedone, potete percorrere piste ciclo-pedonali oppure portarvi dietro un carrellino per la spesa. In ogni caso , vivetela come ogni altra uscita per la spesa.

Trovare il cibo

Al vostro arrivo, se siete in una zona urbanizzata, probabilmente troverete altri pescatori già all’opera. Raggiungete comunque i cassonetti ed iniziate a tastare i sacchi: per lo più si tratterà di cartoni e spazzatura comune e dopo qualche tentativo vi diventerà via via più facile capirlo anche  senza aprire i sacchi. 

Se i cassonetti sono grandi, avrete bisogno di estrarre un sacco per ispezionarlo, ma poi ricordate di metterlo nuovamente nel cassonetto dopo averlo ben legato. Anche se i sacchi si trovano lungo la strada potete aprirli, sempre senza strapparli e legandoli quando avete terminato. Come regola, per quanto possa sembrare strano trattandosi di spazzatura, lasciate le cose come le avete trovate: é il modo migliore per non infastidire il negoziante e consentire ai netturbini di fare il proprio lavoro.

La prima cosa da tenere a mente quando si scava nell’immondizia è che non bisogna fare i timidi: buttatevi! Indossati i guanti, apritevi la strada tra i sacchi e tirate fuori quel che vi sembra promettere bene. Usate il buon senso: se un frutto od una verdura non sembrano integri, lasciateli dove sono. Ma se trovate una sacca di mele od arance di cui una sola è guasta, prendete il tutto per poi smistarle quando sarete a casa, tanto più se potete usarle per il compostaggio.

I prodotti in lattina vanno quasi sempre bene, così come i cibi pronti. Non preoccupatevi troppo per le date di scadenza e fidatevi del vostro buon senso: se qualcosa non vi convince, lasciatelo e magari tornate un’altra volta. Non sono mai stato male pescando nei cassonetti e non c’è ragione perché succeda a voi.

Quando poi avrete raccolto abbastanza cibo e sarete soddisfatti di ciò che avete trovato, impacchettate il tutto, pulite l’area e tornate a casa.

Lavare, immagazzinare, mangiare.

Una volta arrivati a casa, lavate accuratamente tutto ciò che non era confezionato e poi ritiratelo come fareste con il cibo normale. Sarete sorpresi dall’abbondanza di cibo fresco che otterrete e potrete preparare pasti deliziosi senza spesa, ma con il piacere di organizzare una cena in compagnia di amici od in comunità usando ciò che avete raccolto. Naturalmente, i cassonetti non forniscono la soluzione contro lo spreco di cibo e rivedere il sistema distributivo sarebbe essenziale. Seppure metodi alternativi si stiano affermando per la distribuzione diretta del cibo, come le comuni e le cooperative agricole, la maggior parte degli Americani si approvvigiona ancora dai supermercati, con il conseguente spreco.

In un mondo perfetto, i supermercati non sarebbero come li conosciamo: il loro sistema di funzionamento implica sprechi in scala esorbitante. Ma se si è interessati al problema o se si vuole anche solo risparmiare, il pescare nei cassonetti è un buon punto di partenza. Parlo per esperienza: come ho già scritto per shareable in precedenza, con il tempo si è sviluppato un maggior coinvolgimento, anche politico, in seno alla comunità. Se invece siete già esperti, allora non aspettiamo altro che ascoltare le vostre storie.
Roberto Degano
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