Un’esperienza wwoof in Sicilia
Un invito a visitare la bella Sicilia
Una sessione difficile di autostop
Abbiamo fatto l’autostop per raggiungere la Campania, assaggiato la leggendaria pizza di Napoli, poi preso un traghetto che ci ha portato a Catania. A Catania un signore generoso di nome Albatros ci ha portato via dal distretto portuale, fatto scendere ad una stazione di benzina dal quale è stato possibile continuare l’autostop. Tuttavia, trascorse alcune ore, nessuno si è rivelato disponibile ad accoglierci in macchina e dopo un’intera mattinata di attesa, con la sola vista dell’ Etna fumante a consolarci, ci siamo rassegnati all’idea di prendere l’autobus. L’autostop funziona sempre -dicono alcuni autostoppisti- bisogna solo imparare ad aspettare, non importa se sia per minuti, ore, giorni… Dopotutto stiamo viaggiando con lentezza no?
Vinciucci
Abbiamo dunque alloggiato in un antico casolare del 1700, ricco di fascino e di storia, con le volte interne “a dammuso” e una piccola torre di vedetta, utilizzata secoli fa come postazione per prevenire le invasioni dei Saraceni. Adesso è diventato un luogo di ospitalità, di studio e di scambi culturali, una casa accogliente e aperta, che vive di relazioni, che si contrae e si espande utilizzando le energie delle persone che gli fanno visita.
Daria è il boss di Vinciucci, una piccola donna, una grande anima, capace di rapire l’attenzione dei giovani che frequentano la sua casa, raccontando loro le storie della Sicilia, insegnandogli tutto ciò che sa sulle tradizioni, sulla cultura, sulla cucina, sulle feste modicane, che ci ha anche portato a vedere: spettacolari e coinvolgenti celebrazioni religiose nelle quali, con urla di esaltazione e di invocazione, orde di giovani sfrenati fanno a gara per poter essere portatori della statua del Cristo risorto.
I wwoofers della comunità
Anche a Vinciucci ho conosciuto wwoofers che si sono letteralmente trasferiti qui, forse per sempre. Se venite incontrerete un ragazzo belga, che parla un italiano perfetto con l’accento francese: si chiama Adrian e da sette anni si occupa dell’orto biologico e coordina le attività dei volontari. Incontrerete forse anche Virginie, ragazza di Bordeaux che ha mollato il suo lavoro in Francia per viaggiare in Sicilia. Da un anno a questa parte, ormai, è diventata un membro della famiglia a tutti gli effetti.
Autosufficienza alimentare
Cultura siciliana
Durante i pranzi qui a Vinciucci emerge lo spirito godereccio dei Siciliani: i bicchieri sono colmi di vino, il sorriso illumina i volti dei commensali, qualcuno recita una poesia e le preoccupazioni sembrano essere lontane… Troviamo conferma di quanto ci ha raccontato Giuseppe nel Lazio e cioè che tutto ciò che cresce nel suolo siciliano è davvero buono, dal pistacchio, alle arance, dalla ricotta, ai dolci, fino ai distillati al limone. Finita la festa torniamo ai lavori della fattoria, con un nuovo spirito, arricchiti dallo stare insieme nel sollazzo.
A presto con i prossimi racconti dall’ Italia con Lentezza TOUR.
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