Quali sono le condizioni che bisogna creare per fondare un Ecovillaggio pacifico e duraturo?

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Fondare un ecovillaggio: fra sogno e realtà

Vivere in un eco-villaggio come ospite, però, non è lo stesso che viverci come residente fisso.

In qualità di ospite, le ore di lavoro sono notevolmente ridotte, si hanno minori responsabilità e, di conseguenza, preoccupazioni ridotte. Dopo aver completato una mezza giornata di lavoro (o 8 ore, a seconda dell’accordo stabilito), si ha l’opportunità di rilassarsi nella campagna insieme agli altri volontari. I residenti, invece, spesso continuano la loro attività lavorativa fino al tramonto, sia nel loro ufficio esterno che nei laboratori artigianali. Questo impegno prolungato può derivare dalla passione per ciò che fanno, o dalla necessità di fronteggiare impegni economici.

Quando ho iniziato a valutare seriamente l’idea di unirsi a un’esperienza comunitaria, ho cercato di comprenderne a fondo la realtà chiedendo ai residenti di condividere le loro esperienze personali.

Mi colpì notare che molti apparivano affaticati e gravati da preoccupazioni. Da ciò che condivisero, emerse che convivere con gli altri può portare sfide inaspettate. Alcuni confessarono che, potendo tornare indietro nel tempo, avrebbero evitato di investire in un progetto comunitario. Altri, tuttavia, sostenevano con fermezza la loro decisione, riconoscendo che, nonostante i sacrifici, i benefici della vita comunitaria superavano ampiamente gli ostacoli.

Durante una visita in Scozia, la fondatrice di un eco-villaggio paragonò l’esperienza della vita comunitaria al matrimonio: inizialmente c’è entusiasmo ed euforia, ma col tempo si scopre che la realtà quotidiana può essere ben diversa dalle aspettative iniziali.

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Ombre e luci

Ho ascoltato racconti di dispute, tensioni e separazioni, e in alcune occasioni, sono stato testimone diretto di episodi critici.

Tuttavia, mi è sembrato di intuire che la maggior parte delle difficoltà ha radici economiche.

Ci sono momenti in cui un individuo investe una somma maggiore e si aspetta, di conseguenza, un ruolo decisionale più influente. In altri casi, tutti i membri contribuiscono equamente, ma a causa di circostanze avverse, il progetto finisce in bancarotta. Questi momenti critici mettono a dura prova la coesione del gruppo, portando spesso a incomprensioni e reciproche accuse.

Nelle comunità libertarie, dove il principio di uguaglianza e l’assenza di proprietà privata sono fondamentali, emergono conflitti relativi ai doveri e agli orari: sembra infatti che ci sia sempre qualcuno che, secondo gli altri, non si impegna quanto dovrebbe.

Vivere in un Eco-villaggio può essere un’esperienza entusiasmante, specialmente se si tratta di un soggiorno breve. Considero quest’esperienza qualcosa che dovremmo tutti vivere almeno una volta nella vita, data la sua capacità formativa.

Indipendentemente dalla durata del soggiorno, la vita comunitaria ha un fascino particolare, tanto che spesso tornare alla vita cittadina risulta una sfida.

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Libertà e compromessi

Tuttavia, una volta che ti unisci a una comunità, inevitabilmente cedi una parte della tua autonomia, proprio come accade quando vivi in una metropoli, soggetto alle rigide regole e agli orari di un’entità aziendale. Ma l’eco-villaggio si distingue per alcune peculiarità:

  • L’ambiente e i suoi valori sono una scelta diretta, un luogo con cui ti identifichi profondamente.
  • Hai l’opportunità di collaborare quotidianamente con individui che condividono una visione del mondo simile alla tua.
  • Partecipi attivamente alla presa di decisioni che riguardano sia il lavoro che la vita quotidiana.
  • Sei immerso nella natura, abitando spesso in abitazioni dal fascino unico.
  • La solitudine è un sentimento raro, dato che gran parte della tua giornata si svolge in compagnia di persone che hai scelto.

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Per coloro che sono attratti dall’idea di vivere in un eco-villaggio, ecco alcuni consigli da considerare:


Percorso verso l’eco-villaggio: riflessioni e consigli


Fondare un ecovillaggio

Se sogni di fondare un ecovillaggio, ecco alcuni spunti da considerare:

1. Esplora prima di impegnarti

Visita e vivi temporaneamente in una comunità già esistente. Questa immersione ti darà una percezione chiara della realtà di un eco-villaggio. Se ti trovi bene, potresti anche decidere di unirti alla comunità, risparmiando l’energia di avviarne una da zero.

2. Preparazione economica

Metti da parte delle risorse finanziarie. L’ambizione del tuo progetto determinerà l’entità dell’investimento necessario.

3. Sostenibilità è la parola chiave

Pianifica un progetto che sia sostenibile sotto ogni aspetto: economico, ecologico e finanziario. Essendo la maggior parte delle tensioni legate a questioni economiche, un eco-villaggio con fondamenta finanziarie solide avrà maggiori probabilità di prosperare.

4. La pianificazione è cruciale

Non affidarti ciecamente al destino sperando che “l’universo provveda”. Pur mettendo impegno e dedizione, a volte le cose non vanno come previsto. Goditi il percorso del tuo progetto e non fissarti esclusivamente sull’obiettivo finale. Ciò che conta è l’ardore nel perseguire i tuoi sogni e la capacità di apprendere dai contrattempi.

5. Stabilisci delle linee guida

Ho osservato che gli eco-villaggi nascenti tendono a avere un numero minore di regolamenti, se non addirittura nessuno. Anche se l’idea di vivere senza regole imposte può sembrare idilliaca, diverse ricerche suggeriscono che tali comunità hanno una vita breve. Le comunità che prosperano tendono a evolversi in strutture democratiche o sociocratiche, adottando regole essenziali per garantire una convivenza armoniosa e produttiva.

Conclusioni (personali)

Le mie avventure attraverso gli eco-villaggi mi hanno aperto gli occhi su una modalità di vita affascinante, intrisa di natura, comunità e sostenibilità. L’idea di vivere in simbiosi con l’ambiente, condividendo risorse e aspirazioni con individui affini, è certamente allettante. Tuttavia, la convivenza e l’armonia comunitaria richiedono un grado di sintonia che raramente ho riscontrato nel corso dei miei viaggi.

Nonostante la ricchezza delle esperienze e le lezioni apprese, sento che vivere in un eco-villaggio potrebbe non essere l’ideale per tutti. Io stesso sono arrivato alla conclusione che una vita comunitaria è una scelta che farei solo se sentissi un’armonia profonda con gli altri membri, qualcosa che, per ora, non ho ancora trovato.

Così, mentre continuo a sognare e a esplorare, è probabile che la mia futura dimora sia una tranquilla tiny home, un luogo tutto mio ma sempre legato al mondo della sostenibilità.

Nella foto qui in basso, un ricordo speciale: il raduno degli eco-villaggi in Slovenia, 2018.

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Approfondimenti: Gli anziani e la vita negli Eco-villaggi


Aggiunta successiva – Dopo la pubblicazione del mio post sulle esperienze negli eco-villaggi, mi è stata posta via mail una domanda interessante:

Che fine fanno gli anziani che vivono negli ecovillaggi o comunità intenzionali?

Gli anziani negli eco-villaggi sono, in molti modi, simili agli anziani di qualsiasi altro luogo. Molte di queste persone ricevono una pensione, come chiunque altro. Contrariamente a quello che molti potrebbero pensare, gli eco-villaggi non vivono in una bolla isolata dal resto della società. La maggior parte di essi è integrata nel sistema sociale ed economico circostante. Quindi, i loro membri contribuiscono al sistema previdenziale e, di conseguenza, hanno diritto alle stesse agevolazioni di qualsiasi altro cittadino.

Naturalmente, ogni eco-villaggio ha la sua particolare realtà e filosofia. Esistono comunità più “alternative”, magari di stampo hippie o anarchico, che cercano di vivere in modo del tutto autonomo, a volte anche al margine delle regole statali. In questi casi, le soluzioni per gli anziani possono variare e, onestamente, anch’io mi domando come gestiscano situazioni come la pensione o l’accesso a cure mediche specializzate.

Ma, in generale, la vita in un eco-villaggio non significa rinunciare ai diritti e ai servizi fondamentali offerti dalla società. Gli abitanti di queste comunità lavorano, pagano le tasse e, spesso, vendono i prodotti delle loro terre o offrono servizi alla comunità esterna. Essi sono pienamente integrati nel ciclo economico.

La vera distinzione degli eco-villaggi sta nella filosofia e nello stile di vita:

  1. La condivisione delle risorse, sia economiche che domestiche, al fine di creare una comunità coesa e sostenibile.
  2. Un impegno profondo per l’ecologia, che si riflette in ogni scelta quotidiana, dalla produzione alimentare alla gestione dell’energia e alla riduzione degli sprechi.

Uno degli aspetti positivi degli eco-villaggi, soprattutto per gli anziani, è la coesione sociale che questi luoghi promuovono. Gli anziani, che spesso possono sentirsi isolati in altri contesti, potrebbero trovare nella vita comunitaria di un eco-villaggio un ambiente di sostegno e meno solitudine.

Comunque, mentre gli eco-villaggi possono offrire un approccio diverso alla vita, non sono disconnessi dal sistema più ampio in cui sono inseriti. E, proprio come in ogni altro contesto, la cura e il sostegno agli anziani rimangono una priorità.

Sul sito ufficiale GEN (Global Ecovillage network) potrete trovare molti altri consigli utili per quanto riguarda fondare un ecovillaggio.


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About Simone Dabbicco 47 Articles
Viaggiatore, wwoofer e ragazzo curioso da Torino. In viaggio dal 2009, amo scrivere articoli su paesi, comunità, famiglie e villaggi ecologici dove si vivono culture e stili di vita diversi. Per saperne di più sfoglia il blog, oppure cercami su Facebook.

1 Commento

  1. Salve
    Siamo una coppia (62, 62) di Roma, sportiva, amante delle attività all’aria aperta (jogging, trekking, ginnastica nei parchi…). Lui economista che lavora soprattutto all’estero, interessato a fitness, scacchi, astronomia, teatro, lettura, viaggi in altre culture. Lei sociologa in via di pensionamento dall’amministrazione pubblica, con un’attività di B&B in essere e un’importante esperienza di viaggi in tutto il mondo, in modalità adventure.

    Siamo intenzionati a lasciare la città e stabilirci in campagna/collina/montagna, per vivere nella natura. Riteniamo che la qualità della vita e dei rapporti interpersonali si realizzi molto meglio in un ambiente naturale e tranquillo e attraverso la frequentazione reciproca diretta e continuativa anziché in un contesto urbano con i suoi vincoli e limiti.

    Desideriamo acquistare un terreno già edificato che renda possibile la coltivazione di un orto ed eventualmente l’allevamento di qualche piccolo animale da cortile, condividendo l’esperienza con altre 7-8 persone, in coppia o single, secondo un’impostazione simile al co-housing o al villaggio-ecologico, ma senza alcuna impostazione ideologica o religiosa. Non vogliamo quindi creare una comunità “tematica”, bensì un luogo in cui condividere aspetti e spazi dell’esistenza quotidiana, ferma restando l’indipendenza di ogni nucleo rispetto agli altri. Un luogo in cui ognuno è solidale e contribuisce con la propria esperienza e la propria creatività. Un posto insomma che raccolga gente che ha dato, indipendentemente dall’età anagrafica. E se non si ride con la bocca, si riderà dentro. Vino… musica… ecc… si fa quel che si vuole.

    Siamo orientati o verso un singolo casale in cui ricavare micro-unità (camera, bagno, salottino…) o bungalow separati. Per gli spazi in comune, una grande cucina che funga anche da area-relax (con libreria, divani etc.) e altri servizi – come la lavanderia e un laboratorio/officina per piccole riparazioni. E naturalmente un terreno. Propendiamo anche per il car/moto-sharing, così da ottimizzare l’uso dei mezzi di trasporto.

    Preferiamo località tranquille ma vicine ad un centro abitato e dalle quali sia possibile raggiungere una città capoluogo con al massimo un’ora di viaggio. Cercheremmo in Lazio, Umbria o Abruzzo. La spesa di investimento sarebbe nell’ordine dei 250-300mila euro, il che si traduce in circa 40.000 euro per persona.

    Non abbiamo alcuna preclusione di ordine sociale o culturale, ma riteniamo che i requisiti imprescindibili siano la cordialità e la disponibilità di carattere e la personalità tesa al problem-solving.

    La nostra intenzione, oltre ad essere già ben ponderata, è anche piuttosto operativa: vorremmo avviare il progetto entro il 2021 – anche per poter usufruire dell’eco-bonus 110%. DEsidereremmo quindi che anche chi ci contatta avesse le idee ben chiare e mature per la fase operativa.
    Grazie per l’attenzione.
    I nostri contatti sono: tel.3661239745; e-mail: andrea.montresor@yahoo.it

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