Portogallo, Biblioteca di Castelo de Vide. Terça-feira, 31 de agosto de 2011
–Nelle foto: lettura delle rune con la nostra host Emilie. Scusate se si vede poco, eravamo letteralmente al buio.
E pensare che abbiamo vissuto centinaia di migliaia di anni senza soldi, senza essere motivati dal profitto. Costruivamo case senza soldi. Educavamo i nostri figli senza soldi. Crescevamo verdura e frutta dagli alberi senza soldi. Ci prendevamo cura gli uni degli altri senza essere motivati dal denaro. Che cosa ci motivava allora che non potrebbe più motivarci oggi?
Monetizzazione del pensiero
Il mondo è certamente cambiato rispetto al paleolitico e al neolitico. La società di oggi è più sofisticata di quella di allora. Ma cosa ci impedisce di immaginare una società del futuro diversa, dove magari non esiste il denaro? Potrebbe essere una domanda ingenua, ma fin da quando siamo piccoli ci abituano a pensare al denaro come a qualcosa di naturale e necessario, senza che ci venga spiegato il perché. Quando vogliamo costruire una scuola o un ospedale ci chiediamo “ci sono i soldi per farlo?”, anziché “ci sono le risorse materiali, le menti e le mani, che servono effettivamente per costruirli?”. Il denaro è un costrutto artificiale che abbiamo inventato per scambiare beni e servizi nella maniera più efficiente possibile. Si è trattato effettivamente di una grande invenzione! Il problema è che non esprime una capacità di produrre, ma solo una capacità di acquisire beni e servizi. Nella società tecnologicamente avanzata di oggi abbiamo sufficienti risorse per migliorare le nostre città, costruire case, scuole e ospedali ma sembra che non ci siano mai i soldi per realizzare queste cose. D’altra parte, chi possiede il denaro ha il potere di controllare a proprio piacimento merci, persone, risorse, servizi. È vero che il sistema monetario è in grado di promuovere la crescita economica e creare un sacco di opportunità (motiva le persone a lavorare, investire, produrre beni e servizi utili) ma genera anche, inevitabilmente, disoccupazione, disuguaglianze, conflitti, risentimenti, corruzione, sprechi, differenze sociali…
Dunque perché non provare ad immaginare un’altra via?
Ci siamo messi in viaggio anche per questo: prima di tutto per incontrare persone che stanno esplorando altre vie; poi per ricordare a noi stessi che i soldi sono solo pezzi di carta. Possiamo realizzare tante cose anche senza di essi. Senza soldi non abbiamo potere d’acquisto, ma abbiamo pur sempre la capacità produttiva. Con un po’ di buona volontà e con la complicità di altre persone possiamo condividere le risorse e gli sforzi per creare una nuova comunità.
Vivere fuori dal sistema?
Gli amici che abbiamo conosciuto qui in Portogallo parlano di vivere fuori dal sistema e qui, a Castelo de Vide, sono molte le persone che si allontano dagli schemi imposti, come meglio possono. A pochi chilometri di distanza c’è una comunità raw-foodiana*, gestita da un gruppo di tedeschi. Forse la andremo a visitare, chissà. Se ne parla male per lo più: pur di essere liberi dal sistema economico tradizionale, sembra che si privino di cure mediche essenziali e molti di loro hanno seri problemi di salute (sono senza denti). E’ meglio essere liberi, però malati, oppure schiavi ma sani? 😬
Esistono le vie di mezzo, per fortuna.
Comunque, non bisognerebbe mai dare retta alle dicerie della gente. Bisogna andare a verificare di persona e vedere con i propri occhi come vivono e come pensano le altre persone.
La vera politica
La maggior parte delle persone con cui abbiamo dialogato durante il nostro viaggio spera che sarà la politica a salvarci: al mondo manca soltanto un politico onesto e competente che “aggiusti” le cose. La politica dei nostri paesi, però, sembra essere schiava dei grandi interessi economici. Sia a destra che a sinistra la concezione del sistema economico è piuttosto simile: entrambi identificano la felicità e il benessere dei cittadini con la crescita materiale (la crescita del PIL). Ma essere ricchi, avere più soldi, possedere “di più”, non ci rende necessariamente più felici.
Se ciò fosse vero, il nostro esperimento sociale sarebbe già fallito da un pezzo: non siamo mai stati così poveri ma nemmeno così tanto felici! Sono le esperienze che stiamo vivendo che ci fanno sentire ricchi. Le cose in cui credono i politici sono completamente diverse dalle quelle in cui crediamo noi. È anche per questo che dai politici ci aspettiamo poco o nulla: al cambiamento occorre che ci lavoriamo noi, qui e ora. Con le nostre idee e i nostri valori.
Attraverso questo viaggio (e attraverso altri viaggi futuri), vorremmo scoprire nuovi stili di vita, concreti e percorribili. E vorremmo conoscere persone che stanno cercando di realizzare il cambiamento senza attendere che qualcun altro lo realizzi per loro.
La comunità di Damanhur
A proposito di vivere fuori dal sistema, i nostri nuovi amici ci hanno chiesto informazioni sulla comunità torinese di Damanhur. Ne avete mai sentito parlare? Qui all’estero, in questi ambienti alternativi e comunitari, tutti sembrano conoscere Damanhur e siccome noi due siamo Piemontesi, ci chiedono sempre di parlargliene. A dir la verità non la conoscevamo, almeno finché non ce ne parlassero. Damanhur è una delle comunità intenzionali più famose nel mondo, situata nel nord d’Italia a poche centinaia di km da Torino (la nostra provincia); conta un migliaio di cittadini, compresi centinaia di adepti da tutte le parti del mondo. Persino la famosissima pop-star, Sting (ex cantante dei Police), ha recentemente fatto loro visita.
All’estero Damanhur è considerato un luogo di culto, un esempio di vita sostenibile, alternativa, felice. Una piccola società dentro la società che ha una sua cultura propria (addirittura una sua moneta) e dove tutto è, o almeno pare essere, a misura d’uomo. Una realtà che purtroppo ancora non conosciamo e che, chissà, magari un giorno andremo a visitare.
La storia di Emilie
Pur non sapendo nulla riguardo al fenomeno del downshifting, anche Emilie ha deciso di fare uno scalo di marcia nella sua vita, lasciando il suo ristorante, per occuparsi di altri progetti che gli porteranno meno denaro in tasca, ma le faranno guadagnare più tempo libero, per dedicarsi a vecchie e nuove passioni. Come ha sottolineato Emilie, è bello poter cambiare, prendersi una salutare boccata d’aria nei confronti della vecchia routine.
Emilie sa fare tante cose e ha deciso di puntare tutto su se stessa: si guadagnerà da vivere facendo massaggi Shiatsu, insegnando danze elfiche, accompagnando turisti ed organizzando escursioni; in questo modo la sua vita sarà più interessante. Non si è mai troppo vecchi per cambiare. Emilie ha quasi 40 anni, ma è ancora giovanissima nell’aspetto e nello spirito.
Altri incontri interessanti
Abbiamo conosciuto molte altre persone interessanti. Ad esempio una cantante lirica bravissima che si fa chiamare Patcha Mama e che vive in un’azienda agricola dove mette in pratica i principi di permacultura. Abbiamo anche conosciuto un ragazzo messicano che fa l’autostop e viaggia in compagnia della sua chitarra e sta vivendo esperienze di viaggio simili alle nostre, cercando di utilizzare meno denaro possibile (evviva non siamo gli unici pazzi!).
Questi incontri con questi personaggi interessanti ci fanno sentire meno soli. (Quando si viaggia come facciamo noi ci si sente soli molto spesso).
P.S.: Vogliamo ringraziare tutte le persone e gli amici che ci scrivono e-mail di incoraggiamento, commenti, critiche e messaggi di apprezzamento su Facebook. Grazie!
*rawfood: dieta a base di cibi non cotti.
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