Cammino di Santiago: un passo dopo l’altro per attraversare la Spagna

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“Camminante, non c’è un cammino. Il cammino si fa andando” (Machado)

Da anni pensavo al cammino di Santiago, all’idea di trascorrere un mese intero solamente muovendomi a piedi. Un mese per attraversare tutta la Spagna, dal confine francese di Saint Jean pied de Port, fino all’oceano immenso di Finisterre. Più o meno 900 km.

A guardare la cartina questa distanza fa paura. Ti chiedi se sarai in grado di farcela, se non ti stancherai di camminare, di portarti ogni giorno sulle spalle uno zaino che per quei giorni sarà la tua casa. Una casa che ho riempito con due magliette, due pantaloncini e poco altro, ma che comunque pesava 12 chili. Sono partita senza preparazione, essendo tendenzialmente pigra. Non avevo una guida che mi indicasse la strada nel caso mi fossi persa, ma solamente l’utilissimo elenco dei vari ostelli scaricata da www.pellegrinibelluno.it. Questo sito è quello che potremmo definire un vademecum del pellegrino: ha guide, informazioni, racconti di chi ha percorso la strada prima di noi, sia sul più conosciuto cammino francese, che sulle diverse varianti (cammino del Nord, cammino primitivo, ecc.).

In cammino

Il mio viaggio è iniziato l’8 luglio 2015, in Francia. Sono partita sola, ma sola ci sono stata meno di un minuto. E’ sorprendente con quanta facilità le persone fossero disponibili ad incontrarsi e conoscersi. Non c’erano barriere linguistiche né culturali; stavamo tutti condividendo la stessa esperienza e lo stesso desiderio di arrivare a Santiago.

Ho conosciuto una parte di mondo; persone che venivano da Cile, America, Canada, Australia, sud Corea, Irlanda, Francia ma soprattutto tantissimi italiani. E quasi tutti con meno di 35 anni. Mi sono spesso chiesta che cosa porti dei giovani a fare il cammino. Forse il desiderio di lentezza, di ritrovare un contatto con la natura, di stare insieme in un modo diverso.

Camminando ho trovato una nuova famiglia, ma sono convinta che partire sola, nonostante i timori iniziali, sia stata la scelta migliore. Mi ha permesso infatti di imparare ad ascoltarmi, di decidere quando era il momento di fermarmi o accelerare, di donarmi tempo.

Non posso descrivere la sensazione di gioia alla fine di ogni giornata, quando ti rendevi conto di essere arrivato alla tappa che ti eri prefissato, che fosse di 25, 30 o 40 km. Né posso spiegare il nuovo valore delle piccole cose: una doccia dopo aver camminato sotto il sole, un letto, un tetto nei giorni di pioggia.

Ci sono stati momenti in cui continuare è stato difficile, tra vesciche, tendiniti e stanchezza. Ma poi ripensavo al perché mi trovavo lì, alla mia meta, e continuavo. Io ho continuato per me stessa, per dimostrarmi che ce la potevo fare, e per rendere orgogliose le persone che avevo incontrato nel cammino e credevano in me.  Ci si faceva coraggio a vicenda, quando uno stava per cedere l’altro lo tirava su. Io cantavo e mi immaginavo l’oceano in cui alla fine mi sarei tuffata.  

E, quasi senza accorgersene, in un mese abbiamo attraversato 4 regioni.

Navarra

cammino di santiago

I primi km del cammino francese sono molto duri: la prima tappa infatti consiste nell’attraversamento dei Pirenei, per passare da Francia a Spagna. Il panorama è bellissimo, tutto verde e pieno di alberi, ma purtroppo quasi sempre a rischio pioggia. E devo ammettere che 27 km  tra nebbia e pioggia ti mettono subito a dura prova. Superato il primo momento di possibile sconforto, però, il resto del percorso in questa regione è stupendo. Un paesaggio da fiaba tra boschi e colline. Pamplona è la prima città importante che si incontra; è molto bella, ma il mio consiglio è di evitare di capitarci durante la festa di San Firmin (indicativamente inizio luglio), con la corsa dei tori, le strade sporche e gli ostelli pieni.

La Rioja

Distese di vigneti e campi a vista d’occhio. Logrono è il capoluogo di questa verde regione, paese molto carino con un fantastico ostello municipale in cui mangiare e dormire.

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Castilla y Leon

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Nonostante sia ricca di città piene di monumenti importanti, come Burgos, Leon e Astorga, è anche la regione delle terribili mesetas: strade piatte, senza un solo albero a fare ombra, in mezzo a immensi campi di grano e girasoli. Una settimana di cammino con un paesaggio sempre uguale e un caldo infernale. Lì ho passato 3 giorni difficili e per la prima e unica volta mi sono chiesta chi me l’avesse fatto fare. Poi ho capito che dovevo cambiare il modo in cui affrontavo quella strada. Invece di lamentarmi, potevo ammirare tutti quei girasoli, stupirmi di quanto fosse azzurro il cielo e godermi la solitudine.

E ora posso dire che alcuni dei momenti più belli passati furono proprio quelli. In quegli stessi giorni persi anche i miei compagni di viaggio, rimanendo indietro rispetto a loro. Ho camminato con altre persone, passando molte avventure insieme, ma nessuno di loro è riuscito a sostituire la mia prima “famiglia cammino”.

Galizia

In Galizia inizi a renderti conto che il tuo cammino sta per finire; i pellegrini aumentano, perché bastano 100 km per ottenere la Compostela (il documento rilasciato una volta arrivati a Santiago) e gli ostelli si riempiono. Più volte sono riuscita per miracolo ad avere l’ultimo posto letto. Tornano ad esserci montagne e colline, il paesaggio finalmente varia rispetto alla Castilla.

Credo di aver assaggiato la tortilla (frittata di patate e cipolle) di ogni paese in cui sia passata, ma non mi riesce proprio di stabilire quale sia la più buona. A Melide, invece, è assolutamente da provare la specialità del polpo alla gallega!

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L’arrivo a Santiago e la mia “fine della terra”

Non posso descrivere la gioia dell’arrivo a Santiago, dopo tutta la strada percorsa. Personalmente, quello che più mi ha emozionata, era sapere che avrei rivisto i miei compagni di viaggio.

Il desiderio di arrivare insieme a loro mi ha portato a sfidarmi e a camminare più di quanto avrei mai creduto di poter fare, ma la gioia di arrivare e di trovarli tutti ad attendermi, lì sotto la cattedrale, ha ripagato le corse fatte. E da questo traguardo, infine, continuare insieme e raggiungere l’oceano, fino a

Finisterre, il punto in cui in passato si credeva finisse la terra. Un azzurro come non l’avevo mai visto. Una spiaggia enorme di sabbia bianca, una notte passata tra compagni di viaggio,  falò e tante stelle cadenti.

Solo una volta arrivata lì ho capito che il mio viaggio era finito. Mi sono sentita assolutamente completa e felice. “Ultreya”, l’antico saluto tra pellegrini, è il mio augurio per voi. Si potrebbe tradurre con “andare oltre”, non fermarsi. Magari con fatica e con dolore, ma sempre avanti!Finisterra, spiaggia, amici, Spagna

 


Leggi una mini guida per prepararsi al Cammino di Santiago 🎒👣🌄

Visita la sezione Cammino di Santiago oppure Avventure di viaggio a piedi 🚶‍♀️





About Martina 1 Article
Educatrice e viaggiatrice sempre alla ricerca di nuovi posti da esplorare. Obiettivo da raggiungere: i 5 continenti entro i 30 anni!

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