Le persone che ti ospitano nella loro casa, gente che incontri per caso, o a cui chiedi ospitalità per conoscerne da vicino lo stile di vita, non sono mai come te le aspetti. Sono molto meglio. Persone intrise di una umanità capace di commuoverti e di ispirarti, con la loro storia travagliata ma anche con i loro traguardi conquistati, con fatica, nonostante gli ostacoli, le invidie, il livore della gente.
Lascio Roberta in Umbria, non prima di averle affidato una missione interessante: fare visita alla Città della Luce, una comunità di persone che hanno deciso di vivere insieme, ma anche un centro di studi olistici nelle Marche, di cui spero ci parlerà presto.
Io mi dirigo a Toffia, una piccola città del Lazio arroccata, secondo l’uso medievale, sulla cima di una roccia a circa 300 metri d’altezza. Faccio wwoofing a casa di Geraint, un gentleman di origine gallese, capace di parlare con un accento romano perfetto ed un altro paio di lingue. Il suo bagaglio culturale e il suo curriculum vitae sono decisamente invidiabili: da attore a tecnico teatrale, da musicista folk a agricoltore bio, infine esperto di erbe naturali. Geraint non smette mai di stupirmi, mostrandomi ogni giorno come riesce ad auto-prodursi gran parte dei prodotti necessari al mantenimento della casa e dell’igiene personale (saponi e dentifricio) e a coltivare verdure e frutta direttamente dal suo piccolo orticello. Spesso lo osservo mentre raccoglie erbe e piante selvatiche dai frutti o dalle foglie ricchi di sapore, approfittando di una passeggiata sotto il sole nei parchi naturali, nei boschi, o presso il Farfa, fiume che dà il nome all’intera vallata. C’è molto da vedere e da imparare qui!
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Downshifting: lo scalo di marcia di Geraint
Il mio host ha lasciato il suo impiego tanti anni fa a causa di qualche dissapore con i suoi colleghi di lavoro, ma anche perché desiderava fare qualcosa di nuovo. Qualcosa che gli permettesse di vivere in maniera più ecologica e naturale. Ora vive della vendita dell’olio dei suoi 180 ulivi e per me è la prova vivente che si può campare bene con poco! Non solo: si può trovare un equilibrio sensato tra il lavoro e il tempo libero, per stabilire un antico legame perduto con la terra, ma anche per diminuire il nostro impatto sul mondo, consumando meno, lo stretto necessario.
Da quando ha iniziato ad occuparsi della terra, in particolare del suo piccolo oliveto, Geraint dice di non avere più tempo per occuparsi d’altro. Ma Geraint, com’è che da quando sono qui non facciamo altro che perderci in chiacchiere e troviamo sempre il tempo per leggere libri, scrivere, suonare gli strumenti musicali della casa, bere tisane e caffè, discutere di società e di arte?
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Il wwoofing e la campagna
Geraint è uno dei coordinatori wwoof del Lazio. Questo significa che se volete diventare host nella regione del Lazio sarà probabilmente lui il referente del Wwoof Italia che verrà a farvi visita e conoscervi di persona. Il mio host ospita viaggiatori da tutto il mondo e quasi ogni settimana ha un visitatore nuovo. Dal suo oliveto si gode di una bellissima vista panoramica che domina le verdeggianti colline circostanti, ricche di olivi e boschetti mediterranei. Si respira aria buona, aria di pace, e ti senti in armonia, lontano dal resto del mondo.
Il mestiere del contadino
Zappare, potare, seminare, innaffiare è tutto ciò che facciamo. Si tratta di poche ore al giorno ma intense.
Il mestiere del contadino, antico come il mondo, consiste quasi sempre nel chinare la schiena, dunque è molto faticoso. L’alternativa è spendere la maggior parte delle proprie giornate dentro ad un ufficio o ad una fabbrica di città. Ma in questi ambienti di lavoro ci occupiamo di cose sempre uguali, che a lungo andare non arricchiscono. Il più delle volte lavoriamo in compagnia di gente insipida, che non abbiamo scelto come compagni e che se potessimo non frequenteremmo. E come ciliegina sulla torta, i clacson delle auto ingolfate nel traffico sono l’unica colonna sonora. Mi è stato detto che è grazie a quest’ordine di cose che la qualità della mia vita è alta. Ma la verità è che non lo è, non sembra mai esserci abbastanza tempo per vivere. Inoltre, spesso, ho l’impressione che non lavoriamo per necessità umane, ma per motivi monetaristi, quindi artificiali.
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Low living, how thinking
Viviamo in una società che mette al centro numeri e soldi, anziché esseri viventi. Non posso accettarlo, quindi parto e viaggio. Viaggio per ispirarmi e conoscere nuovi stili di vita. Viaggio per non aspettare il cambiamento, ma per viverlo. Ora, dopo aver viaggiato abbastanza a lungo, so dove preferisco stare, ovvero il più vicino possibile alla natura. Sono passati tanti anni da quando ho lasciato la mia attività e mi sono messo in viaggio: sono ancora vivo, senza soldi. Partecipo il meno possibile al sistema, ma, cosa più importante, cerco di dare senso e dignità al mio tempo, alle mie giornate e alla mia vita.
Ora mi trovo qui, nella campagna circostante di Toffia, dove il tempo non sembra esistere, e se esiste è lento, scandito dai ritmi naturali, dal canto degli uccelli e di qualche antica campana che resiste alla modernità, in un piccolo villaggio. Sono qui a condividere uno stile di vita semplice e contadino.
“La terra è bassa” si dice, ma i pensieri che scaturiscono dalla fatica e dall’azione di coltivare sono “alti”.
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Se vi va, seguite le altre storie di viaggio e di cambiamento.
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Viaggiatore, wwoofer e curioso nato a Torino. In viaggio dal 2009, mi piace raccontare le storie di paesi, comunità, famiglie e villaggi ecologici, esplorando culture e stili di vita diversi. Se vuoi saperne di più, dai un'occhiata al blog o trovarmi su Facebook.
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