Sylvie Barbe ha fatto la scelta di vivere in una yurta, dove ormai dimora da più di vent’anni. Con il film “Utopie Sauvage”, Baptiste Henry ci invita a incontrare questa donna coraggiosa, che ha preso una decisione forte e controcorrente, per essere in comunione con la natura.
È difficile conquistare la libertà senza cambiare stile di vita. Ma quando affrontiamo questa scelta, la felicità può essere dietro l’angolo. Un esempio è quello di Sylvie Barbe, signora francese che ha semplicemente lasciato il fragore del mondo moderno per vivere in una foresta, sotto una yurta (tenda circolare usata dai nomadi). Ecco quindi l’ incontro con una donna straordinaria e terribilmente stimolante…
Se conosciamo oggi l’interessante vita di questa pioniere della yurta, è grazie a Baptiste Henry. Questo regista (che ha già realizzato magnifici documentari) è andato a incontrarla per farci un film, “Utopie Sauvage”.
Per avere un’idea del risultato vi consigliamo di guardare questo bellissimo trailer:
Sylvie Barbe:
“Non voglio diventare un robot. Voglio rimanere umana. Per anni ho pensato di essere io la colpevole, che non ero adatta alla società. In realtà no. Oggi penso: è la società che non è adatta all’uomo.”
Il montaggio del film è quasi finito. Resta da finanziare la post produzione in modo che arrivi il più lontano possibile, anche nei cinema. Per questo, Baptiste Henry lancia una campagna di crowdfunding qui (in francese).
Baptiste Henry, su “Step aside project”:
“Tra il sogno ad occhi aperti e la dura realtà , la vita quotidiana di Sylvie ci immerge in un mondo che, invece di un altrove, rivela la possibilità di un altrimenti”.
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